"Non si può morire di prostituzione": veglia per lucciola uccisa, partecipa anche il vescovo
Aveva 22 anni e una figlia di 2, le avevamo prospettato la possibilità di uscire ma è stata uccisa: l'Associazione Albero di Cirene organizzano una veglia "perchè non succeda più e per ricordare che la violenza contro le ragazze di strada non è violenza di serie b"
Oggi i volontari del progetto ''Non sei sola'' dell'Associazione Albero di Cirene organizzano una veglia di preghiera per ricordare Christina, giovane rumena uccisa in strada sette anni fa per mano di un cliente. "Aveva 22 anni e una figlia di due, le avevamo prospettato la possibilità di uscire ma poi è stata uccisa- racconta Marco Bruno dell'associazione- Dopo qualche giorno abbiamo organizzato una manifestazione nel luogo in cui è morta, abbiamo fermato il traffico per far riflettere su ciò che era accaduto, perchè non si può morire di prostituzione".
Da allora, ogni novembre i volontari si ritrovano per ricordare Christina, "perchè non succeda più e per ricordare che la violenza contro le ragazze di strada non è violenza di serie b". Quest'anno l'appuntamento è stasera, alle 21 in via delle Serre, a Borgo Panigale.
Sarà presente il vescovo di Bologna Matteo Zuppi e i rappresentanti delle comunità ortodosse del territorio. Obiettivo del'associazione è difendere le ragazze di strada dalla prostituzione coatta, aiutarle in caso di difficoltà e assisterle nella scelta di cambiare vita.
"Lavoriamo molto sull'educazione e cerchiamo di avvicinare i giovani a queste tematiche- ha detto Bruno- La prima cosa che diciamo oro e'' di venire con noi, nelle uscite serali, di incontrare queste ragazze, di ascoltarle e guardarle negli occhi: solo così ci si puo'' rendere conto della verità.
L'unità di strada esce tre volte alla settimana in tre zone della città, Borgo Panigale, Corticella e San Lazzaro, dove incontra soprattutto ragazze nigeriane. Dal 2010 si è ricostituito un gruppo che ogni mese incontra le ragazze provenienti dai Paesi dell'Europa dell'Est. L'uscita prevede un momento di dialogo e conoscenza, la condivisione di una preghiera e l'offerta di bevande calde e biscotti. "Quando i giovani incontrano queste ragazze, che hanno 20-22 anni, si salvano insieme- continua Bruno- altrimenti i giovani possono prendere altre strade e finire per vedere in quelle ragazze per strada solo corpi da sfruttare". L'associazione gestisce Casa Magdala, casa per l'ospitalità temporanea di giovani donne uscite da situazioni di violenza e sfruttamento, e offre alle donne anche l'accompagnamento necessario per raggiungere una propria autonomia atraverso formazione e lavoro. Aperta dal 20014 la casa ha accolto 14 ragazze. (agenzia Dire)