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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Riders per la "Carta dei Diritti": i ciclofattorini spingono le piattaforme a firmare

Riparte la mobilitazione del 'sindacato' autorganizzato dei ciclofattorini, sta studiando nuove iniziative per l'autunno: lo scopo è convincere altre piattaforme di delivery food a firmare la Carta dei diritti già sottoscritta da due

Si torna a parlare delle condizioni dei "riders", i ciclofattorini che consegnano il cibo a casa per le piattaforme che forniscono il servizio delivery a ristoranti e locali. E riparte la mobilitazione visto che il 'sindacato' autorganizzato dei ciclofattorini sta già studiando nuove iniziative per il prossimo autunno, per convincere altre piattaforme di delivery food a firmare la Carta dei diritti, sottoscritta finora solo da Sgnam e Mymenu. Le due piattaforme italiane che, tra l'altro, stanno andando avanti nell'applicazione dell'accordo. La prossima settimana dovrebbero infatti incontrare i propri riders e iniziare ad "adeguare i contratti".

Il Comune sta lavorando perchè «La Carta non resti sono una 'carta'»

A dirlo è stato Marco Lombardo, assessore al Lavoro del Comune di Bologna, ieri durante un incontro organizzato nell'ambito del festival 'Una citta' con te' al centro sociale Montanari. "Dobbiamo fare in modo che la carta non resti sulla carta - afferma Lombardo, in collegamento Skype - Sgnam e Mymenu adegueranno i loro contratti. Ma ci sono anche altre piattaforme in arrivo su Bologna che stanno valutando l'adesione alla carta". Come Comune di Bologna, spiega l'assessore, "stiamo anche programmando altre iniziative, a partire dall'autunno, perche' la carta non resti solo una affermazione di principio".

«Non più alibi per le multinazionali»

Con quella firma, del resto, "abbiamo tolto l'alibi alle multinazionali che dicevano che la carta non e' sostenibile ne' applicabile al loro modello di business". Nuove iniziative in autunno sono nell'agenda anche degli stessi ciclofattorini. "Non si puo' fare appello solo alla buona coscienza dei consumatori- sostiene Lorenzo di Riders Union Bologna- c'e' bisogno di una ripresa della mobilitazione, per portare altre piattaforme a firmare la carta dei diritti. Stiamo gia' programmando per l'autunno nuove iniziative. La carta dei diritti e' un punto di partenza, noi andiamo avanti". 

Il sostegno ai riders lo assicurano anche i sindacati

Ai riders assicurano pieno sostegno anche i sindacati confederali, che a loro volta hanno sottoscritto l'accordo bolognese. "Dobbiamo far conoscere la carta il piu' possibile a tutti - sostiene Giacomo Stagni della Cgil - e chiedere ai bolognesi di fare con noi una battaglia anche culturale, perche' la carta venga estesa il piu' possibile. Serve un'azione comune, come sindacati da soli non ce la facciamo". Del resto, rimarca Alberto Schincaglia della Cisl, "sui riders sta succedendo la stessa cosa che accade nel settore dell'agricoltura. La legge del Governo precedente sul caporalato non sta funzionando, perche' le grandi imprese agroalimentari fanno finta di niente e i consumatori non sono sensibili al tema".

Roberto Rinaldi della Uil assicura comunque che "da parte nostra c'e' la massima disponibilità ad andare avanti e sostenere la mobilitazione dei riders". E sollecita il Comune: "Dalle prossime volte si potrebbe inteloquire direttamente con le piattaforme, perche' finora il tavolo e' stato un po' anomalo con la mediazione del Comune".

Lepore: «Convincere i commercianti con degli incentivi»

Dopo la solidarieta' ai riders, ora le associazioni degli esercenti di Bologna "passino ai fatti". E la cooperazione "raccolga la sfida di organizzare questi lavoratori". E' il doppio appello lanciato oggi dall'assessore Matteo Lepore, durante l'incontro sulla situazione dei ciclofattorini in città. Secondo Lepore, anche i commercianti che utilizzano le piattaforme di delivery food dovrebbero sedersi al tavolo. "Oltre alla solidarieta' - manda a dire l'assessore - le associazioni degli esercenti devono passare a qualcosa di piu' operativo". Un suggerimento lo da' Alberto Schincaglia della Cisl: convincere i commercianti con "incentivi, anche fiscali, perche' utilizzino solo le piattaforme che hanno firmato la carta" dei diritti dei riders.

L'assessore e' convinto, del resto, che "sulla carta a un certo punto arriveremo a uno stallo, perche' abbiamo a che fare con multinazionali. Sgnam non avrebbe mai firmato se non fosse una realta' di Bologna, che il Comune ha aiutato in fase di start up". Per questo, come amministrazione, "possiamo provare ad alzare l'asticella". Ad esempio, propone Lepore, "possiamo studiare una regolamentazione del centro storico, inserendo nel decreto Unesco (a tutela delle attivita' storiche, ndr) alcuni standard previsti dalla carta dei diritti dei riders, come l'obbligo di assicurazione o il divieto del cottimo". Ma non basta. Sul tema dei riders "dovremo sensibilizzare anche le grandi imprese- afferma Lepore- la cooperazione ad esempio potrebbe raccogliere la sfida di organizzare questi lavoratori".

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, non escluda i sindacati dal tavolo sui riders. L'appello arriva dal Comune di Bologna, per bocca dell'assessore al Lavoro Marco Lombardo, che in questi mesi si e' speso per l'accordo che ha portato alla firma sotto le Due torri della carta dei diritti dei lavoratori digitali, a cui hanno aderito per ora le due piattaforme Sgnam e Mymenu. Lombardo interviene oggi a un incontro pubblico sulla situazione dei ciclofattorini, nell'ambito del festival 'Una citta' con te', in vista del nuovo incontro di Di Maio con i riders e le piattaforme del settore, annunciato dallo stesso ministro e atteso per le prossime settimane. "Sono contento che il Governo abbia deciso di portare avanti questa iniziativa- commenta Lombardo- ma non vorrei che fosse il primo passo per disintermediare il rapporto coi lavoratori. Le cose vanno fatte insieme". D'accordo anche gli stessi ciclofattorini. "Noi privilegiamo il metodo adottato a Bologna- afferma Lorenzo di Riders union Bologna- con il coinvolgimento al tavolo anche delle sigle sindacali. Non ci devono essere corsie preferenziali". Naturalmente, anche i confederali premono in questo senso.

"Mettiamo alla prova il Governo- afferma Alberto Schincaglia della Cisl- dobbiamo lavorare perche' tutte le parti si siedano al tavolo, come e' successo con Amazon. L'obiettivo e' arrivare a un contratto collettivo nazionale di settore". Per Giacomo Stagni della Cgil, "a partire dall'esperienza di Bologna, occorre mettere in campo una nuova iniziativa che estenda i diritti in citta' sulle altre piattaforme e che la esporti non solo sulla contrattazione nelle altre citta', ma che arrivi anche a un provvedimento nazionale sull'economia digitale. C'e' bisogno di un'azione politica forte". Anche per Roberto Rinaldi della Uil, "bisogna convincere il Governo a lavorare a 360 gradi e convocarci al tavolo". E rilancia la proposta di tassare in maniera progressiva il lavoro precario, per disincentivare forme di lavoro autonomo in favore di quello subordinato.

(Dire) 

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