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Paviglianiti e il legame con Bologna. Il 'boss dei boss' esecutore materiale dell'omicidio Valente

Quando è stato fermato aveva più di 6mila euro in contanti, 6 cellulari e documenti falsi

E' stato arrestato il boss della 'Ndrangheta Domenico Paviglianiti, 60 anni, con a carico un provvedimento di esecuzione di pena di 11 anni e 8 mesi per associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L'operazione è scattata il 3 agosto a Madrid, dove le autorità hanno scoperto che si nascondeva, dopo mesi di appostamenti e indagini: operazione realizzata dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Bologna, coordinati dal procuratore Giuseppe Amato e dai sostituti Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust  e il Servizio di cooperazione internazionale di Polizia. Paviglianiti era stato rimesso in libertà nel 2019,  per un errore di calcolo di pena.

Il momento dell'arresto

L'arresto è avvenuto in Spagna, per strada, a ridosso dell'abitazione in cui Paviglianiti si rifugiava. Al momento del fermo addosso aveva più di 6mila euro in contanti con banconate di grosso taglio,  6 cellulari e patente, passaporto e carta di riconoscimento falsi, con un'identità portoghese. Al momento sono in corso accertamenti su una donna di origine sudamericana che si trovava nellì'appartamento di Paviglianiti, e su chi lo avrebbe aiutato in questi tre anni di latitanza. 

Il legame con Bologna e l'errore di calcolo della pena 

Domenico Paviglianiti fu uno degli esecutori materiali dell'omcidio di Domenico Felice Valente, avvenuto sotto le Due Torri il 15 ottobre del 1980.  La vittima, esponente della 'Ndrangheta e residente a Persiceto prima dell'arresto, stava rientrando alla Dozza dopo un breve permesso quando fu crivellato di colpi. La moglie e il figlio, in quel momento in auto con lui, si salvarono. 

Su Paviglianiti ora gravava un provvedimento emesso dalla Procura di Bologna dopo un ricorso in Cassazione, promosso dalla stessa autorità giudiziaria, perché era stato rilevato un errore di calcolo della pena : errore che gli aveva permesso di uscire dal carcere nell'ottobre del 2019. Nello stesso anno era andato a Madrid, città spagnola che da anni frequentava e da dove aveva gestito diversi traffici illeciti.

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Paviglianiti: boss di spicco della 'Ndrangheta

Definito il 'boss dei boss', Domenico Paviglianiti ha una lunga carriera criminale alle spalle, che spaziano dal traffico di droga e armi fino all'omicidio, tanto da essere stato coinvolto anche nell'omicidio di Roberto Cutolo, figlio di Raffaele Cutolo. 

Una 'famiglia' nota alle forze dell'Ordine, con ramificazioni in alcuni comuni di Reggio Calabria che arrivano fino alla Lombardia e al Sud America, in particolare per traffico internazionale di stupefacenti. In prima linea in quella che alla storia è passata come la 'seconda guerra di mafia', su Paviglianiti i Carabinieri di Bologna erano riusciti a ottenere un mandato di cattura europeo per rintracciarlo, e arrestarlo.

Era già stato condannato all'ergastolo, ma la pena in seguito era stata sostituita con la reclusione per 30 anni per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati di droga, commessi a partire dagli anni '80.

 

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