rotate-mobile
Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Lotta alla mafia: siglato patto tra Cttà Metropolitana, Unibo e sindacati

Il protocollo è mirato al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzato e del lavoro irregolare

I soldi del PNRR fanno gola e, come visto dal processo Aemilia e da altre notizie di cronaca, l’attenzione non può essere abbassata. Lo sa bene la Città Metropolitana di Bologna, che insieme a Comune di Bologna, Università di Bologna, Libera, Associazione Avviso Pubblico e le sigle sindacali di CGIL, CISL e UIL ha sottoscritto un patto per contrastare le infiltrazioni mafiose e il lavoro irregolare su tutto il territorio bolognese. Il Protocollo dà seguito alle precedenti azioni sottoscritte dalle istituzioni locali, come il Patto per la Logistica Etica, i Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza e il Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati.

Le azioni contro la criminalità organizzata

Fortemente voluto dai sindacati, il Protocollo prevede la costituzione di un Tavolo metropolitano per la legalità: gli scopi sono quelli di promuovere la cultura della legalità nella cittadinanza, agevolare il confronto fra le esperienze di promozione della legalità, favorire lo scambio di buone pratiche e accelerare l’affidamento dei beni confiscati. “L’ammontare di investimenti negli anni di mandato – dice il sindaco Matteo Lepore durante la conferenza stampa nella sede della Città Metropolitana in via Zamboni – saranno, tra pubblici e privati, circa 5,8 miliardi di euro. Sono soldi mai visti prima, che faranno gola a tanti. Il nostro è un territorio infiltrato in modo importante e spesso le porte di ingresso sono gli appalti e i comuni piccoli e medi. Questo accordo accende un faro su Bologna: è un territorio molto appetibile, e quindi questo tavolo è soprattutto un messaggio a chi vuole entrare nel nostro territorio. Tutte le attività saranno monitorate: se ci sono sfuggiti una volta, non ci sfuggiranno nuovamente” avverte Lepore.

In questo, sarà fondamentale il supporto dell’Alma Mater, primo ateneo in Italia a introdurre un corso di laurea sulla gestione e sul riutilizzo dei beni sequestrati alla criminalità organizzata: “L’università è parte importante per ciò che può portare come formazione e strumenti – dice Simona Tondelli, insegnante e prorettrice dell’Unibo –. Come ateneo offriamo una formazione specialistica sul tema della legalità. Io, ad esempio, mi occupo di urbanistica, e anche lì il tema viene affrontato. C’è poi un tema di ricerca, offrendo strumenti innovativi per indagare. L’Università ha poi il compito di controllare le ricadute e l’impatto che il nostro lavoro ha sul territorio: ecco, questo patto simboleggia l’impegno sul territorio in cui lavoriamo”.

L’impegno dal mondo del lavoro

“Come sindacati – dice Enrico Bassani, segretario generale di CISL Bologna – avevamo la forte volontà di arrivare a questo accordo. L’esperienza, sulla scorta di realtà come Libera, ci dice che è meglio prevenire che curare. Come rappresentanti dei lavoratori noi non possiamo voltarci dall’altra parte. La costruzione del tavolo, oltre che del protocollo, è un elemento fondamentale dell’accordo. Al centro di questo, oltre alle infiltrazioni mafiose, c’è il tema della prevenzione sul lavoro non regolare”. A Bassani fa eco Giuliano Zignani, segretario regionale della UIL: “È un punto di partenza, non di arrivo: la costruzione di un tavolo, in cui abbiamo l’opportunità di valutare le nostre esperienze, ci dà l’opportunità di socializzare con un problema presente sul territorio, che è quello della malavita organizzata. Il processo Aemilia ha dimostrato che il problema esiste, ed è ovvio in una regione ricca come la nostra”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lotta alla mafia: siglato patto tra Cttà Metropolitana, Unibo e sindacati

BolognaToday è in caricamento