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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rapine in banca con le fascette, sgominata banda in via del Chiù

La squadra mobile della Polizia di Bologna ha messo la parola fine alle attività di un gruppo dedito a rapine nelle banche sulla via Emilia. Le ultime due persone arrestate in un appartamento in via del Chiù. Alla banda riconducibili cinque 'colpi' nell'ultimo semestre. In tre bloccati in flagranza

La base in via del Chiù, il cuore a Palermo. Questa in sintesi  la struttura della ‘banda delle fascette’, un gruppo di sei persone, che nei mesi scorsi avrebbe portato a segno diverse rapine di banche lungo la via Emilia. Altrettanti sono stati quindi gli ordini di custodia cautelare emessi dal Gip Zavaglia su disposizione del Pm Martorelli, con accuse che a vario titolo vanno dalla rapina aggravata al sequestro di persona. 

Due i ‘basisti’ del gruppo, domiciliati a Bologna in via del Chiù. S. e A. M., fratelli, di 48 e 50 anni, si occupavano di individuare di volta in volta le banche-obiettivo, e richiamare dalla Sicilia i membri che avrebbero realizzato il colpo. 

Di volta in volta quindi ‘saliva’ a Bologna il gruppo di fuoco: un traghetto fino a Napoli, e poi in treno fino a Bologna. Le trasferte duravano in tutto tre giorni e poi, dopo essersi spartiti la refurtiva,  il gruppo ritornava in Sicilia. Quattro i colpi mandati a segno, da Maggio a Ottobre, tutti effettuati a ridosso della dorsale emiliana, tra Bologna e Imola. In tutto i ‘colpi’ sono fruttati alla banda circa 284mila euro. 

Sgominata la banda dei colpi in banca: sei arresti

Il tutto però è finito nell’ottobre scorso, quando gli uomini e le donne della sezione Reati contro il patrimonio della Squadra Mobile di Bologna, coordinati a Elena Ceria,  hanno fermato A.O. 28 anni, F.M., 32 anni, oltre che S.M.. I tre stavano erano sul punto di rapinare il Credito Cooperativo Romagna in via Scania, a Castel San Pietro Terme. 

Nella autovettura dalla quale stavano uscendo, una Mercedes classe A noleggiata all’uopo, sono stati trovate le fascette con cui i delinquenti legavano clienti e dipendenti degli istituti di credito, oltre che al Cutter che uno degli uomini usava per minacciare chi doveva aprire la cassaforte temporizzata. 

La dinamica, spiega il capo della Mobile Luca Armeni, era la seguente: un membro della banda, solitamente il 28enne A.O., entrava nella banca a volto scoperto con un cutter, invisibile ai metal detector. Un complice faceva ingresso successivamente per guardare le spalle al primo, mentre il terzo aspettava fuori dell’edificio con l’auto. 

Non sempre andava bene: in un caso un cliente della banca, entrato a rapina in corso aveva mandato a monte tutto. «Se stavamo tre minuti in più ci portavamo 120mila euro» è lo sfogo di S.M. a un altro membro della banda. E proprio grazie ai colloqui tra malavitosi, intercettati dagli investigatori durante gli appostamenti, si è riusciti a evitare l’ultima rapina. 

Dei sei arresti compiuti questa mattina, solo due sono stati effettuati in città mentre gli indagati erano a piede libero, e sono stati compiuti nel ‘covo’ di via del Chiù. In manette alla Dozza sono finiti A.M., uno dei fratelli ‘basisti’ , e M.I., 23enne figlio di un ex-capo mandamento di Portanuova, un rione palermitano, assassinato nel 2007.

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