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Venerdì, 19 Aprile 2024

A Bologna le prime pietre d'inciampo per le vittime della Shoah | VIDEO

In totale sono 15, venerdì 10 l'artista tedesco Gunter Demnig le poserà davanti alle abitazioni di alcune vittime bolognesi

Via Rimesse, via del Cestello, strada Maggiore, via de' Gombruti. Sono gli indirizzi di alcune delle vittime della persecuzione nazifascista dove, venerdì 10, saranno posate le prime pietre di inciampo. Le prime Stolperstein, già diffuse in diverse città europee - in totale sono 15 -, saranno installate direttamente dall'artista tedesco Gunter Demnig davanti alle abitazioni di alcune vittime bolognesi.

La cerimonia inizierà con la prima posa alle ore 9, in via Rimesse 25, dove si trova la casa della famiglia Baroncini. Poi, alle 10, in via del Cestello, davanti la casa di Mario Finzi; alle 10.30 in strada Maggiore per la famiglia Calò e infine alle 11.30, dove sarà presente anche il sindaco Merola, in via de' Gombruti, in memoria della famiglia Orvieto.

Il progetto, ideato e realizzato dall'artista Gunter Demnig, vuole tenere viva, nel tessuto della città, la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti con i blocchi di pietra, ricoperti di ottone lucente, sulla cui superficie un'incisione ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, quando conosciuti.

L'espressione "inciampo" deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere tutti coloro che si imbattono, anche casualmente, nell'opera. Demnig prepara ogni singola pietra e la interra personalmente: "Sono sempre inorridito ogni volta che incido i nomi, lettera dopo lettera. Ma questo fa parte del progetto, perché così ricordo a me stesso che dietro quel nome c’è un singolo individuo. Si parla di bambini, di uomini, di donne che erano vicini di casa, compagni di scuola, amici e colleghi. E ogni nome evoca per me un’immagine. Vado nel luogo, nella strada, davanti alla casa dove la persona viveva. L’installazione di ogni Stolperstein è un processo doloroso ma anche positivo perché rappresenta un ritorno a casa, almeno della memoria di qualcuno".

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