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Pediatria sotto stress, oltre 60 bimbi in 24 ore: "Bronchioliti e influenza chiedono il conto" | VIDEO

I consigli: "Segnali di allarme per venire in Pronto soccorso" altrimenti "risolversi al pediatra". Aumentati i posti letto

Affluenza "importante" alla pediatria dell'ospedale Magiore, con oltre 60 bimbi nelle 24 ore di cui una parte ricoverata. A fare il punto è Chiara Ghizzi, direttrice, che parla di "di bronchioliti, insufficienze respiratorie e dell'influenza, che purtroppo in questo periodo chiedono il conto e ad oggi costituiscono la maggior parte dei ricoveri".

Oltre alle patologie già citate, "qualche bimbo forse un po' più vivace - aggiunge Ghizzi - durante questi giorni di vacanza ha anche degli esiti di traumi di vario genere, devo dire in numero non superiore alla norma. Insomma, per essere brevi", i giorni di fine e inizio anno sono stati "abbastanza importanti e impegnativi dal punto di vista lavorativo per la nostra Pediatria".

Con sintomi lievi " rivolgersi al pediatra, prima che al Pronto soccorso"

Ausl ricorda alle famiglie di rivolgersi al pediatra, prima che al Pronto soccorso, in caso di sintomi lievi. "E' chiaro che un genitore quando un bimbo inizia a respirare male, a tossire o ad avere un po' di febbre si preoccupa ed è assolutamente comprensibile. Questo è tanto più vero quanto più è piccolo il bimbo. Tuttavia - continua la direttrice - ci sono dei segnali di allarme che rappresentano dei motivi veri e validi per venire in Pronto soccorso: l'età del bimbo appunto, la respirazione molto affaticata e molto veloce, il rifiuto o la diminuzione della capacità di alimentarsi". Tutti questi "sono segnali d'allarme, per tutti gli altri sintomi- continua la direttrice- è chiaro che noi prestiamo il nostro contributo ma suggeriamo ai genitori di rivolgersi in prima battuta ai pediatri di libera scelta, anche per non dover aspettare magari a lungo in Pronto soccorso, perchè quando abbiamo un codice arancione o rosso i tempi di stabilizzazione dei bambini critici possono essere anche molto lunghi e le persone che stanno aspettando non hanno effettivamente la piena consapevolezza dell'attesa ed è faticoso aspettare".

Quindi, ribadisce Ghizzi, "consigliamo di certo una chiamata al pediatra di libera scelta se i sintomi sono di bassa intensità, un po' di raffreddore o un po' di tosse e se il bimbo appare vivace e reattivo e si alimenta volentieri come al solito". Altrimenti, "se ci sono forti motivi di preoccupazione - conclude Ghizzi - è chiaro che noi siamo assolutamente disponibili per valutare i bambini e a trattenerli in caso di bisogno".

"Meglio usare la mascherina"

"Tra ricoverati in regime istituzionale, osservazione breve e intensiva viaggiamo su una media di una quindicina di ricoveri nelle 24 ore. Poi qualche bimbo di questi, purtroppo - riferisce Ghizzi - abbiamo dovuto anche trasferirlo in un ambiente un po' più intensivo per il peggioramento delle condizioni cliniche che le patologie respiratorie qualche volta dimostrano".

"La media dell'età dei bambini ricoverati è di pochi mesi di vita, quindi sono tutti bambini molto piccoli che di base non si ammalerebbero. Quindi ancora una volta, purtroppo, siamo noi adulti la fonte di contagio - spiega la direttrice - o i fratellini che frequentano o hanno frequentato fino a pochi giorni fa le diverse istituzioni scolastiche". Quindi "Evitare i luoghi affollati per questi bimbi", suggerisce Ghizzi, perché in questi contesti "ovviamente i germi molto facilmente possono essere presenti ed essere fonte di contagio". Poi bisogna "cercare di evitare il contatto diretto con adulti o bambini che abbiano infezioni in atto, anche solo un banale raffreddore". Questo significa, specifica la pediatra, "evitare di venire a contatto con le vie respiratorie: se un adulto o un bambino più grande in famiglia ha sintomi da raffreddamento o febbre, è opportuno che indossi la mascherina, anche in casa, ogni volta che è vicino al bambino più piccolo. E soprattutto torniamo al solito, noto ma mai abbastanza utilizzato, lavaggio frequente delle mani che rappresentano la fonte principale di contagio per i bambini molto piccoli", conclude Ghizzi. (Dire)

Bronchioliti e influenza nei bambini. La pediatra: "Osservare lo stato generale di salute del bimbo"

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