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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Qualità della vita: Bologna al 1° o al 40° posto? Parola ai cittadini

Dall'Olimpo de Il Sole 24 Ore, al 40° posto de La Sapienza. Ma come si vive davvero sotto le Torri e in provincia? Bologna Today lo chiede ai diretti interessati: i residenti

Lavoro, servizi, ambiente, salute, ordine pubblico e tempo libero, questi i parametri per misurare la qualità della vita nelle città italiane.
Bologna deve fare inevitabilmente i conti con la vita concreta: carovita, affitti in nero, traffico, ma anche servizi, buona sanità, dinamismo e speranza.

Dall’Olimpo de Il Sole 24 Ore, al 40° posto nella classifica stilata dall'Università romana La Sapienza. Ma come si vive davvero sotto le Torri e in provincia? Bologna Today a colloquio con i cittadini.

Secondo lei Bologna e la sua provincia meritano il 1° posto assegnatole da il Sole 24 Ore o il 40° da Italia oggi?
Barbara 31 anni, zona Centro Storico. A volte il modello Bologna è più una tradizione che una realtà, ma bando al “c’era una volta” tipico dei bolognesi. A dispetto dei nostri desideri, la città è naturalmente mutata, in peggio talvolta, passando da paesone un po’ provinciale a città. Forse la mentalità non ha fatto altrettanto. Il 40° posto? Eccessivo. Si vive discretamente, con uno stato sociale e servizi pubblici che di norma vanno, un buon sistema sanitario. Certo si potrebbe fare di più come cittadini, invece di lagnarsi e ritenere responsabili “gli altri”, si potrebbe cominciare da noi stessi collaborando con l’amministrazione. Come cittadina potrei migliorare, ma cerco di vivere la città approfittando di ciò che offre e contestando ciò che trovo scorretto, ad esempio di non aver mai creduto nel proprio potenziale turistico e di aver scelto solo il “commercio”.
Vincenzo, 62 anni, zona Mazzini. Ebbene si, vengo dal sud, ma sarebbe troppo facile dire che qui è il paradiso rispetto ad alcuni centri del meridione. Adoro camminare e andare in bici in centro, anche perché i parcheggi costano cari ed è già troppo ingolfato. Si parla di pedonalizzazione, non sono contrario, ma caro sindaco, prima di pedonalizzare, le strade devono essere riparate, le toppe non bastano e noi ciclisti della domenica vorremmo pedalare senza troppe buche. Forse non meritiamo il 1° posto, ma con un l’impegno di tutti rientreremo tra i primi dieci.
Maria, 40 anni, Vergato. Il 1° posto mi sembra eccessivo così come il 40°. Sicuramente per tenore di vita e servizi tutta la nostra provincia è soddisfacente. Vivo in un paese di montagna, ma lavoro a Bologna e per noi pendolari c’è il disagio di raggiungere la città, a causa delle poche e trafficate vie di accesso e degli orari dei mezzi pubblici. Aggiungo le scarse opportunità di occupare il tempo libero nel mio paese, se non si è appassionati di mountain bike,  passeggiate, escursioni nei boschi. Palestre, cinema, teatri, biblioteche quasi assenti. Anche se Bologna offre maggiori opportunità, non verrei mai a vivere in città, troppo trafficata e dispersiva, sono contenta di abitare nel paese della nostra provincia dove sono nata.
Stefano 19 anni, Saragozza. Metterei Bologna tra le prime 20 città italiane perché ha una dimensione giusta e una grande risorsa, l’università. C’è anche molta vitalità. Sa cosa penso? Che forse Bologna dovrebbe fare di più proprio per gli studenti: siamo la città universitaria per eccellenza e quindi chi studia qui deve trovare tutto ciò che cerca in fatto di cultura, abitazioni, biblioteche... In altre parole, zone a misura di studenti che non siano considerati polli in batteria da spennare, insomma più residenze e spazi comuni e tecnologici.
Roberta 46 anni, Murri. Per una madre la qualità di una città si misura necessariamente dall’offerta per l’infanzia. Non male gli asili e le scuole, anche se il solito ritornello è quello delle mamme che lavorano, del tempo e delle strutture che non sono mai abbastanza. Si parla di chiusura e privatizzazione dei nidi, inviterei le amministrazioni a ripensarci. Il nostro modello educativo è stato sempre esemplare, perché svenderlo? Per la crisi? Credo che la scuola sia il settore sul quale puntare e che ci permette di continuare a lavorare sapendo che i nostri figli crescono e imparano, come si deve a questa regione dove l’impiego femminile è stato sempre valorizzato. Basta informarsi per trovare anche attività extrascolastiche, sia in città che in provincia o nei quartieri. A volte le critiche nascono dalla scarsa informazione su quanto offre la città e spesso in modo gratuito, anche se Bologna rimane una città carissima, a livello di grandi città come Milano. Il primo posto mi aveva sorpreso, perché ho subito pensato alle città trentine, ma il 40° è decisamente sproporzionato.
Giuseppe, 52 anni, Ferrarese. Una premessa. Per me le statistiche, per quanto i campioni siano selezionati con crismi di scientificità, hanno in sé una specie di peccato originale: la veridicità o meno delle risposte alle domande "somministrate". Le variabili psicologiche e contestuali degli intervistati sono così numerose da rendere le indagini vicine alla realtà, solo se effettuate su cifre enormi di soggetti. Detto ciò, penso che Bologna abbia indubbiamente grandi qualità: innegabile una sua eccellenza nella Sanità, cosa che comunque si ritrova anche in altre città. Il "bolognese medio" in genere non è persona aperta alle novità e molto spesso la città vive della rendita che, a giusta causa, aveva meritato decenni fa. Inoltre la Città dell'Alma Mater deve fare i conti con fenomeni tipici di centri che "stagnano" nelle parti basse della classifica: la grande presenza studentesca fuori sede è costretta a fare i conti con "il nero" di affitti carissimi, e questo la farebbe precipitare nelle retrovie del concetto di "città civile", con l’aggravante che è una città benestante e non avrebbe bisogno di questi escamotage. Il resto, viabilità, strutture del welfare, istruzione, medio-alto, nulla di eccezionale. I servizi commerciali ad esempio sono poco fruibili, in altre parole gli orari di apertura al pubblico sono ridicoli. Insomma, ha delle potenzialità che vengono utilizzate in misura minima per essere considerata una città di "vetta" per qualità della vita. La collocherei al centro della classifica.

 

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