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Cronaca

Piscine salva-estate nel rispetto delle norme anti-covid: "Le regole sono state assorbite. All'aperto non serve il green pass"

Parla il presidente degli impianti Sogese Armando Ballotta: "La stagione va meglio dello scorso anno anche per una questione di tempo. Massima attenzione sulle regole sanitarie, ma c'è preoccupazione per l'autunno"

Un rifugio dal caldo, il clima da vacanza e il refrigerio garantito da un bel tuffo: le piscine all'aperto sono la boa di salvataggio per chi è rimasto in città in queste settimane afose di piena estate. Oltre alle consuete regole di sicurezza balneare, come ben sappiamo, adesso bisogna fare i conti anche con quelle anti-covid, a partire dal green pass, che non è obbligatorio per le piscine open-air: "Dopo un primo momento di incertezza sul meccanismo del certificato vaccinale devo dire che le nuove procedure sono state assorbite bene dai frequentatori delle strutture - spiega Armando Ballotta, presidente di Sogese - e si è compreso che è obbligatorio solo al chiuso, con la richiesta di compilare un'autocertificazione nella quale all'ingresso di dichiara che si rimarrà solo nell'area aperta. L'affluenza alle vasche quest'anno ha avuto un recupero rispetto alla scorsa estate, certo è che siamo lontani dai numeri del 2019". 

Quali altre regole e precauzioni sono in vigore dalla pandemia in poi? 

"Intanto vigono le regole che abbiamo sempre rispettato in materia di sicurezza balneare, a partire dalla presenza di addetti all'assistenza in vasca (i bagnini) contati in base alla grandezza della piscina: mediamente sono tre, a rotazione due sull'acqua e uno a disposizione dei clienti nelle varie aree. Per precauzione questi addetti indossano la mascherina anche all'aperto nel momento in cui la distanza con la persone più vicina si aggira intorno al metro. A proposito di distanziamento, in vasca la misura da rispettare è di sette metri e quindi una capienza di circa una cinquantina di natanti per specchio d'acqua. Chiaramente vale fra amici e non tra mamma e figli o conviventi. Il nostro personale si occupa di monitorare anche questo". 

E come reagiscono i clienti delle vostre strutture? Risultano regole "fastidiose" quelle imposte dalla pandemia? 

"Un po' di insofferenza talvolta si percepisce e noi dal canto nostro cerchiamo di essere poco invasivi. Abbiamo una grande responsabilità. Sul fronte green pass, come ho già detto, possiamo dire che sia stato ormai bene accettato ed esiste per chi entra nelle sole zone all'aperto un documento da firmare con il quale ci si impegna e limitarsi alle sole aree consentite anche a chi non ha la certificazione vaccinale. Queste persone non potranno quindi accedere alle vasche interne". 

Quali sono le fasce più problematiche? 

"Come ben sappiamo non ci sono vincoli fino ai 12 anni di età e dai 40 in su la copertura vaccinale è ottima. Il problema quindi sta nelle fasce che stanno nel mezzo e la situazione è critica soprattutto pensando al prossimo autunno, tutt'altro che lontano. Anche nell'ottica dell'importanza dello sport per la salute e i benessere, temiamo l'abbandono dei ragazzi fra i 15 e i 20 anni e auspichiamo che qualcosa in questo senso possa essere fatto". 

Green pass: ecco cosa è cambiato dal 6 agosto

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