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Scienze Politiche, Panebianco ancora nel mirino dei collettivi: interrotta la lezione del professore

Come a gennaio 2014, quando venne contestato per un suo articolo sull'immigrazione, anche oggi il casus belli è stato un editoriale sulla Libia

Contestazione in Ateneo ai danni di Angelo Panebianco, il docente di Scienze politiche all''Università di Bologna. Come a gennaio 2014, quando venne contestato da Hobo per un suo articolo sulle forme di accoglienza degli immigrati, anche oggi il casus belli è stato un editoriale del 14 febbraio scorso e a firmare il blitz è Cua che questa mattina ha interrotto la lezione del docente "che si diletta a scrivere editoriali a sostegno della guerra in Libia, contro il movimento No Muos, con sfondi di terrorismo psicologico nei confronti dei migranti. Vergogna! Le vostre guerre, i nostri morti!", dicono dal collettivo. 

'L'ultima vergognosa fatica di Panebianco, noto barone Unibo ed editorialista del 'Corriere della sera'' - si legge nella nota - in cui egli si chiede se noi italiani saremo mai pronti per affrontare la guerra in Libia". 

Per Cua "la verve guerrafondaia con cui il professore condisce il suo ultimo editoriale non ci stupisce: è solo l'ennesima presa di posizione reazionaria e sciovinista di un docente da sempre legato agli interessi bellici nostrani". Per questo, "abbiamo deciso di far sperimentare al professore un po' di realtà: siamo entrati nell''aula in cui si teneva la sua prima lezione di Teorie della guerra e della pace- riferisce il Cua- interrompendo il suo monologo militarista con suoni registrati nelle zone di conflitto armato e distribuendo materiale informativo sulle nefandezze di Panebianco. Se la guerra gli piace tanto, perché' non prova a fare lezione sotto i suoni delle bombe, degli spari e dei lamenti?".

Intanto il presidio nel cortile di Scienze Politiche continua per chiedere "Fuori i baroni della guerra dalle nostre università! Non tocca a noi piangere altri morti per guerre decise altrove e legittimate da opinionisti come Panebianco che, inoltre, vorrebbero trasformare l''Università' in un palcoscenico da cui veicolare e legittimare le loro pulsioni guerresche" e contro "il suo coinvolgimento in progetti di collaborazione con l''industria bellica (vedi Eni, Finmeccanica, Technion), contro i progetti che Israele porta nei nostri atenei (come la collaborazione tra Unibo e il Technion di Haifa), in solidarietà ai docenti turchi arrestati per aver firmato un appello in sostegno al popolo curdo". Con queste stesse parole d'ordine, il Cua promuove per giovedì', di nuovo a Scienze politiche, un''assemblea pubblica. Per lunedì prossimo, invece, viene annunciato "un presidio nella giornata dell''inaugurazione dell''anno accademico a Santa Lucia, per un mondo senza frontiere a partire dai saperi".

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