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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mondo del wedding: "Siamo disperati, centinaia di aziende rischiano di chiudere"

Ieri la seconda protesta sotto la sede della Regione ma in programma c'è già una nuova manifestazione che andrà "avanti a oltranza"

"Facciamo appello alla Regione, al presidente Stefano Bonaccini, a tutte le associazioni di Categoria, sindacati, partiti e federazioni affinché accolgano il nostro urlo di disperazione e concretizzino, ognuno per l’ambito che gli compete, una concertazione plenaria al fine di risolvere la nostra situazione. Il tempo passa e noi non abbiamo alcuna risposta". A parlare a Bologna Today è Angelo Mazzoncini, fotografo e portavoce di un centinaio di operatori del mondo wedding che ieri hanno di nuovo protestato sotto la sede della Regione, portando anche manichini con abiti da sposa.

"Durante la manifestazione del 26 febbraio scorso sotto la Regione siamo stati ricevuti  - incalza Mazzoncini - che ha ascoltato lo stato in cui versa il nostro settore, e ha ricevuto le nostre richieste. Da allora è passato un mese e non siamo ancora riusciti ad avere risposte certe e soprattutto chiare. A abbiamo incontrato alcune federazioni e abbiamo svolto due tavoli di confronto, ma concretamente ancora nulla, il tempo passa ed è nostro nemico". 

Il problema, infatti, è che le continue restrizioni portino nuovamente i prossimi sposi ad annullare le nozze anche per il 2021: "Se dovesse continuare così entro metà aprile moltissime date prenotate verranno cancellate con assoluta certezza  - sottolinea Mazzoncini - e questo lascerebbe sul lastrico molte famiglie che dalle aziende del settore traggono redditi che mancano da ormai 30 mesi.

Tre le richieste sulle quali gli operatori del wedding puntano l'attenzione:  " Chiediamo una data certa per le riaperture, con una tempistica e regole chiare a seconda della situazione pandemica in corso - spiegano -  I nostri clienti stanno anche quest’anno posticipando la data delle nozze a settembre o addirittura al 2022, dandoci il colpo di grazia Ripartire vuole dire avere una data certa entro e non oltre marzo.  Vogliamo un Protocollo che, analizzando ogni singola fase dei vari eventi, ne regoli in modo preciso e insindacabile, a seconda della situazione, lo svolgimento e i relativi obblighi di protezione e tutela. Crediamo anche non sia sero pensare che i ristori offerti alle varie componenti della categoria possano risultare sufficienti: le cifre sono risibili ed è necessario far arrivare subito una “boccata d’ossigeno” consistente, altrimenti buona parte delle aziende chiuderà ben prima di settembre 2021".

E concludono: "Stiamo già organizzando una nuova protesta per il 30 marzo che andrà avanti a oltranza, fin quando non ci ascolteranno".

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