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Reddito di solidarietà: più soldi e maggiore durata. Ecco cosa cambia in Emilia-Romagna

Cambiano i requisiti per richiederlo: da 3mila euro di Isee si passa a 6mila; 24 mesi di residenza in Er. Inoltre si può usufruire della misura per più tempo (da 12 a 18 mesi)

Il Reddito di solidarietà si allarga: sale l’importo minimo e sarà erogato per più tempo, con una platea di soggetti più ampia. Da giugno sono infatti in vigore nuove regole, necessarie per integrare il RES con il sistema di norme previste a livello nazionale dal Reddito di inclusione (Rei).

Il contributo mensile per una persona passa dagli attuali 80 a 110 euro – cifra minima garantita - fino a un massimo di 352 euro per un nucleo composto da 6 persone (l’importo del sussidio si modula secondo la scala di equivalenza Isee, parametro che permette di confrontare situazioni familiari differenti, sulla base del numero di componenti la famiglia stessa).

Quanto ai requisiti, potrà essere richiesto con un Isee non superiore a 6 mila euro l’anno, il doppio rispetto ai 3 mila precedenti, e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Sale inoltre da 12 a 18 mesi la durata del beneficio, trascorsi i quali non potrà essere rinnovato se non dopo sei mesi, e soltanto per un anno.

Infine, è necessaria la residenza in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi continuativi.

Il RES non si configura più quindi come alternativo alla misura nazionale, diventa invece una misura integrativa – universalistica e per tutti - che ne rafforza la portata per i soli residenti in regione.

In Emilia-Romagna, a oggi, sono già oltre 8mila i nuclei familiari a cui è stato assegnato il RES, pari a circa 20mila persone. Un contributo economico mensile associato a un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo dei beneficiari per il quale la Giunta regionale ha stanziato 33 milioni di euro per il 2018 e 35 per il 2019.

In particolare da settembre 2017  nella provincia di Bologna il RES è stato concesso a 1.729 nuclei familiari, con altre 2.603 domande in corso di valutazione all’Inps, l’ente chiamato a verificare i requisiti e procedere con la concessione, e 433 domande respinte. Complessivamente, sono state infatti 4.765 le richieste arrivate ai Servizi sociali del territorio.

Sono circa 8mila i nuclei familiari che possono contare sul RES. Una analisi precisa sull’attuazione della misura è contenuta nel rapporto di monitoraggio realizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, sulla base dei dati disponibili nel sistema informativo regionale e ricompresi fra il settembre 2017 e il maggio 2018. In questo periodo, e quindi in poco più di 8 mesi di operatività, le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza per ricevere il Reddito di solidarietà sono state complessivamente 21.238, 625 alla settimana, su una popolazione residente di 1.997.372 persone.

Di queste, le richieste sulle quali l’Inps sta verificando i requisiti richiesti sono oltre 12.700.  A maggio scorso, i nuclei familiari già ammessi al contributo erano 6.223, ai quali si aggiungono i 494 che usufruisconodella misura nazionale. Le domande respinte sono state 1.809, con un tasso di rigetto per entrambe le misure del 21%.

A livello territoriale, nella provincia di Bologna sono stati 1.792 i nuclei familiari ad aver già ottenuto il RES.

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