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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Intervista | Sicurezza in città, il questore Fusiello: "Non sempre è un problema di polizia e vi spiego perchè"

Dalla droga, al tema rimpatrio degli immigrati che delinquono. Dal problema della zona U, alla necessità di far cultura a contrasto della delinquenza giovanile. E anche l'argomento no vax - no pass. A colloquio con il questore di Bologna

"La collaborazione dei cittadini è fondamentale". Lo rimarca spesso il questore di Bologna, Isabella Fusiello, quando si parla di sicurezza in città. E lo ha sottolineato anche a Bologna Today che l'ha intervistata: "Non possiamo chiedere in ogni situazione la presenza delle forze dell'ordine, quindi  perché chiedo sempre la partecipazione dei cittadini". 

Come possono i cittadini coadiuvare il vostro lavoro?

"Con iniziative, culturali o sportive, per rendere sicuro anche solo una parte del territorio. Le persone per bene così si riappropriano dei propri spazi". 

Dal suo insediamento, lei è impegnata nel rimpatrio degli immigrati irregolari che delinquono. Perche appare così complicato? 

"Uno straniero irregolare può essere rimpatriato nel suo stato di appartenenza, se è identificato. La polizia lo foto-segnala perchè venga identificato nel casellario giudiziario e quindi per verificare se ha precedenti sul nostro territorio. La procedura è agevole se lo straniero dichiara la sua provenienza e se lo stato è collaborativo, ma se mente sul paese d'origine e ci svia, uno stato non lo identifica, i tempi si allungano e potrebbe continuare a delinquere. 

Quando uno straniero deve essere rimpatriato viene portato al consolato del paese di appartenenza che emette il lasciapassare. Se ha precedenti, va chiesto il nulla osta all'autorità giudiziaria e se per qualche motivo c'è un diniego, la procedura si interrompe. 

E' un sistema così complesso che porta alla percezione di impunità. Ho una precedente esperienza in materia di immigrazione, quindi anche se l'accompagnamento comporta portare uno straniero irregolare in un Cpr - Centro di permanenza per il rimpatrio - non è tempo perso, ma guadagnato perché la volante non lo troverà più in strada, non lo dovrà più portare in ufficio, non si dovrà celebrare il processo ecc.

Ho parlato anche con il ministero per dare un linea al nostro ufficio, ma anche alla città. Il rappresentante di un'istituzione deve dare una risposta". 

Parliamo della zona universitaria...

"Sono state rimpatriate 40 persone che gravitavano nella zona universitaria e gli esercenti lo hanno notato. Da Piazza Verdi e vie limitrofe negli ultimi tempi non stiamo più ricevendo esposti per la presenza di spacciatori noti, poi non significa che il problema sia stato debellato".

Per il questore Fusiello sarebbe necessaria anche una riqualificazione e una diversificazione degli esercizi della zona u.

Lo spaccio è fiorente nonostante i numerosi sequestri...

"C'è una domanda forte, quindi l'offerta è una conseguenza". 

Il problema non è solo il centro...

"In questi giorni c'è una percezione di insicurezza in zona Fossolo. E' stata data disposizione al dirigente del commissariato di aumentare i controlli. Anche la periferia è quindi oggetto di attenzione per capire anche che tipo di persone frequentano il quartiere. Staremo vicini ai cittadini". 

Minori e reati: lei parla spesso anche dell'importanza delle famiglie. Cosa non va?

"Consideriamo la scuola, se si demolisce l'autorevolezza dell’insegnante, decade automaticamente anche quella dei genitori e spesso le situazioni si riverberano all'esterno. 

Se un minore fuma cannabis a scuola, a mio avviso è un problema culturale, quindi è opportuno chiedersi perché accade. Una volta si iniziava al liceo, ora si parla delle medie, l'età media si è abbassata drasticamente. Questo ovviamente comporterebbe impiegare altri docenti e personalità adeguate. 

A volte si parla di baby gang, ma, fino a quando non vengono identificati, io parlerei di gruppi di minori che creano problemi di sicurezza. Li stiamo affrontando, abbiamo organizzato una squadra ad hoc per comprendere se hanno alle spalle le famiglie e di che tipo, ovvero se è un problema di polizia o di servizi sociali che devono intervenire". 

Quindi è d'accordo con l'idea del prefetto di una sorta di stati generali sul disagio giovanile?

"Sì, bisognerebbe costituire una rete di diversi attori per analizzare quel fenomeno e dare almeno una parte di risposte".  

Covid e reati: in base ai vostri dati sono cresciuti con la pandemia?

"Sono aumentati i furti, a macchia di leopardo. Molto frequenti sono le liti in famiglie sia italiane che straniere. Noi sappiamo che esiste una rete e a chi rivolgerci, spesso le donne straniere ritengono invece di essere sole". 

Quindi è emergenza?

"Ormai è diventato un fatto strutturale, con gli aggravamenti di pena e i reati specifici perché il fenomeno non si argina? Perché un uomo ammazza la moglie e i figli poi si toglie la vita? Ancora una volta, a mio avviso, servono figure professionali che cerchino di comprendere cosa c'è nel suo bagaglio per scatenare una tale violenza. Rigiarda tutti i ceti, la soluzione non sembra essere un aumento di pena, i fatti dimostrano che forse non è la via giusta". 

No green pass nella polizia: vi mette in difficoltà?

"C'è una percentuale, ma non eccessiva, la polizia del resto è lo specchio della società, ma non ci sono problemi di gestione del personale". 

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