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Cronaca

Rifiuti: calano con il lockdown, e aumenta la differenziata

Il bilancio di Hera nel primo quadrimestre del 2020. Con il boom dell'asporto però l'abbandono rifiuti rischia di aumentare. Aitini: "A fine estate riparte il progetto Carta Smeraldo"

A Bologna, tra gli effetti del lockdown per il contenimento del coronavirus c'è anche una diminuzione della produzione dei rifiuti urbani e assimilati: 70mila le tonnellate conteggiate nei primi quattro mesi del 2020 contro le 75mila dello stesso periodo 2019, con un calo del 6%.

"E' vero che le famiglie hanno prodotto più rifiuti perché sono rimaste in casa, ma d'altro canto avevamo tante attività commerciali chiuse che non ne hanno prodotti", spiega Enrico Cuomo, responsabile del distretto Bologna di Hera, partecipando a una commissione del Consiglio comunale. "Già da maggio stiamo vedendo che i primi datti fanno registrare una ripresa della quantità di rifiuti prodotta", aggiunge Cuomo.

Tornando al primo quadrimestre, il calo della spazzatura si è registrato "grossomodo su tutte le filiere: dal vetro all'indifferenziato", riferisce il manager di Hera, che contestualmente promuove a pieni voti i bolognesi per la tenuta della differenziata: "Il comportamento dei cittadini è stato perfetto, perché non abbiamo avuto ripercussioni se non addirittura un miglioramento della percentuale".

Se nel 2019 la differenziata era arrivata al 54,4% su tutto il territorio e al 67,4% nel centro storico, al momento il 2020 fa registrare rispettivamente un 56,2% e un 72,4%. In aprile, la differenziata ha toccato il 56,5% a livello comunale e il 73,8% in centro.

Negli ultimi mesi "Hera ha svolto il proprio dovere egregiamente perché il servizio non è mai mancato, è stato semplicemente rimodulato su nuove esigenze per far fronte a un'emergenza che ha inevitabilmente cambiato le abitudini dei cittadini", dichiara l'assessore alla Sicurezza urbana integrata, Alberto Aitini.

"I dati della differenziata sono positivi- afferma Aitini- e si vede che c'è stato un enorme balzo in avanti nei quartieri dov'è stato introdotto il nuovo cassonetto" per l'indifferenziato, cioé quello che si usa con la Carta smeraldo, però la percentuale della città "rimane poco superiore al 56% e quindi è assolutamente importante riprendere con forza e con slancio il progetto dei cassonetti per arrivare all'obiettivo del 70% in tutta la città".

La collocazione dei nuovi cassonetti, infatti, durante l'emergenza si è "inevitabilmente fermata", continua l'assessore. Finora il progetto ha coperto Savena e centro storico, "durante i mesi di lockdown avremmo dovuto fare anche la parte fuori porta di Santo Stefano e Porto-Saragozza, ma chiaramente non è stato possibile- spiega Aitini- perché era tutto fermo e non abbiamo potuto consegnare le tessere".

Intanto la macchina è ripartita: "Abbiamo già fatto alcuni incontri con il gestore", riferisce l'assessore, affermando che "subito dopo l'estate" le due nuove zone "verranno fornite di nuovi cassonetti e inizierà il percorso per consegnare ai cittadini la Carta smeraldo".

Per quanto riguarda le tariffe, una buona notizia riguarda il servizio chiesto da Atersir a livello regionale per la raccolta dei rifiuti a casa delle persone in quarantena che non avevano modo di conferire i sacchetti: questo ha comportato "costo molto contenuti che potranno essere coperti da un avanzo di bilancio dell'agenzia, quindi non dovrebbero gravare sulla Tari", spiega il direttore Vito Belladonna.

Poi c'è "la costruzione della Tari di quest'anno", aggiunge Belladonna: "E' un anno che presenterà notevoli criticità ma ci stiamo ancora lavorando" e ora "è prematuro ragionarne", anche perché le norme nazionali "sono in evoluzione".

C'è poi un altro aspetto. Con l'emergenza coronavirus, a Bologna è aumentata la vendita di cibi e bevande d'asporto e ne consegue anche un incremento nell'abbandono dei rifiuti. "L'asporto è un tema da affrontare con molta attenzione, perché in alcune zone della città è sicuramente un problema", dichiara Aitini: "Abbiamo visto un aumento dell'asporto in queste settimane e vediamo molti rifiuti abbandonati o comunque lasciati nei pressi dei cestini dei parchi", un fenomeno "in parte ma non solo legato alla ripresa della movida".

Di conseguenza, "stiamo facendo delle analisi per vedere se serve potenziare alcuni servizi- aggiunge Aitini- perché l'asporto potrebbe essere un tema che avrà una continuità oltre la fase di emergenza". (Pam/ Dire)

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