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"Prima 'eroi delle consegne', ora neanche la malattia": riders verso la protesta | VIDEO

Nel frattempo ci sarebbero i primi indagati per l'azione davanti alla sede bolognese del sindacato ugl, firmatario del contestato contratto: "Quell'accordo non cancella il cottimo ed è illegittimo"

Scenderano in piazza domani 30 ottobre, in concomitanza con uno sciopero che nelle intenzioni vuole coinvolgere anche clienti e ristoratori. Sono sul piede di guerra i ciclofattorini dei portali web, alle prese con una vertenza sindacale annosa e con un recente contratto nazionale, molto contestato, in procinto di entrare in vigore. La protesta, estesa al livello nazionale, toccherà anche le due Torri.

La questione tocca anche l'attualità, con la stretta sulle attività di ristorazione e l'auspicato aumento delle richieste di cibo portato direttamente a casa. "Prima eravamo gli 'eroi delle consegne a domicilio' -chiosa Tommaso Falchi di Riders Union Bologna- ora questo nuovo contratto non riconosce la malattia, una delle tutele alla quale invece stavamo puntando con il tavolo al ministero".

Il tema è nazionale. Alcune piattaforme che fanno capo alla organizzazione datoriale Assodelivery hanno sottoscritto alla fine dell'estate un contratto nazionale di lavoro con una sigla sindacale, la Ugl. Una intesa fortemente avversata dai ciclofattorini organizzati, perché per loro peggiorativa delle condizioni di lavoro.

"Ci stiamo muovendo a livello legale" e questo in coordinamento "su tutto il territorio nazionale", spiega Riccardo di riders Union Bologna: l'obiettivo è "cercare di smontare questo contratto con delle cause per licenziamento illegittimo, che sono partite in questi giorni e vogliono far dire ai giudici che Ugl non ha alcun mandato o rappresentatività per firmare questo contratto".

Le vertenze legali partono dunque da quello che i riders definiscono un "ricatto bello e buono", cioè il fatto che "tutte le aziende -continua Riccardo- hanno mandato comunicazioni sulle email dei riders dicendo una cosa molto semplice: o firmi questo contratto o c'è una rescissione della prestazione lavorativa".

Di fronte a ciò, "i riders vorrebbero continuare a lavorare ma molti di noi sono stati costretti a dire di no e ad andare per vie legali", afferma Riccardo. Intanto, "a riprova dell'illegittimità di questo contratto è arrivata una notizia importante -continua il fattorino- nella giornata di ieri: Ugl è stata esclusa dal Cese, cioè il Comitato economico e sociale europeo, che quindi non le riconosce la legittimità di stipulare nuovi contratti". L'intento è "bloccare l'accordo in tutte le sedi", dichiara un altro portavoce di riders Union, Maurilio Pirone: al di là di quanto affermano Ugl e Assodelivery, per prima cosa "ci sarà un abbassamento radicale delle paghe".

Riders in protesta: "Quell'accordo? E' illegittimo e peggiorativo"

Si tratta poi di un accordo "firmato durante la trattativa a un tavolo nazionale, che viene aggirata -continua Pirone- per fare un accordo di comodo ed evitare l'entrata in vigore della legge e quindi di riconoscere diritti a chi si è battuto negli ultimi tre anni". Si tratta di "un accordo truffa firmato sulla nostra pelle", rincara la dose Tommaso: Ugl, per Riders Union, è "un sindacato di comodo che si è prestato a questo gioco e che non rappresenta nessuno nel settore. E' da anni che in tutta Italia ci siamo organizzati e mobilitati, anche con le varie differenze, però Ugl non l'abbiamo mai vista".

L'accordo "fa addirittura dei passi indietro rispetto alle piccole conquiste che c'erano state", aggiunge Falchi, perché "mantiene il cottimo, non introduce una paga fissa oraria agganciata ai contratti nazionali, né malattia, né ferie, né contributi". Si tratta di "un contratto illegittimo e andremo in ogni sede, anche in Tribunale -sottolinea Falchi- per dimostrare che Ugl non è un sindacato rappresentativo".

E le aziende che hanno firmato la Carta di Bologna? "Questo contratto mette in difficoltà anche loro", risponde Falchi, ma intanto si è riunito il tavolo di monitoraggio "ed è stato messo nero su bianco che non ci sarà nessun passo indietro rispetto ai punti della Carta".

Domani, intanto, sarà sciopero. Appuntamento alle 19 al Nettuno e poi "ci muoveremo in corteo", anticipano i Riders, puntando sul sostegno della città: "Non solo molti clienti non ordineranno, ma anche molti locali spegneranno il tablet". Sempre domani, infine, "lanceremo una proposta concreta alla città -conclude Falchi- per un'assemblea pubblica che coinvolga tanti altri soggetti e settori che stanno pagando il prezzo di questa crisi e aprire un percorso cittadino".

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