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Cronaca

Nel pronto soccorso delle violenze sessuali: "Qui le vittime possono contare anche su un medico legale"

INTERVISTA. La dottoressa Marinella Lenzi racconta l'Ambulatorio Urgenze per violenza sessuale del Maggiore: "Nato nel 2008 oggi accoglie fra le 30 e le 40 donne ogni anno. Le vittime hanno 6 mesi di tempo per decidere se denunciare o no"

Un pronto soccorso per le donne che hanno subito violenza sessuale. Accoglie mediamente fra le 30 e le 40 persone l'anno e si trova all'Ospedale Maggiore: è l'Ambulatorio Urgenze per violenza sessuale della dottoressa Marinella Lenzi. E' lei, nella giornata internazionale contro la violenza di genere, che spiega cosa avviene in questa area speciale: "Si tratta di un ambulatorio con un focus molto specifico, nel senso che è mirato alla presa in carico della violenza sessuale in acuto e dunque accoglie le vittime nelle prime 48/72" spiega la direttrice del reparto Ostetricia-Ginecologia dell'Ausl di Bologna. 

Perché è importante questo criterio temporale? 

"Lo è perché entro questo lasso di tempo è possibile il recupero del materiale a scopo forense. E' qui fra l'altro che noi conserviamo gli indumenti delle donne violentate per sei mesi, che è il tempo entro il quale le vittime possono decidere di denunciare gli stupri. Questa operazione di conservazioni è per altro forse la parte più delicata ed è impossibile organizzarla su due piedi visto che include anche tutto un percorso di tracciabilità". 

Quante donne sono passate di qui negli ultimi 12 mesi? Dove si trova fisicamente l'ambulatorio urgenze per violenza sessuale? 

"L'ambulatorio conta fino a una quarantina di pazienti all'anno, negli ultimi 12 mesi sono state 28 con diversi gradi di intensità a seconda dei periodi. Sembrano numeri piccoli, ma la violenza sulle donne é tanta. Fisicamente siamo annl'ingresso della Maternità dell'Ospedale Maggiore ed è qui che la donna viene accolta per fare esami e accertamenti. E' l'ambulatorio accettazione urgenze, quindi il pronto soccorso".

Da quanto tempo esiste? 

"E' stato strutturato nel 2008 anche se il lavoro è cominciato qualche anno prima. Si andava al pronto soccorso e non c'erano protocolli consolidati, poi partendo dalle guida dell'OMS (recentissime all'epoca) si è concordato a livello cittadino che questo diventasse il centro unico di riferimento, mentre la pediatria del Sant'Orsola lo è per la violenza e l'abuso dell'infanzia. In sintesi significa che quando una dpnna dichiara una violenza viene portata da noi. Se è d'accordo naturalmente ". 

Il valore aggiunto di un ambulatorio dedicato a questo tipo di emergenza? 

"Centralizzare i casi e avere disposizione personale formato di continuo. Tutto è codificato ed è possibile qui avere anche la consulenza del medico legale. Bisogna comunque aumentare la sensibilità dei pronto soccorso alla tematica della violenza sessuale, fare il protocollo, creare relazioni con le forze dell'ordine e con le associazioni cittadine come Casa delle Donne. In questo ambulatorio naturalmente cerchiamo di garantire la privacy con spazi dedicati, anche se con il covid è diventato più complicato". 

A proposito di forze dell'ordine, come procede il vostro lavoro in sinergia? 

"Molto bene. Non a caso un cambiamento che ho notato negli ultimi anni è che se prima le donne che hanno subito violenza venivano in pronto soccorso accompagnate da amici o familiari, adesso è più frequente che arrivino insieme a Polizia e Carabinieri: è il frutto del lavoro fatto insieme sulla sensibilizzazione e il cambiamento è assolutamente positivo". 

Qual è il percorso che fa una donna accedendo a questo ambulatorio? 

"Il percorso della donna include una prima accoglienza e, se non ci sono situazioni sanitarie eclatanti, in primis c'è il racconto che ci guida anche sugli accertamenti da fare in termini di esami e prelievi. Una volta fatto, previo consenso della vittima, è la donna che decide se procedere o meno con la denuncia avendo a disposizionenel suo lasso di tempo 6 mesi di tempo. In media tutta la procedura richiede non meno di 3/4 ore".  

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(In foto la Dottoressa Marinella Lenzi)

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