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Cronaca

"Professionisti o studenti, non c'è un identikit del pusher. E spesso dietro il piccolo spaccio altri fenomeni"

Dalla droga alla violenza di genere, fino alle truffe agli anziani ,"fenomeno poco presente al sud" contrariamente a ciò che accade sotto le due torri. Intervista a Roberto Giuseppe Pititto, capo della Squadra mobile di Bologna: "La cittadinanza è abituata a una bella città e quindi pretende il massimo"

"A Bologna la suadra-stato funziona. La forza della legalità si vede dalla compattezza, abbiamo una magistratura di altissimo livello in città, il rapporto tra la magistratura, che svolge un ruolo di coordinamento, e le forze dell'ordine, ecco a Bologna esiste". A dirlo è Roberto Giuseppe Pititto, capo della Squadra mobile di Bologna, intervistato da Bologna Today. 

"Come ufficio investigativo - spiega Pititto - ci occupiamo di tutti i vari reati, delle indagini sulla criminalità organizzata, che richiedono molto tempo perchè ormai si opera in maniera 'fine' soprattutto al nord, quindi riciclaggio, intestazione fittizia di beni, che richiedono competenza anche da parte della Polizia di Stato. Accanto alla criminalità organizzata, c'è quella che chiamiamo criminalità diffusa, quelle evidente e che crea maggiore turbamento alla collettività, come lo spaccio sotto casa, ad esempio. In questo ultimo caso c'è un'apposita sezione della Squadra mobile, la IV". 

Partiamo dal tema della droga

"Inutile negarlo, a Bologna il fenomeno c'è e si indaga su doppio canale: dietro una piccola attività di spaccio, si cela un fenomeno più ampio, quindi attività che richiedono tempo, tanto che alcune tipologie di reati legati agli stupefacenti sono coordinate dalla procura antimafia, ossia quelli che che fanno riferimento all'articolo 74 del testo unico, associazione a delinquere ai fini di spaccio. 

Riguardo allo spaccio di strada " sono stati fatti 150-160 arresti dall'inizio dell'anno, uno ogni due giorni, questi sono i numeri, ma l'attività non cessa dopo l'arresto del piccolo spacciatore". 

Si è detto in più sedi che la repressione non basta...

"Parallelamente ci deve essere un'attività di natura preventiva, la Polizia insiste molto su questo, con campagne informative nelle scuole, le posso assicurare che regna l'ignoranza, non ci si rende conto dei danni rilevanti che derivano dall'assunzione di stupefacenti, senza differenze tra leggere e pesanti, l'ho constatato di persona. Accanto all'attività repressiva, ci deve essere l'educazione dei giovani. In questo campo, c'è un grosso investimento da parte di due sezioni della Squadra mobile, la sezione criminalità diffusa e la narcotici che opera con azioni più ampie per arrivare a capire cosa c'è dietro il singolo episodio di spaccio". 

Cosa possiamo dire a genitori e famiglie?

"I segnali vi sono sicuramente nei ragazzi che iniziano a percorrere una via 'non lineare', noi interveniamo quando è troppo tardi, segnalare sempre. Anche la presenza di ragazzi un po' più scaltri nelle scuole, se si ha sentore. Noi non abbiamo interesse a mettere in prima persona chi collabora, sappiamo come sviluppare le indagini, da queste piccole informazioni si possono porre i freni a un problema che non è assolutamente piccolo. 

I ragazzi oggi padroneggiano i nuovi strumenti di comunicazione, e, come hanno dimostrato diverse indagini, l'acquisto di droghe può avvenire anche in rete, quindi anche in questo caso, non deve mancare il controllo". 

Spaccio e spacciatori, è coinvolta tutta la città?

"Non esiste l’identikit di uno spacciatore, nè etnia o gruppo criminale, è un mercato libero, l'importanza è non farsi danni a vicenda, quindi italiani e stranieri, dallo studente al professionista, all'impiegato. 

Le indagini dimostrano che non vi sono zone specifiche, alcune sono sicuramente più problematiche, ad esempio nei luoghi di ritrovo del centro, lì c'è un'attività continua di controllo. Quello che ripetiamo sempre ai cittadini è chiamare e informarci, per noi è importante è la collaborazione quindi segnalare sempre". 

Quale altro "tallone d'Achille" in città? 

"Essendo una grande città, sicuramente molti sono gli episodi di violenza di genere. Gli interventi sono numerosi per liti in famiglia che talvolta degenerano. Abbiamo investito moltissimo e anche in questo caso, nel momento in cui si verificano i primi episodi, è assolutamente importante informare le forze dell'ordine. 

Notiamo talvolta che liti e violenza coinvolgono anche i minori, noi agiamo con una serie di colloqui con personale specializzato, ma, se qualche segnale fosse arrivato prima, avremmo evitato qualche tragedia, è la casistica. 

E poi le truffe agli anziani: "C'è una particolarità, non è un fenomeno presente nel sud Italia. Le motivazioni possono essere varie, talvolta si parte dal presupposto che al sud c'è una criminalità organizzata che non lo consente a soggetti diversi, perchè i truffatori non dimorano in città, ma vengono in batteria da fuori. Anche in quel caso vi sono molte campagne di sensibilizzazione, è un reato che va a periodi, quando si riescono a individuare le batterie, per un lasso di tempo non si verificano. Si tratta di soggetti molto scaltri, fanno un giro nel palazzo, entrano anche nelle banche per scoprire se gli anziani hanno conti correnti, c'è un'attività di osservazione, uno studio delle vittime, quindi segnalare tempestivamente se si ha il sospetto che persone estranee che si aggirano nei condomini. Non si ha la contezza al 100% del fenomeno, molti non denunciano per la vergogna". 

Furti in abitazione: "Un appello. A volte vediamo che i condomini o gli appartamenti dispongono di telecamere che lasciano abbandonate, per le forze dell'ordine sono fondamentali, e su quello battiamo moltissimo nell'interesse della collettività, chi ne dispone si accerti che funzionino. Un altro punto, quando si rientra a casa e ci si rende conto del furto, chiamare immediatamente le forze dell'ordine, evitando di toccare e quindi compromettere ad esempio l'attività della Polizia scientifica".

Che città è in definitiva Bologna? 

"La collettività ha bisogno di una risposta, abbiamo il dovere di recepire le aspettative della cittadinanza che è abituata a una bella città e quindi pretende il massimo. Bologna è la mia quinta squadra mobile, sono calabrese, ho diretto Cagliari, Foggia e Taranto, le aspettative sono legittime, ci sono sicuramente situazioni in altre realtà che qui non sono presenti. Mi sbilancio nel dire che Bologna sia una città sicura, con tutti le particolarità della grande città. E da questo punto di vista mi sento di dire che c'è una squadra-stato forte. 

In una realtà ricca e sana, la differenza sta nella cultura della legalità, qui c'è fortissima, quindi i dati statistici spesso falsano, qui denunciano anche se rubano bici di scarso valore. La sensibilità è completamente differente, anche se lavorare in certi territori ha il suo fascino. 

Rassicuriamo la cittadinanza nel dire che i fenomeni più rilevanti vengono assolutamente seguiti e quando ci sentiamo dire che 'oggi li arrestano e domani è fuori', teniamo a ribadire che noi continuiamo svolgere le nostre attività, per il resto dobbiamo parlare con il codice, in mano". 

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