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Cronaca

Bronchioliti e influenza nei bambini. La pediatra: "Osservare lo stato generale di salute del bimbo"

Il Maggiore riorganizza il reparto per i ricoveri. L'intervista a Valeria Scialpi, pediatra di libera scelta dell'Ausl di Bologna

Bronchioliti e influenza nei bambini colpiscono anche Bologna e l'ospedale Maggiore riorganizza la pediatria per far fronte al numero di accessi. Si è passati da 14 a 34 posti letto in meno di 24 ore per garantire cure e assistenza ai piccoli pazienti, a seguito del progressivo incremento di infezioni respiratorie ed influenza, osservato nel corso delle ultime due settimane. 

Oggi infatti il record di ricoverati è di 34 pazienti di età compresa tra gli 0 e i 5 anni, di cui l’80% colpiti da bronchioliti e il 20% da influenza e polmoniti, infezioni che coinvolgono soprattutto i lattanti (ovvero i bambini al di sotto dell’anno di vita).

"L’accoglienza di questo elevato numero di bimbi – comunica l'Ausl – è stato consentita grazie ad una riorganizzazione che ha visto trasformare la sala giochi, la medicazione, il lactarium e uno studio medico in stanze di degenza fornite di ogni presidio necessario a garantire le cure e la sicurezza di ciascun paziente". 

"Tale riorganizzazione – consentita anche grazie alla stretta collaborazione con la Terapia intensiva neonatale – non ha impedito in alcun modo la prosecuzione delle normali attività ambulatoriali, nonché la costante attività di accoglienza del Pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale Maggiore".

Ma cos'è la bronchiolite e come si differenzia da un'influenza? Ne abbiamo parlato con Valeria Scialpi, pediatra di libera scelta dell'Ausl di Bologna.

Qual è la situazione ad oggi?

"Al momento siamo ancora in fase di forte crescita con livelli numerici tra i più alti che abbiamo avuto negli ultimi anni. Abbiamo superato l'incidenza di tutte le altre stagioni. In questo momento infatti abbiamo una miscellanea di virus che si presentano tutti insieme: covid (10%), influenza (40%) e bronchioliti (12%) che di solito si presenta più in autunno. In realtà il dato, al di là della percentuali, vede una sintomatologia ridotta rispetto agli altri anni in ambito ambulatoriale ma è quello complessivo a rendere la situazione particolare in ambito pediatrico: parliamo di 80 bambini su 1.000 ammalati in ambito ambulatoriale. In ospedale la situazione è diversa".

C'entra il Covid, perché?

"Al di là della variabilità che c'è tutte le stagioni, quest'anno il pensiero va all'effetto della pandemia che ha in qualche modo diminuito la memoria immunitaria dei bambini che non l'hanno sviluppata tra mascherine e la continua permanenza a casa dello scorso anno. L'anno scorso infatti si era meno esposti e quindi ora, con un ritorno ad uno stile di vita normale, sebbene le nostre indicazioni siano sempre di tenere a casa un bambino che mostra segni di malattia, al di là di covid o influenza, è chiaro che siano più esposti. Quindi sì, questo fattore può aver giocato il suo ruolo nell'ampliare la suscettibilità dei piccoli pazienti".

Quali sono i sintomi campanelli d'allarme?

"La bronchiolite è particolarmente problematica sui bimbi molto piccoli, mentre l'influenza si sviluppa sia nelle fasce più piccole sia in quelle maggiori in maniera più comune, con febbre alta. Ma dal punto di vista respiratorio è il virus della bronchiolite ad essere più impattante a livello sintomatico. Un esempio: i bambini con l'influenza hanno tosse molto prolungata mentre il bimbo con bronchiolite respira male". 

Qual è il consiglio da dare ai genitori?

"Banalmente di guardare molto lo stato generale del proprio bimbo, al di là della temperatura. Se un bambino è particolarmente affaticato nell'alimentazione, nel suo stato di malessere generale, sicuramente è meritevole di un'attenzione maggiore. Un bambino che ha una febbre alta ma riesce a sostenere la temperatura senza malessere o difficoltà respiratorie preoccupa un po' di meno. Quindi il consiglio è di valutare lo stato generale del bimbo: alimentazione, respirazione e malessere generale". 

Anche per non impattare sugli ospedali?

"Non è facilissimo, abbiamo ambulatori con 35 accessi al giorno e una mole di telefonate molto elevata. La richiesta di intervento è massiccia e cerchiamo di fornirla al massimo delle nostre possibilità. La risposta da parte del medico arriva: non sono patologie che richiedono un intervento immediato e risolutivo, il nostro intervento è un intervento per attenuare i sintomi. Il virus deve fare il suo corso e, quindi, scappare in pronto soccorso se la situazione generale è sotto controllo non è mai un buon consiglio".

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