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Cronaca

Fase 2, nuove piazze pedonali in ogni quartiere: la richiesta al Comune

La petizione "Strade aperte a Bologna: c'è fame di spazio!" ha già raggiunto 1.200 adesioni. Tra le proposte anche quella di sperimentare i T-days tutti i giorni della settimana

Sei nuove piazze pedonali per l'estate, T-days durante la settimana, zone 30 si trasformano in zone residenziali. In poche parole, priorità ai pedoni e alla mobilità sostenibile. La proposta è nella petizione "Strade aperte a Bologna: c'è fame di spazio!" che nelle prime 48 ore ha già raggiunto 1.200 adesioni online.

Le piazze individuate sono denominate, in base al luogo prescelto, piazza Serra in Bolognina, piazza Sante Vincenzi in Cirenaica, piazza Mast al Reno, piazza Chiesa Nuova al S. Stefano, piazza Volta al Saragozza, piazze Brescia e Belluno al Savena.

Ogni proposta, messa a punto anche con il contributo di architetti ed urbanisti firmatari del manifesto, prevede non solo la pedonalizzazione dell'area, con chiusura al traffico, ma anche "strade residenziali condivise", in cui cioè, a bassa velocità, sulla carreggiata possono convivere auto, pedoni e ciclisti. Strade aperte propone al Comune di realizzare subito questi sei interventi "per renderli fruibili durante l'estate", coinvolgendo i quartieri, gli abitanti e gli esercenti del territorio e sperimentando interventi leggeri di "urbanismo tattico" con arredi, verde e segnaletica.

"In un momento in cui ci è imposto il distanziamento fisico – dichiara Simona Larghetti, tra gli ideatori del progetto – queste soluzioni trasformano le strade in nuovi e larghi spazi pubblici e creano piazze di prossimità per le persone nei nostri quartieri, per la vita di comunità e l'incontro all'aperto, la socialità di vicinato, il commercio locale, la cultura, il gioco dei bambini, l'attività motoria e sportiva. Il tutto in piena sicurezza".

Strade aperte a Bologna

"È una richiesta che viene dal basso – si legge nella petizione – per riportare lo spazio pubblico al centro dei quartieri e della vita degli abitanti della Bologna fuori porta. È un approccio deliberato e graduale per infondere il cambiamento urbano, ambientale e sociale. È l’idea che strade e piazze della città, da aree di passaggio, di consumo o di parcheggio, tornino a essere luoghi da vivere e in cui vivere, dove la cittadinanza collabora attivamente sia nella ideazione, sia nella realizzazione concreta.

Strade aperte propone e chiede concretamente all’Amministrazione comunale di progettare e realizzare, attraverso percorsi partecipativi che coinvolgano le associazioni e i cittadini dei territori nella loro definizione".

Le proposte

Attuiamo durante l’estate interventi diffusi di urbanismo tattico, con allestimenti anche temporanei con bassi costi e bassi rischi, per avere nuovi luoghi di incontro e di economia di prossimità; Il centro fuoriporta: creiamo nuove piazze pedonali in ogni quartiere, per offrire alla comunità locale spazi sicuri per la socializzazione ed eventi culturali; strade residenziali condivise: diamo priorità alle persone rispetto ai veicoli a partire dalla evoluzione delle zone 30 esistenti in zone residenziali, dove i bambini possano giocare come una volta e i pedoni possano camminare sicuri; T-weeks: sperimentiamo l’estensione dei T-days tutti i giorni della settimana per l’estate e l’abbassamento della velocità a 20 km/h nelle vie secondarie del centro storico, con precedenza a pedoni, ciclisti e micro-mobilità elettrica.

"Abbiamo un’occasione importante: proiettare Bologna nel futuro. Ma il tempo del domani è oggi – concludono – e questa è una sfida da accettare ora".

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