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Cronaca

Il Ramadan dei fedeli bolognesi, il giovane Islam Said lo racconta così: "Un digiuno che purifica corpo e spirito"

INTERVISTA Membro del direttivo della CIB (Comunità Islamica Bologna), Islam spiega gli errori e le incertezze più frequenti

Gli uomini e le donne di fede islamica nella Città Metropolitana di Bologna sono circa 40 mila. Dal 12 aprile e fino al 12 maggio (sono date che variano di anno in anno, essendo quello islamico un calendario lunare) per tutti loro è tempo di Ramadan, il nome del nono mese dell'anno, quello nel quale Maometto ricevette la rivelazione del Corano, quello durante il quale tutti i fedeli sono obbligati a rispettare il digiuno. Tutti tranne i minori, gli anziani, le persone malate e le donne in gravidanza. 

I 5 doveri dell'Islam: sawn, kalima, salat, zakat, hagg

Come funziona il Ramadan? Nel mese dedicato alla preghiera e all'autodisciplina non è concesso mangiare, bere e fumare dall'alba fino al tramonto, come anche bisogna astenersi dai rapporti sessuali. Il digiuno viene rotto ogni sera dopo il tramonto. Quali sono le sue regole fondamentali? Le regole dell'Islam in generale sono cinque:  sawn, testimonianza di fede, salat, zakat, hagg. Il digiuno, la fede, le preghiere quotidiane, le elemosine e il pellegrinaggio almeno una volta nella vita un pellegrinaggio a La Mecca. 

Islam Said è membro del direttivo della CIB (Comunità Islamica Bologna) ed è a lui che chiediamo di raccontarci questo importantissimo periodo dell'anno, per conoscere e comprendere meglio una religione che in molti conosciamo davvero un po' troppo marginalmente.  

Fede islamica a Bologna, quanti siete? E quanti sono i vostri luoghi di preghiera in città? "A Bologna, nell'area della Città Metropolitana, noi musulmani siamo circa 40 mila, mentre i luoghi di preghiera sono 15. Si tratta di sale di preghiera con metratura varia, alcune piccoline altre ricavata da spaziosi capannoni commerciali. Pensiamo che il numero sarà destinato a crescere, proporzionalemente al numero di fedeli in crescita". 

A proposito del Ramadan e in generale della cultura e della religione islamica, ci sono degli errori ricorrenti da parte nostra? Delle convinzioni che poi nella realtà non hanno corrispondenza? Delle fake-news insomma? "Una cosa in effetti c'è e ci fa anche molto sorridere. Quella 'emme' che in realtà è una 'enne': si dice Ramadan e non Ramadam! Moltissimi fanno questo errore e su Instagram e Tik Tok ci sono tanti video che spiegano quale sia la versione corretta. E poi da quando comincia il digiuno è un continuo di persone che ci chiedono: ma non potete bere neppure l'acqua? Oltre a questo, che come dicevo fa un po' sorridere, c'è anche una sbagliata informazione sulla nosta religione in generale, spesso considerata estremista e troppo ferrea su molti fronti. Un pregiudizio è quello sulle donne, alle quali non daremmo spazio. Cosa che ovviamente non è vera".  

A parte il bicchiere d'acqua, che immaginiamo sia ammesso, quali sono le rinunce che devono regolare il periodo del Ramadan? "In questo periodo ci si astiene da qualunque tipo di cibo e bevanda così anche dai rapporti coniugali. Il digiuno per noi non è fine a stesso, ma il mezzo per arrivare a una forma di purificazione sia del corpo che dello spirito. Il digiuno ci permette di ricalibrare i pesi che diamo alle cose durante la nostra vita ed è importante per evitare un attaccamento eccessivo nei confronti della vita terrena, concentrandoci piuttosto sull'altra vita, che è quella più importante". 

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Qual è lo stato d'animo a cui si arriva al termine del Ramadan? "Ci si sente una persona migliore. Almeno, io mi sento così perchè la purificazione del corpo in fondo è solo uno degli obiettivi. La purificazione vera sta nell'astinenza dalle cattive azioni: evitiamo di dire brutte parole, di parlare male degli altri (che fa tanto può far male alle persone) e dire falsa testimonianza...questo è il senso vero di questo mese. C'è anche maggiore attenzione alla generosità e bisogna aiutare e concedere la carità. E' come se fosse un allenamento, un corso intensivo per poi allargare questo atteggiamento a tutta la vita e non solo al periodo del Ramadan". 

A che età si comincia il Ramadan? "Non c'è un'età, lo si comincia quando si diventa responsabili e maturi, spesso in coincidenza con la maturità fisica e quindi il periodo della pubertà. Ai figli viene spiegato cos'è e loro, per emulazione, anche da piccoli hanno il desiderio spesso di imitare i genitori: spesso provano a saltare la colazione, un pasto o una merenda, per allenarsi in attesa di 'diventare grandi'". 

Come il Covid ha colpito la comunità islamica? Le restrizioni hanno certamente influito nell'organizzazione dei momenti di preghiera e l'ormai consueta cena in strada non ci sarà..."La nostra comunità è stata colpita nella misura in cui lo siamo stati tutti, con perdite anche molto dolorose e tanti anziani che ci hanno lasciato a causa del virus. Uno dei cambiamenti che abbiamo adottato è stato determinato dal coprifuoco e per rispettarlo abbiamo anticipato la preghiera della sera che ora si conclude alle 21.30. La cena aperta, certamente e per il secondo anno di seguito, non la si potrà fare". 

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