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Cronaca Castel Maggiore / Via Antonio Gramsci

Castel Maggiore, violenta rapina in gioielleria: quattro in manette

Presi dopo mesi di lunghe indagini i quattro autori della rapina avvenuta lo scorso febbraio ai danni della gioielleria Masetti, di via Gramsci: ferirono il proprietario e due collaboratori per svaligiare il negozio

Arrestati dopo lunghi mesi di indagini i quattro autori della violenta rapina avvenuta lo scorso febbraio ai danni della Gioielleria Masetti, in via Gramsci a Castel Maggiore. L’attività investigativa è stata svolta dai Carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale.

Alle prime luci dell’alba del 24 giugno 2013, i Carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale E gli uomini dell’Arma del Nucleo Investigativo di Brindisi, hanno eseguito quattro ordinanze di misura cautelare in carcere. Il provvedimento è stato emesso dal GIP, dott. Alberto Ziroldi, del Tribunale Ordinario di Bologna.

GLI ARRESTATI. A finire in manette con l’accusa di rapina aggravata in concorso, sono stati CIAMPI LUCA, ventiseienne, REHO ANDREA, ventiduenne, RAMETTA ALESSIO, ventiseienne e BAGNULI ITALO, ventiquattrenne. I quattro, nati e residenti a Brindisi, sono ritenuti responsabili della rapina alla gioielleria Masetti, avvenuta lo scorso 19 febbraio a Castel Maggiore, quando avevano anche minacciato e aggredito il titolare e due collaboratori per imposessarsi di un ingente quantitativo di gioielli e altri preziosi.

LA TESTIMONIANZA DI UN CARABINIERE. Elemento fondamentale che ha permesso agli investigatori di risalire ai criminali, è stata la testimonianza di un Carabiniere libero dal servizio. Il giorno della rapina, il militare, effettivo alla Stazione dell’Arma di Castel Maggiore, mentre passeggiava per il paese, aveva notato un Audi A6 con quattro persone a bordo annotando così la targa dell’auto a scopo precauzionale. Il militare aveva anche memorizzato i loro volti, in particolare quelli del conducente e del passeggero seduto di fianco, perché avevano entrambi il finestrino di guida abbassato. Dai successivi accertamenti svolti, a seguito della rapina consumata, è stato rilevato che l’auto in questione era intestata a una donna di Brindisi, una parente di Ciampi Luca. Il Carabiniere che aveva casualmente visto i malviventi, dopo aver visionato le fotografie acquisite, aveva riconosciuto con certezza il Ciampi e il Reho. Un’altra prova della responsabilità attribuita ai quattro arrestati è arrivata esaminando le fasi della rapina riprese dal servizio di videosorveglianza della gioielleria.

Gli indagati, gravitanti nel brindisino, e quindi operanti secondo i modi propri delle rapine in trasferta, hanno precedenti di polizia contro il patrimonio, stupefacenti e armi. Inoltre, Reho Andrea era stato arrestato lo scorso aprile e nei suoi confronti, nonché di Rametta Alessio, era stata eseguita un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, disposta per il reato di rapina aggravata dal GIP del Tribunale di Brindisi.

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