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Cronaca Via della Fornace

Prostituzione, appartamenti a 'luci rosse' gestiti da banda organizzata: arresti e maxisequestro

Favoreggiamento, reclutamento e sfruttamento della prostituzione. Di questo dovranno rispondere 4 soggetti che tiravano le fila di un'articolata organizzazione, smantellata inseguito ad un'operazione congiunta tra carabinieri e polizia. 310mila euro sotto sequestro

Favoreggiamento, reclutamento e sfruttamento della prostituzione. Di questo dovranno rispondere 4 soggetti nei cui confronti i Carabinieri di San Lazzaro, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Bologna, hanno eseguito altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere. I destinatari del provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Bologna, dott. Bruno Perla, sono tre uomini albanesi e una donna rumena: P.E, 22enne domiciliato a Bologna, P.L., 33enne residente a Pistoia, ma domiciliato a Bologna, F.N., 37enne residente a Bologna e P.A., 50enne residente a Cosenza.

5 APPARTAMENTI A LUCI ROSSE IN CITTà. L’attività investigativa ha delineato un sodalizio criminale guidato da altri due albanesi destinatari della stessa misura restrittiva, ma non ancora catturati: P.K., 28 anni e P.G, 31 anni. Da quanto emerso, due dei soggetti risultati implicati, cugini di primo grado tra loro, avrebbero svolto il ruolo direttivo ed esecutivo, ingaggiando direttamente le donne (rumene, albanesi, ucraine e russe), talvolta sottraendole ad altri gruppi criminali e amministrando la situazione logistica della struttura che era costituita da cinque appartamenti (situati a Bologna in via della Fornace, via de Carracci, Bambaglioli, Via Emilia Ponente e via Barbieri) e undici autovetture.

Inoltre, i due leader si facevano carico di mediare i conflitti che di tanto in tanto si verificavano tra le donne del loro gruppo e quelle di altri gruppi criminali, nonchè provvedevano a incanalare gli introiti (circa 150.000 euro al mese) in Albania per l’acquisto di beni immobili e attività commerciali e la costituzione di un fondo cassa da utilizzare eventualmente per l’assistenza legale degli appartenenti al gruppo.
Ad latri due soggetti del sodalizio, invece, spettava il compito di fornire  supporto logistico e materiale, oltre alla partecipazione alla quotidiana attività di controllo delle donne per verificarne la produttività in termini economici.  Da marzo ad aprile 2012 la banda avrebbe inoltre agevolato e sfruttato la prostituzione di una donna che aspirava a trasferirsi al Nord Italia per migliorare le proprie condizioni economiche, trasferendola da Cosenza a Bologna.

Prostituzione, stanata banda: chi, come e dove agivano

All’interno del gruppo criminale - secondo quanto emerge dall'attività investigativa - vi erano altri due sottogruppi, che si erano costituiti grazie ai vincoli di parentela tra gli indagati, tutti originari di Valona tranne la donna che è rumena.
Durante l’esecuzione dei provvedimenti è stata rinvenuta e posta sotto sequestro una valigia contenete mazzette di denaro, in tagli da 10, 20 e 50 euro, per un totale di 310.000 euro.

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