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Cronaca Fiera / Piazza della Costituzione

Processo mafie 'Aemilia', imputati contro parti civili: 'Escano dall'aula'

No dei legali della difesa. Una trentina tra sindacati comuni e associazioni chiedono la costituzione di parte civile. Anche la Regione ha fatto questa scelta e lo stesso Presidente Bonaccini ha assistito alla prima udienza

La decisione sarà nota nei prossimi giorni, ma già sono state sollevate le prime eccezioni preliminari nei confronti di chi ha fatto richiesta per costituirsi parte civile nel maxi-processo 'Aemilia' che ha preso avvio questa mattina alle 9, presso l'aula speciale allestita nel padiglione 19 della fiera di Bologna

I legali della difesa hanno chiesto che sindacati e associazioni uscissero dall'aula. Anche la Regione Emilia-Romagna ha fatto questa scelta e lo stesso Presidente Stefano Bonaccini è arrivato in Piazza Costituzione per assistere alla prima udienza: "La presenza della Regione a questo processo sta a significare che noi siamo in prima linea in questo impegno - ha detto l'assessore regionale alla legalità Massimo Mezzetti ai cronisti - vorremmo essere d'esempio nei confronti di tutte le istituzioni di questa regione che la lotta contro le mafie radicata sul territorio è una lotta di fronte la quale nessun amministratore può e deve sottrarsi. Dopo il processo Aemilia nessun amministratore pubblico e nessun tecnico amministrativo può più permettersi di dire 'io non sapevo, io non immaginavo'. Da oggi, chi lo dovesse dire si rende complice di questa presenza sul nostro territorio". Una trentina tra sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL, comuni e associazioni come Libera, Avviso Pubblico che chiedono la costituzione di parte civile.

Il più grande processo sulle Mafie al Nord ha inizio

"Dobbiamo promuovere un cambiamento profondo, in Emilia-Romagna c'è la mafia. Non sappiamo che ramificazioni abbia - ha detto il segretario regionale Cgil Vincenzo Colla ai giornalisti- relazioni e le contiguità con le mafie abbiamo bisogno ancora di scavare". "Una grandissima ferita che si sta cercando di ricucire con questo processo" per Carmelo Massari di Cisl Bologna e Emilia-Romagna "il mondo del lavoro è stato penalizzato da questa inchiesta, i lavoratori sono stati danneggiati perchè è passato un principio che ogni volta che nasce un'inchiesta il rapporto di lavoro viene sciolto perchè l'azienda viene commissariata". 

"E' un segnale politico importante ed è logico che a qualcuno dia fastidio" ha detto il segretario regionale Uil, Giuliano Zignani, all'uscita dall'aula "un'area dell'economia della regione che rischia di cadere in mano alle mafie ma c'è anche una parte sana che sta reagendo".

"Paradigmi che ci aiutano a fare delle riflessioni generali sul rischio del radicamento mafioso" ha detto Antonia Monachetti di Libera a Bologna Today "è importante che dalle indagini siano emersi relazioni e traffici, speriamo che, se accertati, vengano confermati anche per testimoniare attraverso una verità giudiziaria qual è il rischio sui nostri territorio e per avere gli strumenti per sensibilizzare maggiormente la comunità". 

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