rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Pieve di Cento: Guernica, icona di pace

Dedicata al cartone raffigurante l’opera capolavoro di Pablo Picasso da cui è nato l’arazzo esposto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la mostra costituisce una straordinaria occasione per vivere l’esperienza di confrontarsi con l’iconografia emozionante del grande dipinto, che fu riprodotto pittoricamente quasi nella stessa scala per poterlo trasporre in arazzo nel 1955.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Dedicata al cartone raffigurante l’opera capolavoro di Pablo Picasso da cui è nato l’arazzo esposto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la mostra costituisce una straordinaria occasione per vivere l’esperienza di confrontarsi con l’iconografia emozionante del grande dipinto, che fu riprodotto pittoricamente quasi nella stessa scala per poterlo trasporre in arazzo nel 1955. L’idea espositiva parte da una lunga ricerca fatta dalla storica dell’arte Serena Baccaglini che, nel corso dei suoi studi dedicati al grande artista spagnolo, scoprì una eccezionale collaborazione a tre – frutto di una altrettanto eccezionale amicizia – tra Pablo Picasso, Nelson Rockefeller, uno dei più grandi mecenati del Novecento, e l’artista Jacqueline de la Baume Dürrbach, che ricreò il dipinto di Guernica mediante l’antica arte della tessitura. L’entusiastica adesione al progetto espositivo del cartone da parte del Museo Magi‘900 e del suo fondatore Giulio Bargellini si pone in linea con la visione espressa da Picasso: grazie all’arte fare un vibrante appello al mondo affinché non giri mai la testa dall’altra parte. Per comprendere la portata di questa straordinaria vicenda occorre fare un preliminare passo indietro, partendo dalla storia dell’olio di Guernica, oggi al Museo Reina Sofia di Madrid. Guernica è il nome di una cittadina basca dal triste primato: fu, in assoluto, la prima città al mondo a subire un bombardamento aereo, la sera del 26 aprile 1937, ad opera dell’aviazione militare tedesca. La cittadina di Guernica non era teatro di azioni belliche, cosicché la furia distruttrice del primo bombardamento aereo della storia si abbatté sulla popolazione civile uccidendo soprattutto donne e bambini. Quando la notizia di un crimine così efferato si diffuse Picasso, impegnato alla realizzazione di un’opera che rappresentasse la Spagna all’Esposizione Universale di Parigi, decise di realizzare un quadro che denunciasse l’atrocità del bombardamento su Guernica e l’opera, di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8), fu realizzata in soli 33 giorni, preceduta da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori che Picasso ci ha lasciato. L’opera ebbe un successo immediato e fu richiesta in numerose esposizioni internazionali per il suo messaggio morale e civile universale. Anni dopo Nelson A. Rockefeller (esponente dell’omonima famiglia di petrolieri, governatore dello Stato di New York dal 1959 al 1973 e vicepresidente degli Stati Uniti nel 1974 con l’amministrazione Ford), chiese di poter acquistare l’ arazzo che la riproduce, realizzato da Picasso grazie al talento di Jacqueline de la Baume Dürrbach, la geniale artista francese dalle dita d’oro, capace di tessere un dipinto. Oggi l’archivio Rockefeller di New York contiene memoria di quel lungo e fruttuoso accordo tra i tre protagonisti, durato diciotto anni, dal 1955 al 1973, anno della morte di Picasso. Dall’archivio emergono documenti che informano sulle modalità tecniche scelte per realizzare l’opera, fatta sotto la supervisione e direzione di Picasso, che scelse personalmente le undici tonalità cromatiche utilizzate per l’arazzo, rendendolo in questo diverso rispetto al dipinto, creato in bianco e nero per rievocare le immagini riportate nelle foto monocrome dei quotidiani di Parigi. Il compiacimento dell’artista per questa prima esperienza favorì poi la nascita di una collezione unica, in cui ventisei opere dell’artista spagnolo vennero trasformate in arazzi “per poter portare la bellezza alla gente”, secondo l’espressione usata da Rockefeller per descrivere il progetto. Picasso, infatti, a poco a poco, entrò nel magico mondo artistico della Dürrbach, apprezzando a tal punto il complesso lavoro di trasformazione delle sue opere in arazzi da fargli in seguito dire, a proposito del dipinto Déjuner sur l’herbe, che il “lavoro compiuto da Jacqueline era di gran lunga superiore al suo”. Quando Rockefeller, nel 1974, assunse la carica di vicepresidente degli Stati Uniti, gli arazzi – incluso Guernica - furono portati nella sua residenza di Kykuit (Stato di New York) e, nel 1985, la moglie Happy, sei anni dopo la sua morte, decise di consegnare l’arazzo di Guernica alle Nazioni Uniti perché il forte messaggio iconico evocativo sull’orrore della guerra potesse essere continuo e costante. Una targa, accanto all’arazzo posto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sottolinea che esso fu donato “in memory of Nelson Rockefeller and of his faith and support of the United Nations”. Il cartone, di proprietà della famiglia Dürrbach - dopo l’esposizione a Praga (2011-12), a San Paolo in Brasile (2014) e a Wròclaw (2014) – viene esposto per la prima volta in Italia non solo per l’alto valore artistico ma anche per l’indubbio tributo universale che il dipinto offre alla democrazia e alla libertà, fondamenti della vera pace che nasce, germoglia e fruttifica grazie all’impegno politico e sociale contro i conflitti. La mostra, curata da Serena Baccaglini, si onora del Comitato d’Onore composto da Jesùs Manuel Gracia Aldaz, ambasciatore di Spagna in Italia Aldo Amati, ambasciatore d’Italia in Repubblica Ceca Silvia Costa, eurodeputato Evangelos Kekatos, vicesindaco comune di Cefalonia, Grecia Susy Snyder, presidente di ICAN - premio Nobel per la Pace 2017 Si avvale inoltre del Comitato Scientifico composto da Cynthia Bronson Altman, curatore al Rockefeller Brothers Fund., New York Mario Virgilio Montañez Arroyo, responsabile promozione culturale della Fondazione Picasso Glorvina Dürrbach -Célérier, rappresentante eredi di René Dürrbach e Jacqueline de La Baume-Dürrbach Patrizio Battistelli, professore emerito all’Università degli Studi La Sapienza, Roma Antonella Cancellier, docente presso l’Università degli Studi, Padova Vittorio Cigoli, professore emerito all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano Giuliano Pisani, membro del comitato dei garanti per la cultura classica del Miur, Roma Lionello Puppi, professore emerito all’Università degli Studi Ca’ Foscari, Venezia

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pieve di Cento: Guernica, icona di pace

BolognaToday è in caricamento