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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bologna di Notte, si avvicinano gli Stati Generali. Ma i residenti chiedono tranquillità

Prima dell’incontro sugli sviluppi del nuovo piano notte, il comitato dei residenti di via Petroni insieme ad altre associazioni ha esposto lo striscione “Dormire è un diritto, impedirlo è un sopruso”

Non inizia nel migliore dei modi l’incontro proposto dall’amministrazione per mostrare gli sviluppi del Piano della Notte di Bologna. L’occasione è sembrata ideale ai comitati di residenti, con quelli di via Petroni in prima fila, per sottolineare ancora una volta le condizioni critiche in cui, a loro modo di vedere, versa la night life bolognese.

Il Piano della Notte

Annunciato lo scorso settembre, il Piano si avvale di due principali strumenti: la Cabina di regia e un percorso partecipato con stakeholders (parti interessate) e cittadini. La Cabina di regia, coordinata dalla vicesindaca Clancy, ha il compito di predisporre il piano annuale delle attività e di monitorarne l’efficacia. La Cabina di regia è composta da figure tecnico-amministrative, componenti della Giunta e delegati. In funzione degli argomenti trattati, sono coinvolti specifici referenti, Quartieri e rappresentanti di organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, enti e istituzioni.

La costruzione partecipata del piano cittadino per l’economia della notte si è invece articolata in diversi step: dagli incontri con i portatori d’interesse alla costruzione, con la collaborazione dell’Università di Bologna e della Fondazione Innovazione Urbana, di un questionario sui temi dell’economia della notte e delle politiche pubbliche sulla notte, concluso lo scorso febbraio. E ancora: incontri esperienziali notturni segnalati dai cittadini ad uno specifico indirizzo mail (pianodellanotte@comune.bologna.it) fino agli Stati Generali della Notte, ovvero una serie di appuntamenti per approfondire le visioni espresse e le macro-aree di lavoro emerse come maggiormente prioritarie e condivise dalla cittadinanza, con l’obiettivo finale di una co-creazione del piano sull’economia della notte e del suo modello di gestione. L’ultimo incontro degli Stati Generali della Notte è fissato per il 4 maggio, dopodiché l’amministrazione insieme alla Fondazione Innovazione Urbana si darà una governance per affrontare il tema nella vita notturna.

Botta e risposta tra comitati di residenti e amministrazione

“Io penso che i problemi siano noti e stranoti: basta studi, è ora degli interventi. In questo momento, la città è completamente fuori controllo: il venerdì e il sabato in zona Universitaria tutti fanno quello che vogliono e nessuno controlla. Noi viviamo in una perenne di sofferenza e la nostra salute è gravemente minacciata da questo. L’inquinamento acustico è fuori da ogni norma ma chi dovrebbe occuparsene non se ne occupa” dice Giuseppe Sisti del coordinamento dei quindici comitati di residenti, tra cui quello di via Petroni, arrivati oggi in Comune per portare le proprie istanze nel confronto pubblico organizzato dalla vicesindaca di Bologna e delegata all’economia della notte Emily Clancy: “Ai comitati dico che se sono qui e se hanno avuto modo di esprimere la loro opinione in merito è proprio perché, a differenza degli anni passati, stiamo affrontando il tema. Abbiamo scelto di cambiare passo, istituendo una delega all’economia della notte e di creare un piano sulla notte che sia partecipato e che ne regoli ogni aspetto”. All’accusa di studiare tanto e di fare poco mossa da Stasi, Clancy risponde che “le soluzioni vanno studiate per essere efficaci. Se le soluzioni adottate nei decenni passati non sono risultate corrette, allora è bene studiare bene le prossime mosse”. A partire dagli esempi delle altre città: all’incontro di Sala Tassinari erano infatti presenti Amy Lamè, Tsarina della Notte di Londra, e Giulia Casonato, delegata ai temi della notte del Comune di Trento.

Emily Clancy, Amy Lamè e Giulia Casonato

Gli esempi di Londra e Trento

Lamè è delegata alla notte per la città di Londra dal 2016. Imparagonabile a Bologna per dimensioni e status, l’esempio della City risulta però utile a capire come le città possono affrontare e sfruttare le tipicità della vita notturna. “Nel novembre 2016 il sindaco di Londra mi ha chiamata per aiutarlo a rendere Londra una città ricca e piena di esperienze per 24 ore al giorno – spiega Lamè –. Londra è conosciuta da sempre per la sua vita notturna: è uno dei motivi per cui Londra è così visitata ma è anche uno dei motivi per cui le persone vanno a vivere a Londra. Il sindaco di Londra e io abbiamo lavorato giorno e notte per focalizzarci sulla ripresa economica della città nel periodo post-pandemico. La night life è sempre stata considerata dal punto di vista tradizionale in tutte le città del mondo. Noi, a Londra, abbiamo cercato di fare le cose in modo differente”.

La vita notturna a Londra è naturalmente molto più movimentata e viva della stragrande maggioranza del resto delle città del mondo: si stima che nella night life londinese lavorino 1,6 milioni di persone, ovvero un terzo della popolazione lavoratrice di tutta la città. Lamé ha spiegato come il suo obiettivo sia quello di fare di Londra una città vivibile 24 ore al giorno per 7 giorni su 7, non creando una netta separazione tra l’orario notturno e quello diurno. La volontà dell’amministrazione londinese è quella di spingere le persone fuori dalle proprie abitazioni, creando opportunità di intrattenimento, di lavoro e di socialità per tutti, creando occasioni adatte alle esigenze di ogni cittadino. Per farlo, Londra ha coinvolto la cittadinanza in focus group, ricerche sul campo e interpellando cittadini e rappresentanti di categoria. Inoltre, è stato istituito un osservatorio permanente che monitora ciò che accade nelle zone più frequentate.

Situazione differente per Trento: decisamente più piccola di Londra ma di dimensioni simili a Bologna, anche se con una vita sociale e notturna decisamente diversa da quella del capoluogo emiliano. Come dice la stessa Giulia Casonato, l’offerta della vita notturna è carente, con pochi spazi fisici dove creare occasioni di socialità e poche realtà culturali che se ne occupino. A Trento, spiega Casonato, sussiste una visione antiquata della vita notturna, attorno alla quale il dibattito è molto povero. Per questo, nelle elezioni comunali del 2020 è stata proposta l’istituzione del ruolo di sindaco della notte, carica assunta poi dalla stessa Casonato. Nonostante i ritmi notturni siano lontani da quelli di città decisamente più vive, la delegata del Comune di Trento ha portato il felice esempio di Piazza Dante a Trento (un grande spazio verde antistante alla stazione) dove si è riusciti a far convogliare la night life permettendo ai gestori dei locali più centrali di portare lì le proprie attività. La visione di Casonato è quella di proporre ai diversi problemi delle soluzioni simili. L’esempio è quello delle minzioni notturne: come accade a Bologna, spesso i residenti delle zone più movimentate lamentano sporcizia e incuria dovuta all’assenza di servizi igienici. Mettendo a disposizione nuovi servizi igienici disponibili agli avventori della notte, si dà una soluzione a chi è alla ricerca di un bagno e a chi si lamenta della sporcizia e delle deiezioni. 

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