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Cronaca

Legambiente: 'Ecco le 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia', c'è anche la Porrettana

La tratta va a ingrandire le fila delle linee peggiori d'Italia, secondo i pendolari: 'Gli utenti denunciano soppressioni, quotidiani ritardi, guasti sempre più frequenti'

Bologna-Porretta Terme. "Gli utenti - almeno 10.000 al giorno con punte di 20.000 - denunciano continue soppressioni, quotidiani ritardi, guasti sempre più frequenti e scelte sbagliate come quella di inserire treni a doppio piano in orari di scarso afflusso e non di pendolarismo mentre in orari di punta le composizioni dei convogli risultano insufficienti".

Ed ecco che la "tormentata" linea ferroviaria Porrettana va a ingrandire le fila delle linee peggiori d'Italia, secondo i pendolari.

Circumvesuviana, la Roma Nettuno, la Padova-Calalzo, la Potenza-Salerno... Legambiente ha stilato un elenco delle peggiori tratte, tra riduzioni delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento, nell’ambito della sua campagna Pendolaria, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno.

TAGLI E AUMENTI IN EMILIA ROMAGNA. Secondo Pendolaria, in Emilia Romagna la media dei tagli ai servizi è del 5,9% con un aumento delle tariffe del 14,4%.

TUTTE LE REGIONI. Nell'elenco, tutte le Regioni italiane e le richieste sono sempre le stesse: più treni per i pendolari, nuove carrozze e servizi migliori "Perché la vita dei pendolari, purtroppo, non migliora e il futuro si fa sempre più incerto. Anche quest’anno, infatti, a fronte di tagli del servizio e aumenti del prezzo dei biglietti in diverse regioni, i disagi per i fruitori del trasporto pubblico su ferro sono su molte tratte aumentati, complici governo e amministrazioni regionali che non hanno investito in attenzione e risorse per i treni pendolari" si legge nel comunicato.

“Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare la situazione diventa ogni giorno più difficile - dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi. Negli ultimi anni il servizio in larga parte delle Regioni è andato peggiorando per la riduzione delle risorse e l’incertezza sul futuro, per cui i treni sono sempre più affollati, spesso in ritardo e con le solite vecchie carrozze. Per chi si muove in treno ogni giorno la situazione è spesso disperata, con le situazioni peggiori che si vivono in Campania, Veneto, Piemonte, Lazio.
E’ vergognoso - aggiunge Zanchini - che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,4% dei bilanci. La nostra mobilitazione a fianco dei pendolari punta a cambiare questo stato di cose, Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”.
Infatti - come evidenzierà in dettaglio il rapporto sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia che Legambiente presenterà il 17 dicembre - rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, non hanno investito ne in termini di risorse ne di attenzioni. Fra il 2011 e il 2013 il taglio ai servizi ferroviari e' stati pari al 21% in Abruzzo e Liguria, al 19% in Campania. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi e' stato in Piemonte con + 47%, mente e' stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcune miglioramento.

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