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Cronaca Castel San Pietro Terme

La storia di Paolo: "Cambio vita, da colletto bianco a coltivatore"

Gli ostacoli burocratici per fare impresa: "Chi fa leggi, scrive i bandi, si occupa di accesso al credito, in molti casi non ha mai lavorato sul campo e, di conseguenza, ha una percezione della realtà un po' distorta"

Paolo ha 34 anni ed è laureato in economia aziendale. Ha lavorato come revisore dei conti, ha fatto il consulente aziendale, ha collaborato con due cooperative sociali facendo business planning  fino a quando non ha deciso di stravolgere tutto e cambiare lavoro e vita. 

Da colletto bianco a contadino insomma, con l'unico obiettivo della realizzazione personale. Così, nonostante i mille ostacoli e la burocrazia complessa e lenta, grazie soprattutto al passaparola e ai sempre più numerosi gruppi di acquisto che sostengono il kilometro zero, le cassette colorate consegnate da Paolo direttamente nelle mani degli acquirenti sono sempre di più, rispettando i tempi della Natura. 

A un certo punto dunque hai preso una decisione che avrebbe cambiato la tua vita. Quanto ci hai pensato e quanto tempo hai impiegato (ma anche come: raccogliendo informazioni, chiedendo suggerimenti, ecc...) per decidere di mollare tutto e buttartici? Quali sono state le motivazioni principali?

"Un paio d'anni fa ho deciso di aprire una piccola impresa agricola a Castel San Pietro Terme. La decisione è maturata dopo la definitiva presa di coscienza che quello che facevo, fondamentalmente, non mi piaceva abbastanza da avere gli stimoli per poterlo fare per tutta la vita. Questa convinzione, unita al fatto che la casa di campagna della mia famiglia, dopo la scomparsa di mio padre, aveva bisogno di qualcuno che le provasse a ridare la cura che merita, mi ha portato a valutare l'opzione di "unire l'utile al dilettevole" e crearmi un lavoro, presso quell'abitazione, che mi desse la possibilità di realizzarmi realmente. Mi sono documentato per molti mesi e ho preso la decisione nonostante fossi a conoscenza che, nei primi anni, ci sarebbe stato da lavorare sodo perchè partendo da zero, avrei dovuto imparare praticamente tutto. Ero convinto che la voglia di lavorare e l'entusiasmo avrebbero colmato le mie lacune, ma devo ammettere che non avevo dato il giusto peso agli imprevisti che si sarebbero potuti verificare e che si sono presentati con una frequenza disarmante, ostacolando notevolmente la crescita dell'azienda.

In ogni caso posso dire che la soddisfazione di produrre qualcosa di concreto e tangibile in prima persona, il gusto di poter mangiare frutta e verdura appena raccolta dalle piante, vivere all'aperto la giornata intera e toccare con mano l'entusiasmo delle famiglie che ricevono i miei prodotti, sono soddisfazioni che mi ripagano dei sacrifici quotidiani e che mi motivano ulteriormente".

Come hanno accolto colleghi e famiglia la notizia? C'è chi ti ha fatto terrorismo o magari ti chi ha incoraggiato tanto da convincerti che era la cosa giusta?

"I colleghi e gli amici non mi hanno mai nascosto alcune perplessità sulla riuscita del progetto, ma hanno accolto con grande interesse la mia scelta, sostenendola in tanti modi. Loro sono i miei primi "agenti commerciali"; ed è anche grazie al loro passaparola che si sono creati tanti piccoli (e meno piccoli) gruppi d'acquisto che rappresentano una parte piuttosto rilevante delle mie vendite. I componenti della mia famiglia sono quelli che mi hanno fatto più terrorismo, elencandomi puntualmente tutte le cose negative che sarebbero potute accadere. Molte di queste si sono poi verificate (la siccità e il caldo del 2017 non credo abbiano precedenti), ma loro sono anche i primi che, nei momenti di difficoltà, oltre a dire "lo dovevi mettere in preventivo", mi hanno aiutato concretamente in tantissimi modi".

Paolo Mistri e i frutti della sua azienda agricola

Leggi, normative, burocrazia: il nostro Paese aiuta in questo senso o ti sei trovato di fronte a ostacoli impegnativi? Quali sono stati e quali sono? Quale il percorso per essere riconosciuto come produttore biologico? 

"La burocrazia è obiettivamente eccessiva. Aprire un'azienda è un'attività particolarmente rischiosa in questo periodo storico e sarebbe bello che istituzioni, associazioni di categoria, ecc... aiutassero realmente chi prova a fare impresa, produrre ricchezza, creare occupazione. La realtà, invece, è che nei fatti sembrano ostacolarti. Per fare un esempio concreto, nel 2017, per poter ambire a un finanziamento a fondo perduto previsto per i giovani imprenditori agricoli che rinnovano i loro impianti, nonostante mi fossi mosso nei tempi previsti e indicatimi dall'associazione di categoria, per problemi "burocratici" non miei, mi sono trovato ad affrontare la bella stagione senza l'impianto di irrigazione (fino a luglio). Concretamente questo s'è tradotto nel fatto che ho dovuto passare tre mesi interi ad innaffiare 2 ettari di piante con un semplice tubo, come fanno tutti col piccolo giardino di casa loro.

Le giornate erano infinite (10/15 ore al giorno a girare nei campi con un tubo), la pioggia non arrivava mai a darmi "il cambio" e, nonostante tutto il tempo dedicato e la fatica fatta, l'orto ha prodotto molto meno del previsto e molti alberi da frutta non sono sopravvissuti. Non credo sia necessario aggiungere altro.

Il problema, secondo me, è che chi fa leggi, scrive i bandi, si occupa di accesso al credito, in molti casi non ha mai lavorato sul campo e, di conseguenza, ha una percezione della realtà un po' distorta. Utilizzando la brutta esperienza appena descritta come esempio, se tu, per erogarmi un contributo a fondo perduto che verrà riconosciuto alla fine dei lavori, mi porti a togliere l'impianto esistente, meno efficiente ma pur sempre funzionante, mi porti a chiedere un finanziamento per il nuovo impianto e non fai in modo che il finanziamento stesso venga erogato in tempi accettabili (ho atteso sei mesi un finanziamento che doveva arrivare dopo due), invece che aiutarmi mi metti in ginocchio.

Per quanto riguarda il biologico, la fase di conversione al biologico, ovvero il processo previsto per l'ottenimento della certificazione come produttore biologico, dura due anni per i prodotti orticoli e tre per il frutteto. Oltre a dovere rispettare determinate limitazioni nei prodotti da utilizzare nel campo ed altre per l'ottenimento delle materie prime, occorre scrivere quasi tutto quello che si fa in appositi registri relativi a tutte le attività che si svolgono nel campo, quantità di prodotti raccolti e di quelli venduti. Queste attività richiedono il loro tempo ma, in alcuni casi, ti aiutano a tenere monitorati alcuni parametri che possono aiutarti a comprendere nel dettaglio come stanno andando le cose, coltura per coltura".

Frutta e verdura a KM zero: perchè sì? Quale è il target dei tuoi clienti e perchè preferiscono i tuoi prodotti a quelli della grande distribuzione?

"Acquistare frutta e verdura a km 0 può avere un senso perchè si ha la possibilità di conoscere direttamente il produttore con una visita in azienda, farsi un'idea di come lavora e, di conseguenza, avere la certezza di cosa si mangia. Secondo me, se uno compra prodotti a km 0 in un'azienda agricola in grado di avere un minimo di programmazione, può avere il piacere di consumare prodotti freschi, raccolti nelle 24 ore precedenti alla consegna che, indipendentemente dal tipo di coltivazione (biologica o tradizionale) hanno tutto un altro sapore rispetto a quelli provenienti da regioni o nazioni distanti, che spesso vengono venduti dalla grande distribuzione (soprattutto per quanto riguarda i prodotti non di stagione).

La mia azienda non si rivolge ad un particolare target di clienti. Generalmente sono persone raggiunte dal passaparola che rappresentano un panorama piuttosto variegato: dal single alla famiglia numerosa, dallo studente fuorisede alla signora anziana. Hanno, però, parecchie cose in comune: sentono tutti il bisogno di mangiare un prodotto particolarmente saporito (il fatto che venda ortaggi raccolti in giornata credo faccia la differenza e li porti, dove possibile, ad abbandonare la grande distribuzione), apprezzano particolarmente la possibilità della consegna "porta a porta" e manifestano tutti un grande entusiasmo nel vedere che l'attività sta crescendo anche grazie a loro; ad ogni consegna mi segnalano pregi e difetti di quelli che hanno acquistato la settimana precedente e mi fanno notare come il loro gruppo d'acquisto stia crescendo...sembra quasi che siano soci dell'attività".

Estetica non perfetta, qualche animaletto qua e là...quali i piccoli 'difetti' della merce che dalla terra arriva alla tavola? Come si tratta e si lava la verdura?

"Con la coltivazione biologica è inevitabile che i trattamenti siano ridotti al minimo. Molto spesso frutta e verdura sono ugualmente belli perchè la natura, in molti casi, va solo assecondata. é normale, però, che umidità, parassiti ed altri attori, talvolta, facciano "il loro lavoro" portando malattie alle piante che si riflettono sull'estetica del prodotto finale. Con questo tipo di coltivazione i mezzi per contrastare questi fenomeni sono meno numerosi e meno efficaci, si cerca di arginare il più possibile il problema sia sul campo (coi prodotti consentiti) che con la comunicazione (avvisando prima dell'ordine il consumatore finale dei difetti della merce).
Il 90% dei miei clienti apprezza questo tipo di rapporto e non si lamenta se si ritrova una lumaca nella bietola o il radicchio smangiucchiato da qualche animaletto. Gli ortaggi arrivano a casa della gente così come sono stati raccolti, nei periodi più piovosi dopo un'immersione nell'acqua in grado di ripulirli dal fango".

Dacci almeno tre buone ragioni per un acquisto diretto...

"Solo tre? L'acquisto diretto consente di mangiare un prodotto mediamente più fresco, di cui si può facilmente conoscere l'origine ed i trattamenti ricevuti, consente al consumatore di pagare prezzi inferiori (a parità di qualità), riduce l'impatto ambientale ed aiuta l'economia locale favorendo la crescita di piccole aziende del territorio".

Come ti contattano le persone e fino dove consegni?

"A parte il passaparola che dagli amici è arrivato alla rete di conoscenti che ho oggi ho una pagina Facebook che si chiama 'Cà Grande' dove ricevo le richieste. Le comunicazioni avvengoni via whatsapp: io scrivo quello che ho e i clienti mi fanno l'ordine...poi consegno la cassetta in un giorno, a un'ora e in un posto concordato. Copro la zona dall'imolese a Bologna centro e dintorni". 

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