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Cronaca

Principato di Monaco, nuovo quartiere con la sabbia siciliana: azienda bolognese incassa il "no" della Regione

Il prelievo del materiale dalle coste siciliane sarebbe dovuto essere a cura di Arenaria, della società Seci Real Estate, del Gruppo Maccaferri

Un quartiere del Principato di Monaco costruito con la sabbia di Termini Imerese, e tra i due un'azienda bolognese che ha incassato il "No" della Regione.  

Come riferisce Palermo Today, il Principato punta a espandersi sul mare costruendo da zero una penisola, da "popolare" con residenze di lusso e spazi di pubblica utilità, un nuovo parcheggio, un parco verde di un ettaro, percorsi a esclsivo uso pedonale e un lungomare. Per questi sessantamila nuovi metri quadrati - che prenderanno il nome di Portier Cove - però servono materiali da cava e sabbia. Il progetto, al quale ha partecipato anche Renzo Piano, prevede il prelievo di sabbia (700 mila metri cubi) proprio dai fondali di Termini Imerese. La Regione ha però detto "no" allo scavo. E si profila una battaglia legale tra la società che ha vinto la gara e Palazzo d'Orleans.

Il prelievo del materiale dalle coste siciliane sarebbe dovuto essere a cura di Arenaria, della società Seci Real Estate, del Gruppo industriale Maccaferri, che ha in concessione due tratti di mare al largo delle coste italiane. 

Il progetto

"L’ampliamento - si legge sul sito della società che cura il progetto - prenderà le sue forme al di sopra di un’estensione artificiale in mare della terra di 6 ettari il cui profilo sarà definito da un’imponente infrastruttura marina composta da una successione di 18 cassoni trapezoidali prefabbricati di cemento armato alti 26 metri e di 10.000 tonnellate di peso ciascuno. All’interno, uno scavo sottomarino e il suo riempimento con materiali da cava e sabbia proveniente anche dalla Sicilia – dal deposito in concessione ad Arenaria, società di Seci Real Estate, Gruppo Industriale Maccaferri – faranno da fondazione portante per tutto l’intervento edilizio. La concessione, rilasciata ad Arenaria dalla Regione Siciliana, si trova nel mar tirreno meridionale al largo di Termini Imerese a 120 metri di profondità e ha una capienza di circa 130 milioni di metri cubi. Ed è proprio qui che verranno prelevate nel 2019 importanti volumi di sabbie per il progetto di 'land reclamation' del Principato. Le sabbie sono state scelte dopo accurate valutazioni delle loro caratteristiche tecniche ed ambientali da parte della impresa di costruzione francese che si è aggiudicata l’appalto".

Lo "stop" della Regione

La Regione si è però opposta al progetto. Prima con il "no" del Consiglio regionale della pesca, poi con l’esito negativo del procedimento di valutazione ambientale (VIA) e della valutazione di incidenza ambientale (VincA). Infine con la delibera firmata dall’asessore al Territorio e Ambiente, Salvatore Cordaro. Nella relazione si sottolineano le gravi ripercussioni dello scavo sull'ecosistema marino. 

"A fronte di siffatta ipotesi di sfruttamento - si legge - non viene, peraltro, descritta o proposta alcuna misura compensativa. Lo sfruttamento di una risorsa preziosa e non rinnovabile, qual è la sabbia relitta, deve essere oggetto di ancor maggiore prudenza". La sabbia se destinata al principato di Monaco "non potrebbe essere evidentemente utilizzata per far fronte a ciò che Ispra e il sistema delle agenzie di protezione ambientale sottolineano essere una vera e propria 'emergenza ambientale', ossia l'erosione costiera".

"Prelevare tonnellate di materiale da un'area fragile - dice il presidente della Regione Nello Musumeci - sarebbe un suicidio. Non ce lo possiamo permettere. Se si dovesse recuperare la sabbia, non potrebbe che servire a interventi contro l'erosione delle coste isolane".

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