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Cronaca

Regione, tensione alle stelle tra Donini e dg sanità: "Stanca dello schifo, tra noi divario culturale incolmabile"

Alla base dello scontro ci sarebbe la circolare firmata da Petropulacos, che sospendeva i test anti-Covid per il personale sanitario, poi riconfermati, e il no dei sindacati. Donini: "Aprire una polemica verso la regione e la giunta che ti ha nominato senza trarne le conseguenze è fuori logica"

Tensioni in viale Aldo Moro tra l'assessore alla salute, Raffaele Donini, e la direttrice generale della Sanità in Regione, Licia Petropulacos. 

Alla base dello scontro ci sarebbe la circolare firmata nelle settimane scorse da Petropulacos, che sospendeva lo screening anti-Covid per il personale sanitario, decisione che ha visto il no dei sindacati, ma che è stata anche disconosciuta dall'assessore.

"Io vado avanti. Se mi vogliono licenziare, devono fare loro il primo passo" ha detto la direttrice all'agenzia Dire, al termine dell’incontro di ieri pomeriggio dei direttori delle aziende sanitarie, dei tecnici dell'assessorato e dei sindacati, Donini compreso che ha confermato "i test periodici di controllo anti Covid, almeno fino al termine della fase di emergenza sanitaria proclamata dal governo". "Ma questa è una decisione più a tutela degli stessi pazienti che non per un tema di sicurezza sul lavoro", contesta Petropulacos, che prende ancora le distanze da Donini. "Tra noi c'è un divario culturale incolmabile". 

Test anti-Covid ai sanitari: "Continuare almeno fino al termine della fase di emergenza proclamata dal governo"

"E' stato un incontro con 50 persone per umiliare me", si è sfogata la manager, per la quale si sarebbe trattato di un confronto "scorretto anche dal punto di vista sindacale perché non sono state convocate tutte le sigle. Sono stata l'unica che ha tentato di difendere i tecnici e l'opinione della cabina di regia rispetto alla volontà dei sindacati e della politica - continua Petropulacos - nessuno mi ha capita, né ha difeso la mia posizione che è a tutela della dignità dei professionisti". Quindi aggiunge: "Non sono i sindacati né la politica a dire che scelte si fanno in sanità. Non è una questione se la circolare sia giusta o sbagliata. Non ho alcun motivo di rivedere quel documento".

La direttrice annuncia che "Nei giorni scorsi ho presentato domanda per andare in pensione anche se dovrò rinunciare al 40% di quello che mi spetta. E spero che venga accettata. Sono stanca di questo schifo, questo è solo l'ultimo episodio di una catena inaccettabile. Non ce la faccio più. Io lavoro per i cittadini, non faccio schifezze. Questa è una gestione della cosa pubblica che non condivido". Ma non si dimetterà: "Io vado avanti serena, sarò solo più prudente. Mi spiace per i miei collaboratori, che si trovano in situazioni imbarazzanti. Io ho un contratto di lavoro valido, se mi vogliono licenziare devono fare loro il primo passo. Devono portare la mia testa ai sindacati - tuona - che l'hanno chiesta, e mi licenzieranno, io non ho protettori, sono qui grazie al mio lavoro e alla mia competenza". 

Donini: "Atteggiamento incompatibile con la direzione generale, di grande isterismo e grande conflittualità"

"Assumeremo noi tutti gli atti necessari per superare questa impasse". ha detto questa mattina Donini in commissione, le "dimissioni le aveva già offerte nell'autunno scorso. E' chiaro che non si abbandona la nave nelle difficoltà - commenta l'assessore - ma è altrettanto chiaro che non si può impedire alla Regione di ragionare in maniera prospettica" e sarebbe "una reazione causa-effetto, sproporzionata e irresponsabile, atteggiamento incompatibile con la direzione generale, di grande isterismo e grande conflittualità. Aprire una polemica verso la regione e la giunta che ti ha nominato senza trarne le logiche conseguenze è fuori logica, tanto più in questo momento di emergenza pandemica. Le polemiche pubbliche feriscono e non si può scambiare una rissa con una aggressione". Donini ripercorre nei dettagli la vicenda dello screening al personale sanitario: "L'ho saputo soltanto a valle di questa trasmissione di lettere il disappunto su una scelta che non era stata concertata. Si può anche ritenere un vanto non concertare, io ho una storia che è completamente diversa, preferisco fare una riunione in più che una in meno, preferisco il confronto all'elemento distruttivo di una comunicazione di imperio". Di qui la scelta di Donini di "sospendere quella decisione e promuovere un confronto", suffragata anche dai pareri raccolti tra i colleghi di altre Regioni. Donini assicura in ogni caso di provare in questo momento la "più assoluta tranquillità, ancorata ai principi di buona amministrazione e di buona fede". (dire)

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