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Cronaca

Prima Comunione: rapinatori a Bologna per pagare i ricevimenti, ma non potranno partecipare

Maggio, tempo di comunioni e matrimoni. Per pagare le cerimonie già fissate, diventano rapinatori. Le intercettazioni hanno portato a quattro arresti per tentata rapina violenta in una gioielleria di via Dagnini

Da Brindisi a Bologna, colpi in trasferta per pagare i ricevimenti già fissati per le comunioni dei figli, in programma a maggio. Le intercettazioni hanno portato al fermo da parte dei carabinieri di Damiano Fellini, 32 anni e Carmelo Lazzari, 40, incensurati.

I due pugliesi sono accusati con Cosimo Chionna, unico con precedenti, e con un quarto complice, di una tentata rapina, piuttosto violenta, il 23 marzo nella gioielleria Pezzoli. I primi due, secondo la ricostruzione, sono entrati nel negozio in via Dagnini, con la scusa di acquistare un anello. Il terzo, anch'egli fermato, faceva dal palo, mentre un quarto complice attendeva in auto.

SOSPETTI. La titolare si era accorta che qualcosa non andava e ha chiamato il marito, 74 anni, che era nel retro. Lazzari allora aveva estratto una pistola e aveva colpito l'anziano con il calcio dell'arma, ripetutamente. Poi i malviventi si erano arresi e si erano allontanati senza bottino. L'uomo venne portato in ospedale, in condizioni non gravi. La fuga venne notata da un passante che fornì agli inquirenti una descrizione della macchina, una Kia bianca, e elementi parziali della targa. Grazie a questo dato, incrociato coi mezzi registrati in autostrada, alle immagini di videosorveglianza e con la collaborazione dei militari di Brindisi.

IL FERMO E LA RICOSTRUZIONE. I Tre Damiano Fellini. 32enne, Carmelo Lazzari, 40enne e Cosimo Chionna, 32enne, sono stati fermati l'11 aprile, quando gli investigatori avevano elementi per ritenere che stessero progettando un altro colpo. Chionna e il quarto indagato, un 29enne brindisino, sono stati raggiunti dai carabinieri a Bologna, Fellini a Rimini, mentre stava per prendere un treno per tornare in Puglia, Lazzari a Brindisi. Le indagini sono state coordinate dal pm Domenico Ambrosino, con la supervisione del procuratore aggiunto Valter Giovannini. Per Lazzari, Fellini e Chionna il fermo è stato convalidato dal Gip Letizio Magliaro ed è stato disposto il carcere. Il profilo emerso dagli accertamenti è quello di quattro persone che avevano bisogno di soldi perché volevano mantenere un tenore di vita alto per sé e per le proprie famiglie. Lazzari, ex buttafori e artigiano, era stato da poco licenziato. Sembra che i tre siano venuti a Bologna direttamente dalla Puglia confidando nel fatto di essere perfettamente sconosciuti, ma sono stati incastrati i filmati delle telecamere interne al negozio e la preziosa testimonianza del passante, che li ha notati fuggire a piedi in via Gigli e salire a bordo di una Kia Sorento bianca.

Nello specifico Lazzari e Fellini sono entrati nella gioielleria e, dopo aver minacciato con delle pistole i due titolari (una coppia di coniugi settantenni), tentavano di impossessarsi dei preziosi contenuti nella cassaforte desistendo solo a seguito dell’attivazione del sistema d’allarme da parte del titolare, che ha peraltro bloccato la porta d’ingresso. Da qui la violenta reazione di Lazzari che si è avventato contro l’anziano commerciante, colpendolo ripetutamente col calcio della pistola sino a indurlo a sbloccare l’uscita per consentire loro la fuga. Tutto ciò è avvenuto nel giro di pochi minuti, sotto il controllo del terzo complice, rimasto sull’uscio del negozio facendo da palo. Le vittime hanno inoltre riferito che i due rapinatori, solo qualche giorno prima, erano già entrati nel negozio con la scusa di voler acquistare un  anello, ma non procedendo poi all’acquisto.

Grazie ad alcuni numeri di targa, gli investigatori sono infatti riusciti a risalire all’intestatario del veicolo: un auto rivenditore di San Vito dei Normanni (BR), dal quale - solo qualche giorno prima – il mezzo era stato acquistato da Lazzari, ma ancora in fase di definizione del passaggio di proprietà.

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