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Cronaca

Reddito di cittadinanza in Emilia-Romagna, M5S: "Non accettiamo lezioni da nessuno, tema nostro'

Il M5S risponde alle dichiarazioni della vicepresidente Gualmini: avevamo depositato due mesi fa una proposta di legge sull’introduzione di una indennità economica a chi entra in un percorso per migliorare la sua condizione lavorativa. Anche Uil e Cgil sul tema

“Dopo le nostre proposte, l’insuccesso elettorale di maggio, la vicepresidente Gualmini si sveglia e decide che forse ci si può anche occupare di problemi reali, fino ad oggi considerati solo materia per qualche oppositore e per quanti si occupano delle persone normali”. Il M5S risponde così alle dichiarazioni della vicepresidente Elisabetta Gualmini, sull’introduzione di un reddito minimo di cittadinanza anche in Emilia-Romagna, rivendicando la paternità della proposta e mandando a dire 'non accettiamo lezioni da nessuno su un tema che è nostro'.
La Giunta e la maggioranza PD cercano affannosamente di recuperare terreno su questioni che hanno ignorato per molto tempo e che solo grazie all’interesse del Movimento 5 Stelle sono al centro dell’interesse dei cittadini – spiega la capogruppo Giulia Gibertoni – Sul reddito di cittadinanza noi abbiamo protocollato la nostra proposta di legge lo scorso 27 maggio. Da allora però non abbiamo avuto nessun segnale”.  I grillini avevano depositato due mesi fa una proposta di legge sull’introduzione di un reddito di cittadinanza anche in Emilia-Romagna che prevede una indennità economica (massimo 3 anni) a chi entra in un percorso per migliorare la sua condizione lavorativa, ovvero chi sottoscrive un piano di “riqualificazione” con la Regione attraverso i Centri per l’impiego. Per averne diritto si dovrà avere un reddito al di sotto della soglia di povertà, essere residenti in Emilia-Romagna da almeno 36 mesi e non essere titolare di pensione di vecchiaia o anzianità.

Anche la Uil è intervenuta sul tema, dicendosi "molto soddisfatta nell’apprendere come, sul tavolo del vicepresidente della Regione Emilia Romagna, sia comparso il dossier sulle misure di contrasto alla povertà. Finalmente il vice presidente ascolta e raccoglie l’allarme che le parti sociali, Uil in primis, da tempo, almeno dall’inizio della crisi, stanno lanciando: la presenza sempre più crescente di persone in difficoltà socio-economica". Così il segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani, che però si dice stupito per il fatto che "lo stesso vice presidente non si sia neppure premurato di spiegarci come intenda procedere, dando tutto già per scontato. La Uil Emilia Romagna non ha preclusioni di sorta nei confronti del reddito minimo; di certo però ha numerose perplessità".
Intanto - per Zignani - va chiarito dove verranno presi i fondi, quale sia la soglia di povertà "e soprattutto con quale strumento si intenda calcolarla così da scongiurare il rischio di sperequazioni. Si vuole utilizzare l’Isee? Benissimo, ma va tenuto conto anche il tasso di evasione fiscale che, nella nostra regione, ha creato delle ‘zone franche’".

“Guardiamo con grande interesse all’iniziativa della Regione Emilia Romagna volta all'introduzione del reddito minimo e, più in generale, di misure di contrasto alla povertà, fenomeno – quest'ultimo – in crescita anche nella nostra regione". Così Vincenzo Colla, segretario generale  Cgil ER, che ha aggiunto "valutiamo positivamente la costituzione di un gruppo di studio regionale che dovrà arrivare in tempi brevi a un piano di fattibilità, e dichiariamo fin da ora la nostra disponibilità a essere coinvolti nel processo, in qualità di organizzazione sindacale, nei modi e nei tempi che la Regione riterrà opportuno”. 

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