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Cronaca

Pendolaria 2023 Legambiente, bocciata la Portomaggiore-Bologna

Nel report quelle che vengono giudicate come le peggiori linee ferroviarie d'Italia

Il pendolari bocciano la tratta Portomaggiore-Bologna. Il verdetto arriva dal report di Legambiente 'Pendolaria 2023', che raccoglie quelle che vengono giudicate come le peggiori linee ferroviarie d'Italia.

Gettando uno sguardo fuori dal territorio nostrano in cima alla classifica troviamo la Circumvesuviana di che collega la provincia di Napoli al capoluogo ci sono. Tra le altre prime posizioni, oltre alla tratta felsinea, compaiono la Roma-Lido, la Roma Nord-Viterbo e la Catania-Caltagirone-Gela. A seguire Milano-Mortara, Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià, Trento-Bassano Del Grappa,  Bari-Bitritto.

Pendolaria 2023_rapporto completo

Ritardi e soppressioni, pendolari rinunciano al treno nel quotidiano

"Negli ultimi mesi del 2022 - si legge nel report - moltissimi episodi hanno creato disagio alla circolazione e ai pendolari. Situazioni già vissute negli anni scorsi, con incidenti, ritardi e soppressioni che costringono i pendolari a giornate infinite e a rinunciare all'utilizzo del treno come mezzo quotidiano di trasporto perché inaffidabile". Su queste linee "la situazione più drammatica riguarda il taglio al servizio che ha superato il 10% rispetto al 2010". Ma, "qualcosa in positivo si sta muovendo.

Linea Portomaggiore-Bologna, partito maxi-cantiere

Intanto per cercare di migliorare alcune criticità sulla linea  Portomaggiore-Bologna in questi mesi si è al lavoro. Il traffico ferroviario sulla tratta è stato sospeso (e sostituito con servizio bus) a causa del maxi cantiere in corso (fino al 2025) per l’interramento della tratta e per risolvere alcune criticità dettate dai lavori si stanno apportando nuove misure. Dallo scorso dicembre potenziato il servizio bus con un mezzo più e l’estensione di una corsa per permettere agli studenti degli Istituti Giordano Bruno (Budrio) e Rita Levi Montalcini (Portomaggiore) di utilizzare al meglio la linea.

 A seguito degli interventi, sulla tratta saranno soppressi definitivamente 5 passaggi a livello nella zona est di Bologna e si avrà un nuovo marciapiede alla stazione Roveri dove avviene lo scambio treno-bus e si presentavano le maggiori criticità, per mettere in maggior sicurezza le persone soprattutto con ridotta mobilità e velocizzare il cambio del mezzo di trasporto.

Sono queste in sintesi le novità comunicate durante l'ultimo tavolo di monitoraggio voluto dall’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità, Andrea Corsini, per verificare l’andamento dei lavori per l’interramento della ex-Veneta con l’obiettivo di limitare il più possibile i disagi per i pendolari.

interramento Bologna Portomaggiore 2-2

Il report di Legambiente sulla  Bologna - Portomaggiore

Nel rapporto Pendolaria 2023, così  il punto sulla tratta felsinea:

"La linea di circa 45 km che collega Bologna a Portomaggiore sta assistendo ad importanti lavori che porteranno all’interramento del tratto urbano, compresa tra Bologna Centrale e Bologna Roveri. Si tratta di una linea molto utilizzata dai pendolari che ogni giorno si spostano per esigenze di lavoro e studio e, visti i lavori in corso e la successiva modifica della circolazione dei treni, non pochi sono i disagi causati.
Infatti, nonostante i lavori e gli investimenti in atto, deve essere garantito il rispetto del servizio, mentre dall’11 dicembre scorso sono stati numerosi i disagi a causa di ritardi e cancellazioni dei convogli, ma la criticità maggiore portata dai pendolari, almeno inizialmente, ha riguardato la mancata comunicazione delle modifiche. 

La sostituzione del servizio con autobus, inoltre, ha portato a tempi di percorrenza superiori di almeno 20 minuti.Nelle scorse settimane la Regione ha lavorato per limitare i problemi, aggiungendo un bus sostitutivo in più ed estendendo una corsa per permettere agli studenti di Budrio e Portomaggiore di utilizzare al meglio la linea Bologna-Portomaggiore. 
Ma le problematiche su questa direttrice riguardano anche la tipologia di progetto scelto, con l’interramento di un singolo binario, che porteranno, a fine lavori, ad un servizio ferroviario immutato nelle modalità, nei tempi di percorrenza e nei mezzi circolanti, la maggior parte con motori diesel, e soprattutto che renderà impossibile il raddoppio della linea in futuro, l’unica vera necessità per migliorare il servizio in modo 
strutturale e ridurre i tempi di percorrenza. 
Infine, va sottolineata anche l’importanza della tratta Portomaggiore-Dogato, di 13,1 km, inaugurata nel 2015 e chiusa al servizio nel 2017. In questo caso, nonostante un’attesa di oltre dieci anni per l’attivazione della linea, la scarsa offerta di servizio ha inevitabilmente portato alla successiva chiusura. Le cause sono anche da ricercare nella lentezza delle corse, con una velocità commerciale massima di 60 km/h per via dell’assenza del sistema di sicurezza SCMT, e nell’assenza dell’orario cadenzato, con solo quattro coppie di treni al giorno.
Sarebbe importante iniziare a considerare la riapertura del servizio, evitando gli errori commessi nel recente passato, consentendo in questo modo il collegamento tra le linee Ferrara-Codigoro, Bologna-Portomaggiore e Ferrara-Ravenna. 
Sono poi molti i problemi riscontrati sulle linee del parmense, fra cui una delle peggiori è la Brescia-Casalmaggiore-Parma. Lunga 92 km, la linea gestita da Trenord viene percorsa a soli 46 km/h di media e vede il passaggio di meno di 30 treni giornalieri (neppure un treno l’ora durante l’arco della giornata); il materiale rotabile è tra i più vecchi della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, con infiltrazioni di acqua nei vagoni e costanti ritardi, in special modo per i convogli della mattina e quindi quelli dei pendolari, con soppressioni per guasti e sovraffollamento delle carrozze. Anche molte delle stazioni si trovano in uno stato estremo di degrado. 
Un altro caso di estrema criticità per i pendolari è quello della linea Pontremolese, 120 km di lunghezza, dove convergono treni locali e di lunga percorrenza. La Parma-Spezia, vede molto frequentemente la sostituzione di treni con autobus e ritardi frequenti soprattutto nella fascia oraria 17:00-19:00. Il raddoppio di questa linea ferroviaria (preventivato da quasi 30 anni) rimane un’opera urgente e strategica sia per il pendolarismo sul territorio (verso Parma e verso La Spezia) sia come parte del completamento del corridoio Tirreno-Brennero ferroviario per il traffico merci."   

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