Continua ad alimentare preoccupazioni e messaggi di allerta, il tragico gesto compiuto da un poliziotto penitenziario di 44 anni, che sabato mattina si è sparato mentre era in attesa di essere visitato al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Orsola. L'uomo è ancora ricoverato in condizioni critiche nel reparto di rianimazione.

All'S.O.S. sulle condizioni degli agenti penitenziari, lanciato dal Sappe e da Uil Penitenziaria, si aggiunge anche quello di FP GIL Polizia Penitenziaria che intende "ricordare come purtroppo non siano isolati nel nostro Paese, episodi drammatici come questo che tragicamente accumunano I destini di chi nel carcere è ristretto e di chi in carcere lavora".

"È da tempo - aggiunge il sindacato - che ai diversi livelli chiediamo vengano istituiti a livello locale centri territoriali psicologici e di ascolto, oggi esiste soltanto un numero telefonico nazionale al quale rivolgersi in caso si pensi di avere bisogno".

Non tutti i lavori sono uguali - rilevano ancora il sindacato - "e certamente quello del poliziotto penitenziario è connotato dalla presenza di stress correlato in maniera molto più elevata che in altre professioni. "

La richiesta è che possa "aprirsi una fase nella quale tutti i soggetti coinvolti nell'universo carcere, a partire dall'amministrazione penitenziaria, concordino sul fatto che vanno istituiti tutti gli strumenti utili , coinvolgendo anche le ASL del territorio, per prevenire e combattere il disagio psicologico che porta anche a conseguenze estreme. Circa 90 sono i casi di suicidi negli ultimi 10 anni, cerchiamo tutti di fermare questa tristissima conta".