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Privacy fra social, dati personali e minori. L'avvocato: "Rischio di manipolazioni e intenti criminali"

L'avvocato esperto in tema di privacy mette in guardia su un nuovo software: "Prendono video e foto dai social e si usano per falsi video hard usati poi per ricattare le persone. Online c'è anche il mercato nero delle identità rubate: con 3 euro compri un documento o un codice fiscale"

Accetto. Acconsento. E cliccando si dà il via libera alla raccolta dei nostri dati in rete: il tema della privacy in queste settimane è particolarmente dibattuto (a partire dalla morte della piccola Antonella di Palermo, che potrebbe aver perso la vita partecipando a una challenge online) e da ieri, martedì 9 febbraio, è scattato per il social Tik Tok il blocco e la rimozione di tutti gli utenti italiani al di sotto dei 13 anni, così come stabilito dal Garante della Privacy. Al centro dell'attenzione dell'autorità di controllo in questi giorni anche la nuova piattaforma Clubhouse, alla quale ha fatto richiesta formale per chiarire alcuni dubbi sull'app che si costruisce unicamente su messaggi audio e che dovrà rispondere a tutte le domande poste entro un paio di settimane. 

"Quando un servizio è gratuito, spesso chiede in cambio dei dati personali"

In una società pervasa da tecnologie e dati è necessario assumere un ruolo più responsabile sulla privacy. Lo spiega l'avvocato Enrico Buono, che proprio di questo si occupa ogni giorno nel suo studio bolognese: "Tutti ci dobbiamo responsabilizzare di più visto che sul web ci sono anche intenti manipolativi e criminali. Lo abbiamo visto con il famoso scandalo politico della britannica Cambridge Analytica, che dopo aver raccolto i dati personali di 87 milioni di account Facebook, li avrebbe poi usati per scopi di propaganda politica influenzando il voto degli elettori indecisi sulla Brexit e sulle elezioni USA. Dobbiamo pensare che quando un servizio è gratuito (un social o una connessione wi-fi per esempio) c'è sempre il rischio che 'in cambio' si dia qualcosa e in questo caso dei dati personali". 

Come ci si protegge dal rischio che i nostri dati vengano utilizzati come non vorremmo? 

"Intanto leggendo i termini a accettando solo quello che si capisce e che si intende accettare consapevolmente. L'importanza dei dati personali è stata inizialmente molto sottovalutata e oggi invece vediamo quanto sia diventata centrale. Spesso clicchiamo velocemente per accedere a un servizio o a un contenuto, ma dovremmo prestare più attenzione a queste azioni. La regolamentazione non riesce a stare al passo con l'evoluzione rapidissima di questi mezzi e sta diventando un problema". 

Soprattutto con i minori, così come le cronache ci confermano in queste settimane...

"Il tema dei minori è un quesito interessante e al centro c'è la tutela sia della salute fisica che di quella psicologica dei giovanissimi. Fra gli adolescenti c'è una cultura di condivisione smisurata (spesso senza il controllo di adulti) e questo purtroppo porta a conseguenze spiacevoli: pensiamo a un pedofilo che cerca di combattere la propria perversione sessuale e si trova così facilmente di fronte a foto con l'oggetto del suo desiderio. E pensiamo non sono solo immagini: dietro ci sono dei ragazzini e a volte bambini che possono interagire con chiunque e con l'alias di chiunque. Riscontriamo un incremento della violenza a distanza, con foto a sfondo erotico intercettati da soggetti maggiorenni che poi li ricattano e chiedono altro materiale pedopornografico in cambio del silenzio". 

"Un nuovo software è in grado di sostituire i volti e i dettagli di video hard facendo credere che il soggetto sia una persona della quale si sono prese le sembianze online. Effetti devastanti nell'ottica del revenge porn"

A proposito di ricatti, un altro fenomeno dilagante è quello del revenge-porn. Ma ci sono anche i furti di identità: come e quando avvengono? Ci sono dei nuovi fenomeni sui quali mettere in allerta? 

"Sì, il ricatto pornografico a scopo vendicativo si verifica spesso e va denunciato, viste anche le molte storie finite in modo drammatico. I furti di identità sono frequentissimi ed esiste un vero e proprio mercato nero e un 'dark web' nel quale se ne possono acquistare pagando in bitcoin. Parliamo di 3,50 euro per una carta di identità o un codice fiscale. In vendita anche dei conti correnti rubati, dunque attenzione a quando si inseriscono dati sensibili nei vari portali. Esiste in effetti un nuovo software che mette in allarme: si tratta di una tecnologia che riesce a sostituire volti e persino alcuni dettagli di filmati hard finendo per falsare dei video che sembrano veri in tutto e per tutto. E qui, senza volerlo, c'è la complicità della vittima che ha messo in rete immagini e riprese proprie. Le conseguenze possono essere devastanti come ben si può immaginare". 

Ma le pene per questi reati sono proporzionate alle pesanti conseguenze che possono avere sulla vita delle vittime? 

"Lo sono. Il punto è la difficoltà nello svolgere le indagini perchè trovare le prove sul web è complicato, così come spesso individuare i responsabili. Gli esperti della Polizia Postale sono molto preparati e capaci, ma forse sproporzionate rispetto alle dimensioni del cyber-crime". 

La maggior parte dei vostri clienti è rappresentata da aziende più che da privati, giusto? Quali sono le problematiche legate alla privacy che interessano le attività?

"Sì, personalmente lavoro molto con le aziende dal 2018, da quando il regolamento del Parlamento Europeo ha imposto ai Paesi UE un livello di tutela maggiore in quanto a privacy: il tessuto aziendale in generale è ancora molto indietro in materia e il processo di adeguamento è in corso. Il punto è avere una chiara cognizione di come i dati vengono acquisiti e con quali precauzioni e livelli di sicurezza vengano trattati. E andiamo dal parrucchiere che raccoglie i numeri di telefono nell'agenda degli appuntamenti allo studio medico che gestisce le cartelle cliniche fino al dipendente disabile di un'impresa a rischio pregiudizio e discriminazione". 

Un'ultima domanda tornando al tema dei social e delle nuove piattaforme. Parliamo del nuovo Clubhouse, che ultimamente si sta diffondendo e ha attirato anche l'attenzione del Garante della Privacy...

"Potrebbe essere il futuro dei podcast. So che che si basa sui messaggi vocali divisi nelle varie rooms e che è un social molto utilizzato dai vip e dai politici in USA, ma non lo conosco ancora". 

Due suggerimenti al volo per tutelare le nostra privacy?

"Aggiornare spesso i dispositivi per via dei bug di sicurezza e prima di prestare il consenso leggere l'informativa. Se non la si legge allora è bene non dare il consenso".  

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