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Il presepe dei Magi in Comune, Zuppi: 'Mai da usare come clava'

In terracotta, creato da Elisabetta Bertozzi e Luigi Enzo Mattei, ha come particolarità la figura femminea di Baldassarre

Il sindaco Virginio Merola ha inaugurato il “Presepio dei Magi” di Elisabetta Bertozzi e Luigi Enzo Mattei, allestito nel Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio, alla presenza dell'Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. L'opera rimarrà nel Cortile d'Onore fino al 6 gennaio 2019 e si potrà visitare tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30.

Il Presepio dei Magi è inserito nel percorso cittadino in 41 tappe per riscoprire l'antica tradizione del presepe, che si snoda per le vie della città e porta ad incontrare presepi antichi mirabilmente ambientati, presepi di recentissima realizzazione e alta qualità, rassegne notevolissime, in un itinerario che valorizza insieme ambienti e artisti e che partendo dal cuore della città, dal Cortile d’Onore del Palazzo del Comune, conduce alla periferia.

Il presepe e' segno "di grande accoglienza" ed e' simbolo "della nostra identita'. Non e' mai da usare come se fosse una clava, non ne abbiamo bisogno". E' il monito dell'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che oggi ha inaugurato insieme al sindaco Virginio Merola e al prefetto Patrizia Impresa il nuovo presepe allestito nel cortile d'onore di Palazzo D'Accursio.

"Per i cristiani il presepe e' il simbolo della nostra fede e della nostra identita'- afferma Zuppi- ed e' tanto legato anche all'umanesimo europeo. Non e' mai da usare come se fosse una clava, non ne abbiamo bisogno. Ma deve aiutare tutti a sentire la vicinanza degli altri e la presenza di Dio".

Il presepe allestito quest'anno in Comune e' stato creato dagli scultori Elisabetta Bertozzi, che ha realizzato i Magi, e Luigi Enzo Mattei, gia' autore della ricostruzione tridimensionale del corpo dell'uomo della Sindone, che si e' occupato della Nativita'.

La particolarita' e' che uno dei Magi, Baldassarre, e' rappresentato come un giovane di origini africane ma con un profilo piu' femminile. "Ha sembianze androgine- conferma Bertozzi- per simboleggiare un amore piu' attento alla nascita di Gesu' rispetto agli altri due, che sono leggermente distratti perche' sono dubbiosi". Ma e' anche un richiamo all'attualita' e alla societa' contemporanea.

"E' messaggio di integrazione sotto molti aspetti", afferma la scultrice. Quanto alla Nativita', spiega invece Mattei, Giuseppe e' raffigurato con aria dubbiosa e osserva l'evento da una posizione un po' defilata, quasi sullo sfondo. Maria invece "e' diafana, una figura quasi rassegnata di fronte al bambino di cui conosce gia' le sorti. Una Madonna che e' nel rapporto tra padre putativo e figlio in maniera particolare e credo anche innovativo", chiosa lo scultore. (Dire)

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