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Contro Dpcm e "Psicopandemia", la protesta di no vax e ristoratori | VIDEO

La manifestazione nella tarda serata davanti alla sede regionale

No vax, 'minimizzatori' della pandemia, ma anche ristoratori che si dicono allo stremo per via delle chiusure dovute alle restrizioni anti-Covid. Annunciata come protesta anche contro la politica dell'amministrazione Bonaccini (anche alla luce dell'inchiesta che vede il governatore dell'Emilia-Romagna indagato per il caso di Jolanda di Savoia), si è trasformata in una invettiva contro il Governo.

E' la protesta variegata andata in scena nel tardo pomeriggio di ieri a Bologna sotto i palazzi della Regione Emilia-Romagna, che si riassume in un unico messaggio: dissentire sui Dpcm emanati dal governo. "A nostro parere sono anticostituzionali- spiega Giorgio Gorza, presidente del gruppo Una Bologna che cambia, che ha promosso l'evento- il problema fondamentale è legato ai ristori che sono tardivi e insufficienti. A livello politico reputiamo che la scelta piu' adatta per cercare di risollevare questo Paese sia andare alle elezioni".

Accanto a questo gruppo, che si definisce "apolitico", ci sono pero' anche realta' schierate, in particolare contro l'obbligo vaccinale, come Unione libera scelta e movimento 3v, e il Movimento nazionale-Rete dei patrioti. Nel piazzale di viale Aldo Moro, il primo intervento e' una sferzata contro il governo "illeggittimo", che ha schierato le Forze dell'ordine per far rispettare i dpcm.

La pandemia e' definita una "psicopandemia", mentre il covid "solo un'influenza" nelle parole di Armando Manocchia, direttore del portale ImolaOggi. Dopo di lui parla Andrea Tosatto, personaggio di riferimento delle galassie no vax. Ma non tutti condividono queste posizioni. Ad esempio Vincenzo Vottero, presidente Ascom Ristoratori Bologna, precisa che "la nostra posizione e' molto semplice: sono vicino a qualsiasi gruppo che cerchi di fare qualcosa per cambiare questa deriva, che portera' problemi economici e sociali", anche "senza essere d'accordo su tutto".

A tal proposito, Vottero lancia l'allarme. "Un'azienda su tre nella ristorazione andra' a chiusura entro la fine di marzo". E, in contemporanea con le trattative che decideranno il futuro del Governo, attacca: "Stasera e' venerdi', sono le 18.45 e ancora non sappiamo se possiamo aprire domenica a pranzo o lunedi' a pranzo: questo e' il simbolo dell'inettitudine di gente che non ha mai lavorato nella sua vita e quindi non sa che cosa significa organizzare il lavoro". (Dire)

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