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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Scontri per i tornelli del 36, martedì Ubertini in Senato Accademico

Fino a martedì nessuna dichiarazione. I Lavoratori dell'Alma Mater intanto chiedono più sicurezza

Il rettore dell'Alma Mater di Bologna, Francesco Ubertini, martedì prossimo 21 febbraio riferirà in Senato accademico sui fatti di questa settimana in zona universitaria: dalla questione dei tornelli alle proteste dei collettivi, fino alle cariche delle forze dell'ordine tra i tavoli della biblioteca di Discipline umanistiche, in via Zamboni 36.

NESSUNA DICHIARAZIONE DEL RETTORE FINO AL 21 FEBBRAIO. Fino a quel giorno, fanno sapere da Palazzo Poggi, il rettore non dovrebbe fare altre dichiarazioni sulla situazione della zona universitaria, nè dovrebbe avere occasioni pubbliche in programma a cui partecipare. Già oggi ha saltato l'inaugurazione della Scuola dei diritti dei cittadini 2017 di Scienze politiche, alla presenza tra gli altri dell'arcivescovo Matteo Zuppi.

Ubertini farà quindi una comunicazione al Senato sui fatti degli ultimi 10 giorni. Non sono previste votazioni al termine della relazione, ma in teoria i senatori possono presentare direttamente durante la seduta mozioni su cui esprimersi. In quell'occasione, il rettore non dovrebbe chiedere l'avvio dei procedimenti disciplinari a carico degli studenti del Cua protagonisti delle proteste. Nonostante la Procura abbia chiesto al gip misure cautelari nei confronti di alcune persone ("Sempre le stesse") coinvolte nei disordini degli ultimi mesi in zona universitaria, comprese le proteste contro il caro-mensa, l'iter per le sanzioni disciplinari da parte dell'Ateneo richiede più tempo. In particolare, la valutazione di eventuali interventi da parte dell'Università prende il via solo nel caso vengano ravvisate violazioni da parte di studenti riconosciuti iscritti all'Alma Mater.

In mattinata, Ubertini ha partecipato alla riunione del Comitato per l'ordine pubblico convocato in piazza Roosevelt dal prefetto Ennio Mario Sodano, per fare il punto proprio sulle "criticita' della zona universitaria, anche alla luce delle recenti manifestazioni indette dal Cua". Erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco Virginio Merola, il questore Ignazio Coccia, il procuratore capo Giuseppe Amato, il procuratore generale Ignazio De Francisci e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, Valerio Giardina e Luca Cervi.

Tutti i rappresentanti delle Istituzioni, riferisce in una nota la Prefettura, "hanno convenuto di confermare tutti i dispositivi di sicurezza gia' in atto" e per quanto riguarda piazza Verdi e dintorni "è stata assicurata massima attenzione da parte di tutte le Forze dell'ordine". Amato in particolare ha "ribadito il proprio apprezzamento per le modalita' con cui le Forze di Polizia sono intervenute in occasione dei recenti episodi" e ha garantito il suo "impegno a muoversi per conferire la massima incisivita' all'azione della Procura".

Le Istituzioni, riferisce ancora la Prefettura, continueranno dunque "in un'azione sinergica e coesa, utile a ripristinare una dialettica costruttiva con tutte le espressioni della societa' civile, tra cui quella degli studenti universitari e' certamente tra le piu' significative".

LAVORATORI DELL'ALMA MATER: "PIU' SERENITA'". Chiedono al rettore di poter lavorare in "serenita' e sicurezza" ed esprimono "piena e ferma solidarieta'" ai lavoratori vittime di "intimidazioni e prevaricazione" subiti dai collettivi in questi giorni. E' l'appello che parte dai lavoratori dell'Alma Mater di Bologna, riuniti oggi in assemblea dalla Flc-Cgil. Al termine, e' stato approvato all'unanimita' un documento in cui i dipendenti dell'Ateneo invocano maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Allo stesso tempo, pero', i lavoratori ribadiscono la posizione gia' espressa in questi giorni dalla Cgil, critica contro le cariche delle forze dell'ordine all'interno della biblioteca di Discipline umanistiche di via Zamboni 36.

L'assemblea ritiene dunque "l'intervento dei reparti antisommossa all'interno dell'Universita' una misura inadeguata a risolvere i problemi - si legge nel documento diffuso dal sindacato- una sconfitta per tutti e che si auspica non si abbia a ripetere". Detto questo, i dipendenti dell'Alma Mater esprimono "piena e ferma solidarieta' ai lavoratori che hanno subito atti di intimidazione e prevaricazione, ribadendo che tali gesti sono sempre ingiustificabili e condannabili, a prescindere dalle ragioni della protesta, in quanto ledono i diritti e la dignita' dei lavoratori". Non solo. Nel documento si parla anche di "forte disagio vissuto da parte dei colleghi che prestano servizio in uffici, strutture e biblioteche di via Zamboni, piazza Verdi, largo Trombetti, via Belle Arti e via Belmeloro". Per questo, l'assemblea dei lavoratori ha dato mandato al sindacato perche' attivi col rettore e l'Ateneo "un confronto finalizzato a garantire la tutela, l'agibilita' e in generale piene condizioni di tranquillita' e serenita' nelle condizioni e nello svolgimento del lavoro"

Nel documento diffuso dalla Flc-Cgil di Bologna, si chiede anche che l'Ateneo attivi "un percorso condiviso e concordato, in primis coi lavoratori anche in appalto, sul prolungamento di orario nell'apertura di strutture universitarie e del loro impiego". Inoltre, si invita il rettore a portare avanti "progetti e percorsi politici il piu' possibile partecipati e condivisi" con le altre istituzioni locali e i diversi attori sociali che operano nell'area, per "riqualificare la zona universitaria secondo coordinate inclusive, fondate su elementi di innovazione sociale, ascolto e protagonismo degli attori sociali che la attraversano a vario titolo, integrazione e contrasto alle fragilita' e all'esclusione sociale ed economica, consentendo in questo modo la fruibilita' della zona a lavoratori e studenti in condizioni di piena agibilita' e sicurezza".

A istituzioni e autorità cittadine, dunque, i lavoratori dell'Alma Mater chiedono di essere "aperte al dialogo e al confronto", cosi' come agli studenti viene chiesto di "sostenere la richiesta" di un percorso partecipativo per riqualificare via Zamboni e dintorni. "Il problema di questi giorni non riguarda solo l'universita'- si legge nel documento- ma interroga la citta' nel suo complesso e richiede l'impegno, la partecipazione e la corresponsabilita' di tutti per trovare una soluzione positiva".

(DIRE)

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