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Cronaca

Blitz Non una di meno in piazza San Francesco: "Vicine a donne e Lgbt di Turchia e Polonia"

Il movimento transfemminista contesta il ritiro dalla convenzione di Istanbul e dei nuovi disegni di vari stati in "difesa della famiglia tradizionale"

Azione di non una di meno in Piazza San Francesco, dove un gruppo di attiviste ha lanciato un messaggio sul piazzale contro il ritiro della Turchia dalla covnenzione di Istanbul. 

"Nella notte del 20 marzo con un decreto presidenziale la Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Il Presidente Erdoğan ha dichiarato che l'uscita dalla Convenzione è un atto dovuto alla salvaguardia dei valori della famiglia tradizionale e che – comunque – i diritti delle donne saranno protetti dalla legislazione nazionale"

L'uscita dalla Convenzione di Istanbul, scrivono dal collettivo, "è un messaggio chiaro alle donne e alle soggettività LGBT*QIAP+ che vivono in Turchia, ma anche a tutte quelle che vivono o attraversano gli stati di confine dell'Europa. Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia non hanno mai ratificato la Convenzione, mentre in Polonia ieri 30 marzo si è votato per affidare a una commissione la scrittura di una nuova carta alternativa alla Convenzione di Istanbul in difesa della famiglia tradizionale".

Delle responsabilità vanno cercate anche dentro l'unione europea, chiosano le attiviste: "Questa presa di posizione reazionaria va di pari passo col razzismo istituzionale: mentre si spaccia come "baluardo dei diritti civili", l'UE versa alla Turchia milioni per finanziare un gendarme autoritario dei confini e bloccare i movimenti delle e dei migranti. Le donne e le soggettività LGBT*QIAP+, in Turchia e nell'Europa dell'Est, si stanno mobilitando senza sosta e noi siamo al loro fianco. Le loro voci sono anche le nostre e quelle di chiunque si ribella contro la violenza maschile e di genere, che proprio nella famiglia ha il suo principale baluardo, e contro i ruoli e le gerarchie che essa impone. Per questo oggi rendiamo visibile la nostra presenza al loro fianco, lasciando il segno della lotta femminista e transfemminista che come un fulmine taglia in due la società che ci opprime!".

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