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Cronaca

Pari opportunità sul posto lavoro, nove grandi aziende firmano accordo

Si tratta di imprese del calibro diIma, Lamborghini, Bonfiglioli, Philip Morris, Crif, Emilia Banca, ma anche l'Aeroporto, il Caab e Tper

Contratti di rete in questi anni ne sono stati siglati a migliaia: piccole aziende hanno stipulato accordi per collaborare in chiave commerciale e di promozione del business. Per la prima volta, però, a Bologna viene sottoscritto in contratto di rete che ha finalità sociali, promuovere le pari opportunità all'interno dei luoghi di lavoro.

Nasce 'Capo D' (Comunità di aziende per le pari opportunità) e a sposare il progetto sono alcune delle più importanti aziende dell'area metropolitana, comprese alcune a partecipazione pubblica: alla rete partecipano, infatti, colossi come Ima, Lamborghini, Bonfiglioli, Philip Morris, Crif, Emilia Banca, ma anche l'Aeroporto, il Caab e Tper.

"La promozione delle pari opportunità esce dalla genericità dei convegni e diventa un'esperienza unica a livello nazionale", commenta il sindaco di Bologna e della Città metropolitana, Virginio Merola, tendendo a battesimo l'accordo, messo a punto con il contributo dell'Università di Bologna. Il contratto di rete avrà durata di 15 anni (fino al 31 dicembre 2034) e sottoscrivendolo le aziende si impegnano a mantenere alta l'attenzione sui temi delle pari opportunità, creare servizi che favoriscano il benessere organizzativo e il welfare aziendale scambiare le buone pratiche, sposare l'immagine di azienda 'sensibile' ai temi della parità e della concilazione famiglia-lavoro.

Le imprese che hanno sottoscritto il contratto promettono di promuovere iniziative di sensibilizzazione sul tema, di partecipare a programmi di ricerca e studio in collaborazione con altre strutture, facilitare l'accesso a fondi pubblici e bandi di gara. 'Capo D' prevede anche un fondo patrimoniale comune e la definizione di una cabina di regia dove saranno rappresentate tutte le imprese che hanno firmato.

A presiedere l'organismo sarà Maria Carla Schiavina (componente del cda di Ima), affiancata da Alessandro Bonfiglioli (direttore del Caab) in qualita' di vicepresidente. "L'obiettivo e' dare attenzione al merito, alle competenze, al valore delle persone, tutte", spiega Schiavina. "Le aziende dove queste pratiche vengono applicate hanno anche le migliori performances in termini finanziari", assicura Bonfiglioli. Le imprese che hanno siglato il contratto di rete sono già impegnante in politiche di promozione delle pari opportunità: dall'Aeroporto, con il suo 50% di forza lavoro femminile, a Philip Morris, la prima azienda certificata "equal salary", passando per Tper, dove il 18% degli autisti è donna. "Riconoscere il valore del lavoro delle donne significa assicurare lo sviluppo economico. Dobbiamo puntare con forza sulla piena occupazione delle donne", conclude Merola. (Vor/ Dire)

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