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Cronaca

Primavera, tempo di allergie: "Esordio delle patologie anche in età adulta"

L'esperta: "Anche in allergologia continui avanzamenti e miglioramenti in campo diagnostico e terapeutico. Ad oggi siamo arrivati ad un altissimo livello diagnostico con l'introduzione degli allergeni molecolari"

La primavera è accolta sempre con gioia, salvo per chi (e siamo in tanti) questo periodo dell'anno significa anche il fastidio delle allergie: pruriti agli occhi e al naso, lacrimazione, starnuti. Le persone allergiche ai pollini crescono e molti hanno le prima manifestazioni in età adulta, segno che che la patologia può subentrare in varie fasce d'età. E' la responsabile dell'ambulatorio allergologia dell'Ospedale Maggiore Gaia Deleonardi, specialista in allergologia ed immunologia clinica a chiarire diversi aspetti su queste patologie, che sono tendenzialmente in aumento. 

E' arrivata la primavera: bella per tutti, ma un po' meno per chi è allergico ai pollini. Quanti sono gli italiani (indicazione generale, non dati veri e propri) che soffrono in questo periodo?

La sola rinite allergica è un problema sanitario che riguarda circa il 5 - 35% della popolazione mondiale e la sua prevalenza è tendenzialmente in aumento. L'Italia non fa eccezione, 6% dei bambini di al di sotto dei 7 anni di età e il 16% degli adolescenti soffrono di rinite allergica e anche nelle altre fascie di età non ci distacchiamo dagli altri paesi Europei. Questo fa si che rinite e asma allergico rappresentino un problema sanitario sia in termini di qualità della vita della popolazione sia in termini di costo sanitario.

Quali sono i pollini che maggiormente danno fastidio?

Nella nostra regione i più importanti aeroallergeni sono i pollini delle graminacee, piante spontanee con fioritura da aprile a ottobre ma con un pico tra aprile giugno. Ovviamente la loro concentrazione dipende dalle condizioni metereologiche, per esempio l'alternanza di periodi di pioggia e periodi di sole possono causare ripetute fioriture con prolungamento dell'impollinazione e conseguentemente della sintomatologia allergica. Da non sottovalutare il ruolo di altri pollini in particolare delle Betullacee e delle Cupressacee, piante introdotte a scopo ornamentale nella nostra regione ma che stanno hanno provocando una modificazione nella durata della stagione pollinica (le cupressacee hanno un picco di fioritura da fine gennaio a marzo) e nella sintomatologia (le betullacee sono spesso responsabili di cross reattività tra pollini e alimenti, in particolare con frutta e verdura). Anche i pollini delle Oleacee che fino ad alcuni anni fa non rappresentavano un problema clinico stanno assumendo un'importanza sempre maggiore, infatti se la loro pollinazione coincide con il periodo delle graminacee, la concentrazione è spesso altalenante da un anno all'altro ed è responsabile del peggioramento della sintomatologia tra una primavera e l'altra.

Come capire se siamo di fronte a una vera e propria allergia? Quali i sintomi?

Confinando il discorso alla rinocongiuntivite allergica possiamo identificare alcuni segni clinici  caratteristici: la ricorrenza della sintomatologia, una rinorrea acquosa, la presenza di congiuntivite bilaterale con lacrimazione, il prurito a carico di naso e occhi, l'ostruzione nasale bilaterale. Spesso la rinite si associa a comorbidità, la più importante è sicuramente l'asma bronchiale ma da non sottovalutare l'importanza di alterazioni del sonno e peggioramento della qualità della vita. Inoltre in un 25% dei pazienti pollinosici si sviluppa una cross reattività tra pollini e alimenti che è causa di prurito a carico del cavo orale e edema della labbra generalmente autolimitantesi in seguito all'asunzione di alcuni alimenti in particolare frutta e verdura. Questi sintomi benchè non siano nella maggior parte dei casi preoccupanti e presenti soprattutto con alimenti crudi ma non con alimenti cotti e più accentuati durante la stagione pollinica, possono indurre a limitazioni della dieta in realtà non necessarie e sono fonte di preoccupazione per il paziente allergico.

E' vero che un'allergia può fare la sua comparsa anche in età adulta o addirittura avanzata?

Indubbiamente stiamo assistendo ad un costante aumento dell'età media dei nostri pazienti, con esordio delle patologie allergiche ormai in tutte le fasce d'età. La ormai nota "marcia allergiga" di cui si è tanto discusso che vede nei soggetti atopici (cioè predisposti allo sviluppo di malattie allergiche IgE mediate) la progressione dalla dermatite atopica nella prima infanzia ad un coinvolgimento delle vie aeree con rinite e asma bronchiale nell'adolescenza, è un concetto da rivalutare e adattare a seconda dell'età del nostro nuovo paziente.

Rimedi: solo farmaci? Precauzioni?

La rinocongiuntivite è spesso una patologia sottovalutata dalla maggior parte dei pazienti e dei medici. Questo fa si che spesso si giunge all'osservazione di un medico specialista in allergologia con forte ritardo sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista economico. Stiamo assistendo ad un costante aumento delle forme di rinite classificate come severe (circa il 30% dei pazienti con rinite allergica) che richiedono interventi terapeutici importanti e prolungati. Non possiamo evitare di entrare a contatto con i pollini, possiamo solo cercare di proteggerci un po' evitando il contatto con erba appena tagliata, di fare lavori di giardinaggio senza le opportune protezioni, un aiuto è rappresentato dai filtri nasali e filtri negli impianti di condizionamento di auto e casa, è indicato cambiare gli abiti e lavare i capelli in caso di contatto con pollini, ma la cosa più importante è fare una terapia farmacologica attentamente valutata che da un lato consente di ridurre al minimo i sintomi e le limitazioni nel proprio stile di vita e dall'altro di ridurre al minimo le terapie d'emergenza che spesso e volentire richiedono l'utilizzo di farmaci ad alto dosaggio nella maggior parte dei casi evitabili con opportuna terapia preventiva. La persona allergica deve poter vivere serenamente ogni primavera.

Ha dei consigli da dare? Ci sono ricerche in questo ambito?

Fortunatamente come in molti ambiti della medicina anche in allergologia vediamo continui avanzamenti e miglioramenti in campo diagnostico e terapeutico. Ad oggi siamo arrivati ad un altissimo livello diagnostico con l'introduzione degli "allergeni molecolari" che ci consentono di districarci e comprendere bene polisensibilizzazioni e cross reattività. E questo ci consente sia di stratificare meglio il rischio clinico dei nostri pazienti sia di utilizzare nel modo più efficace le nostre armi terapeutiche. Mi riferisco in particolare all'immunoterapia (meglio conosciuta come vaccino) che consiste in sostanza nella somministrazione di un allergene a dosaggio controllato in modo di insegnare al nostro sistema immunitario a non rispondere in maniera aberrante agli allergeni stessi. Questa terapia è una potente arma nelle mani degli specialisti in allergologia che consente di modificare la storia naturale della malattia. In fondo il paziente allergico deve poter vivere bene ogni primavera e ogni stagione, questo è un traguardo raggiungibile se non si sottovalutano i sintomi e le possibili complicanze delle malattie allergiche. Il mio consiglio è di rivolgersi al proprio medico curante o ad uno specialista in allergologia in modo da controllare il quadro clinico e valutare la soluzione migliore senza troppi indugi e senza aspettare di "stare veramente male", frase troppo frequentemente sentita nei nostri ambulatori.

Gaia Deleonardi, Dirigente Medico Laboratorio Unico Metropolitano, Specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica,Responsabile Ambulatorio Allergologia Ospedale Maggiore Bologna, Responsabile Diagnostica Allergologia ed Autoimmunità LUM

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