Zona rossa e saloni chiusi, i parrucchieri: "Cresce l'abusivismo, ma il futuro è investire nella sicurezza"
Iglis Balboni, della rete di saloni di bellezza Brunelleschi, fa una fotografia del settore. La crisi colpisce duro e i ristori sono solo un piccolo sollievo, ma ci sono anche delle innovazioni che resteranno: "Abbiamo creato una app per i clienti che migliora tutta l'organizzazione"
Zona rossa e stop a parrucchieri ed estetisti. Anche queste categorie (così come i pub e i bar, gli hotel ma anche le discoteche) sono state colpite in modo importante dalle restrizioni legate pandemia e tutt'oggi (e fino a dopo Pasqua almeno) restano chiuse: l'emergenza per loro ha significato una perdita economica, ma li ha messi di fronte anche a un preoccupante aumento dell'abusivismo, che diventa pericoloso anche per la diffusione del contagio.
Per le associazioni di categoria è urgente riaprire nelle zone rosse le attività regolari perchè il lockdown avrebbe in effetti fatto crescere esponenzialmente gli irregolari. L'hair stylist Iglis Balboni, responsabile del salone di Santo Stefano e socio del gruppo Brunelleschi (7 i saloni nel bolognese per circa 30 dipendenti) spiega qual è la situazione del settore raccontando la propria esperienza dell'ultimo anno e guardando al futuro. E non ci sono solo brutte notizie.
Il settore parrucchieri e saloni estetici a un anno dalle prime chiusure: quale il bilancio delle perdite per quanto vi riguarda? Che dire dei ristori? "Nell’ultimo anno le perdite sono state pari ai tre mesi di chiusura, quindi un -25-30%. Ristori insufficienti? Per attività che sono sempre impegnate nella crescita e nello sviluppo i ristori non sono mai abbastanza perchè l’impegno negli investimenti è sempre importante. Abbiamo ricevuto la cassa integrazione per tutti i collaboratori e il contributo a fondo perduto per la diminuzione del fatturato del 30% rispetto all’anno precedente".
Il fenomeno dell'abusivismo nel vostro settore è reale e preoccupante? E' incrementato con le chiusure da lockdown? "Il fenomeno dell’abusivismo c’è sempre stato e purtroppo è difficile da sradicare. Per una questione culturale noi puntiamo a far sentire i clienti sicuri all'interno dei nostri saloni, in modo da mantenere uno standard riconosciuto da chi vuole un servizio di alta qualità evitando che si pensi di ricorrere a servizi non legalizzati nelle proprie abitazioni o in quelle di chi propone il servizio. Sicuramente il fenomeno dell'abusivismo con la pandemia si è intensificato perché le persone non potendosi muovere da casa hanno alimentato tutti quei 'parrucchieri' che si sono mossi indisturbati nelle case".
Come è cambiato il vostro modo di lavorare con la pandemia? "Sicuramente ci siamo dovuti riorganizzare sia a livello di tempistiche (per gli appuntamenti distanziati) sia con il personale: se prima ogni operatore riusciva a gestire anche due clienti alla volta, adesso per garantire gli spazi adeguati e la continua igienizzazione degli ambienti, ci siamo dovuti riassestare e dotarci di protezioni, santificatori d’aria, plexiglass, rilievo temperatura a ogni ingresso. Naturalmente tutti i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono sempre muniti di mascherine ffp2 e visiera".
Kit-bellezza a domicilio e video-tutorial del parrucchiere per usarli al meglio
Avete messo in campo delle idee per stare vicini alla clientela nei periodi di chiusura? "Durante i periodi di chiusura abbiamo attivato la campagna 'bellezza a casa' preparando ogni giorno dei kit per farsi il colore a casa, e per mandare trattamenti e prodotti hair care alle nostre clienti, supportarti da video tutorial che mostravano loro come fare. Abbiamo approfittato inoltre di questo periodo per realizzare la nostra app personalizzata con la quale i clienti possono comodamentre prenotare da casa selezionando giorno e orario che preferiscono, salone e operatore di fiducia, e questo aiuta sia noi nella gestione dell’agenda giornaliera del salone, sia la cliente che due click può prenotare in qualsiasi orario e da qualsiasi posto".
Avete dovuto licenziare dipendenti? "Per il momento non abbiamo avuto bisogno di licenziare nessun collaboratore. Anzi, abbiamo assunto quattro collaboratori e aperto un’altra struttura".
Quali buone pratiche conserverete anche dopo la pandemia? "Per quanto ci riguarda avremo una nuova app (quella di cui parlavo prima) e finalmente potremo mostrare i nostri sorrisi e potremo vedere quelli delle clienti soddisfatte".
Cosa ha sbagliato chi sta al governo? Cosa avrebbe potuto fare invece? "Essere al posto di comando durante un evento cosi critico e unico nel suo genere non è sicurante facile per nessuno e ci vuole tanto coraggio e velocità per cercare di ridurre al minimo gli effetti, anche economici. Non essendo nè un medico nè un politico io avrei agito come il miglior padre di famiglia".
A livello locale vi siete sentiti supportati dall'amministrazione? "A dire il vero no. Riuscire a controllare tutto il territorio in modo che la popolazione riesca a rispettare le regole a protezione del virus non è facile, ma forse creando una maglia con le forze dell’ordine potrebbe essere il modo migliore per contrastare il fenomeno in modo da evitare il più possibile i lockdown che tanto ci danneggiano".
Covid e crisi economica: la dura situazione per le discoteche
Pub e bar: gli effetti della crisi da Covid
Il grande allarme degli hotel e il rischio della mano della malavita
Iglis Balboni al lavoro