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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Imola / Via Zello

Prostituzione | 'Lucciole', una vita da ostaggio: coppia di sfruttatori al palo a Zello

Costringevano giovani straniere alla vita da strada, in cambio della loro protezione chiedevano il 50% del guadagno. A chi si ribellava venivano sequestrati i documenti e subiva dure minacce

Lui  23enne albanese, lei 28enne rumena, insieme erano a capo di un giro dedito al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Avevano reclutato e avviato alla vita da strada giovani lucciole, in cambio della loro protezione chiedevano il 50% del guadagno. Chi si ribellava vieveva in ostaggio: le venivano infatti sequestrati i documenti. Impossibile fuggure al punto.

Ma nella nottata di sabato 17 marzo, i carabinieri della Compagnia di Imola hanno posto fine alle prevaricazioni della coppia di sfruttatori, dando esecuzione a due custodie cautelari in carcere nei confronti di Y.E., 23enne, nato in Albania, residente a Imola, con precedenti di polizia e C.A., 28enne, nata in Romania, residente a Lugo (RA).
La misura cautelare è stata emessa venerdì scorso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna a seguito delle risultanze investigative emerse nell’ambito di un’indagine avviata dagli stessi militari e finalizzata al contrasto del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’attività si è concentrata sulla zona di Zello (BO), nell'imolese, dove, nel periodo a cavallo tra settembre ed ottobre 2011, esercitavano alcune meretrici che venivano gestite dagli indagati. Quest’ultime, tutte apparentemente consenzienti, erano di fatto soggiogate dai protettori che davano loro ospitalità, supporto logistico (le accompagnavano e le andavano a riprendere, attraverso spostamenti che, in parte, avvenivano con i taxi per non destare sospetti) e protezione.

Dalle indagini dei militari è emerso che i due arrestati, per fornire tale “assistenza”, pretendevano anche il 50% del ricavato. In caso di rifiuto a prostituirsi, le donne venivano minacciate e private dei loro documenti d’identità. I servizi predisposti attraverso controlli, pedinamenti e servizi di osservazione, hanno permesso di individuare gli sfruttatori, talvolta sostituiti o coadiuvati da altre persone, al momento co-indagate per gli stessi reati. Si tratta di 5 rumeni e un albanese di età compresa tra i 24 e i 33 anni, tra cui una donna, che con ruoli secondari coadiuvavano i due arrestati nell’illecita attività. Gli investigatori, nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata nell’abitazione di quest’ultimi “collaboratori esterni” rinvenivano e sequestravano la somma contante di euro 1.010,00, ritenuta provento dell’attività delittuosa e una pistola scacciacani con 19 proiettili a salve. Y.E., terminate le formalità di rito, veniva tradotto presso  la casa circondariale di Bologna, mentre C.A., a seguito di una gravidanza in atto, veniva immediatamente rilasciata, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Bologna.

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