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Cronaca Borgo Panigale

Prostituta affetta da HIV in carcere, l'avvocato: "Aveva già chiesto aiuto alle forze dell'ordine"

Rapporti non protetti dietro compenso maggiorato: la giovane romena è ora in carcere. L'avvocato d'ufficio: "Inadeguatezza del sistema di protezione delle donne trafficate "

"Il clamore che si è creato intorno al caso della giovane donna affetta da Hiv, che avrebbe avuto rapporti non protetti con clienti occasionali, al di là di ogni considerazione sulla pretestuosità del clamore stesso e dell'accertamento della supposta responsabilità penale della giovane, dimostra ancora una volta la totale inadeguatezza del sistema di protezione delle donne 'trafficate'''. Così l'avvocato Piero Gennari, che assiste d'ufficio la ventenne romena fermata dai carabinieri di Borgo Panigale di Bologna, con l'accusa di lesioni personali gravissime.

IN CARCERE. La ragazza è in carcere e oggi ci sarà l'udienza di convalida. ''Se risultasse vero - dice il legale - che la ragazza si è rivolta alle forze dell'ordine per denunciare il proprio sfruttatore senza che le sia stato proposto alcun aiuto concreto ed immediato, ciò svelerebbe un vuoto gravissimo di tutela ed una assenza delle istituzioni, pur competenti in materia di protezione delle vittime di traffico''.

La vicenda che ha portato al fermo è infatti emersa nell'ambito di un'indagine che va avanti da mesi per contrastare lo sfruttamento della prostituzione nella zona della 'Pioppa' di Borgo Panigale. La giovane, a quanto si apprende in ambiente investigativo, tempo fa venne effettivamente sentita dagli inquirenti e risulta inserita in dinamiche che lascerebbero presupporre lo sfruttamento, anche se su questo sono ancora in corso accertamenti. ''Se è vero - prosegue comunque Gennari - che la ragazza ha chiesto aiuto, ci chiediamo perchè le forze dell'ordine, che hanno l'obbligo giuridico di informare la vittima circa le possibilità di ottenere protezione, non hanno immediatamente attivato i servizi sociali, i servizi per i progetti di cui all'art. 18 del TU immigrazione o i centri antiviolenza''. L'avvocato si chiede anche ''se esista davvero una rete di tutela pubblica di queste donne, che al di là di facili strumentalizzazioni, anche massmediatiche, rappresentano una delle categorie di persone tra le più vulnerabili, essendo esposte a vessazioni, violenze, sfruttamento e coartazione della volontà. E' stata resa effettiva quella comunicazione tra forze dell'ordine e servizi sociali che dovrebbe consentire alle donne vittima di tratta di ottenere una protezione efficace e tempestiva?''.

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