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Cronaca

Con le "Case della Salute" non ci sarebbero questi disagi al pronto soccorso

I sindacati Cgil, Cisl e Uil dell''Emilia-Romagna spingono sulle Case della Salute: "Procedere celermente per la piena realizzazione di quelle programmate"

Se tutte le Case della Salute fossero attive, al Pronto soccorso non ci sarebbero code e disagi visti in questi giorni. A premere sulla Regione, perchè porti a compimento il progetto, sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil dell''Emilia-Romagna, che in una nota congiunta invitano viale Aldo Moro ad accelerare i tempi.

Finora, le Case della Salute realizzate "coprono circa il 45% della popolazione", quindi occorre "procedere celermente per la piena realizzazione di quelle programmate", dando a tutti gli emiliano-romagnoli "punti intermedi territoriali a cui accedere, invece di andare verso le strutture ospedaliere e i Pronto soccorso quando non e'' necessario". Secondo i confederali, dunque, "se avessimo avuta la piena realizzazione delle strutture territoriali, avremmo probabilmente visto meno code ai Pronto soccorso, con i conseguenti disagi per i cittadini e per gli stessi operatori sanitari".

Cgil, Cisl e Uil affermano di non condividere "la posizione di certi sindacati dei medici, che esprimono la preoccupazione di perdere ''un ruolo di comando'' a favore degli infermieri". Secondo i confederali, si tratta di una "polemica fuorviante e infondata", visto che le Case della Salute "si caratterizzano per la realizzazione di equipe multiprofessionali", nelle quali i medici "si confrontano e collaborano per costruire l''intervento piu'' appropriato a favore dei pazienti in ambito sanitario", mentre "con i professionisti del sociale collaborano per trovare la soluzione migliore". 

Insomma, il rapporto col paziente "non è più esclusivo - affermano i sindacati- ma è il frutto di un confronto fra professionisti che costruiscono un intervento integrato. Di questo hanno bisogno gli anziani non autosufficienti e pluripatologici, gli psichiatrici e le varie situazioni di fragilità sociosanitaria". Per Cgil, Cisl e Uil "non c'è più bisogno di un dibattito nel quale prevalgono le ''gerarchie professionali''.

Crediamo che un diverso modello di sanità territoriale nella quale i professionisti lavorano insieme in equipe ognuno con le proprie competenze e responsabilità sia un modello positivo". Oggi, intanto, si è svolto in Regione il primo incontro del 2017 fra l'intersindacale medica e l''assessorato alla Salute di viale Aldo Moro, dopo l'accordo firmato lo scorso 28 novembre.

"Nei prossimi giorni - fa sapere la Regione in una nota - partirà il tavolo specifico dedicato al tema dell'emergenza e urgenza, come previsto dall'accordo, mentre è stato avviato il lavoro per la redazione del piano triennale per la riduzione del precariato nelle aziende sanitarie della regione, che prevede la stabilizzazione dell'80% dei contratti libero-professionali". Regione e sindacati si sono anche impegnati a concordare un piano di lavoro per affrontare nei prossimi mesi tutti i punti previsti dall''accordo e le criticità aziendali.

(fonte DIRE) 

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