rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Addio a Radio città del capo, è ufficiale: chiude un pezzo di storia della città

Dalle ceneri della storica emittente radiofonica un nuovo contenitore podcast. La frequenza Fm per ora rimane, ma non il nome: si chiamerà Radio meltin pod. Lepore: "Open consegni alla città marchio e archivio storico di Rcdc"

E' ufficiale. Dopo mesi tumultuosi, chiude per sempre Radio città del capo, o almeno nella veste che la città ha conosciuto negli anni. La storica emittente radiofonica cambierà ufficialmente nome e marchio, mantenendo nelle intenzioni lo stesso livello di personale ed entrerà a far parte di un altro progetto denominato, meltin pod. Ma anche il formato sarà destinato a cambiare: per ora è previsto un flusso di contenuti in podcast, da inserire nella programmazione di Popolare network.

La situazione di Radio città del capo era esplosa definitivamente alla fine del 2019, con un botta e risposta tra l'editore, passato da Open Group a Netlit e redazione dell'emittente. Ora Open Group ha scalato la stessa Netlit, di fatto tornando a essere editore de facto della radio.

L’operazione è stata in parte finanziata tramite la vendita della frequenza 88,3 Mhz in Toscana. Tra le altre frequenze che restano in NetLit, i 96.300 Mhz di Radio Città del Capo a Bologna, i cui giornalisti rimarranno nella società, alle medesime condizioni contrattuali, occupandosi di informazione e di produzione di podcast e di contenuti multipiattaforma, in collaborazione con Be Open, l’agenzia di comunicazione di Open Group.

Chiude Radio città del capo: al suo posto Radio meltin pod

Insomma, sui 96,300 Mhz, ci saranno una programmazione automatica e la diffusione dei contenuti di Radio Popolare Network. Radio melting pod, il nuovo contenitore che subenterà a Rcdc, viene definito come l'articolazione radio di "una nuova struttura dedicata al digitale, alla produzione di contenuti audio e di podcast. “Una scelta per segnare un cambio di passo – spiega il presidente di Open, Giovanni Dognini–. Non reputiamo più strategica la radiofonia tradizionale in analogico, ma crediamo nel mercato dei contenuti digitali, un focus che interessa trasversalmente tutti i servizi di Open Group: quelli di cura della persona, quelli culturali e quelli educativi”.

“La salvaguardia dei posti di lavoro è sempre stato l’obiettivo prioritario di Open Group”, precisa Dognini. “Con i nostri precedenti soci – continua – si erano determinate visioni di sviluppo differenti, aggravate dal fatto che l’epidemia ha ridotto drasticamente, se non addirittura chiuso, i principali canali commerciali di NetLit: la vendita di spazi pubblicitari in onda e il lavoro di educazione critica all’informazione all’interno delle scuole. Siamo tuttavia riusciti a trovare un accordo complessivo e completare a la separazione societaria”.

Secondo l’ultima indagine Nielsen, in Italia nel 2019 ci sono stati oltre 12 milioni di ascoltatori di podcast, con una crescita di quasi 2 milioni rispetto all’anno precedente. “Per Open Group si tratta di un bacino di estremo interesse, non legato alla territorialità, predisposto agli approfondimenti e a contenuti inerenti alla formazione e soprattutto in grado di intercettare una fascia di pubblico giovane, meno interessata ai media tradizionali”, conclude Dognini.

Chiude Rcdc, Lepore: "Al comune marchio e archivio storico"

Appena saputa la notizia, a stretto giro è arrivato il commento dell'assessore alla cultura Matteo Lepore, che oltre a fare gli auguri al nuovo soggetto, lancia una proposta. "Come assessore alla cultura -scrive Lepore- invierò una lettera alla società Open Group per proporre la donazione al Comune di Bologna dello storico marchio Radio Città del Capo e dell'archivio storico. A questo punto penso sia doveroso da parte di una istituzione come la nostra operare affinché non vada disperso un patrimonio di così grande valore. Sono convinto che tale opportunità contribuirebbe utilmente al lavoro che i nostri istituti culturali stanno portando avanti sulla storia del '900 a Bologna e ad altri progetti".

Fondata nel 1987, Radio Città del Capo è stata gestita dalla cooperativa Not Available. Nel 2011, i suoi soci lavoratori votano la fusione con Coop Voli, dando vita alla Voli Group Soc. Coop. Nel 2014 Voli Group si unisce con le cooperative La Rupe e Coopas: nasce Open Group. Alla fine del 2017, Radio Città del Capo confluisce in NetLit, società fondata da Open Group con Mandragola Editrice e Media Literacy Foundation Sotto i venti.

Open risponde: "Doneremo tutto"

“Siamo sempre stati consapevoli del valore di Radio Città del Capo per Bologna, la cui storia nessuno vuole dimenticare – scrive in risposta all'appello di Lepore il presidente di Open Dognini –. Pertanto, accettiamo di donare al Comune di Bologna il marchio e l’archivio della radio, certi che saranno adeguatamente valorizzati dagli istituti culturali della città”. L’archivio di Radio Città del Capo raccoglie materiale audio relativo alle produzioni radiofoniche, insieme a libri, cartoline, poster e fotografie.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Addio a Radio città del capo, è ufficiale: chiude un pezzo di storia della città

BolognaToday è in caricamento