rotate-mobile
Giustizia

Amato promuove la riforma Cartabia. Sulle intercettazioni: "No a quelle inutilizzabili"

Per il procuratore capo va evitata "la diffusione del pettegolezzo o il contatto di natura privata"

Il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato promuove la Riforma Cartabia, che prende il nome dall’ex ministro della Giustizia del governo Draghi e mira a velocizzare i tempi dei processi (intervenendo sia su alcuni aspetti dell’iter processuale, sia prevedendo un progressivo aumento della digitalizzazione dei processi). “Nel complesso la trovo una riforma positiva”, osserva Amato, in particolare “la regola di giudizio per cui l’archiviazione va chiesta quando gli elementi acquisiti non portano a una prognosi di condanna”, e ciò vuol dire “evitare processi inutili lesivi degli interessi delle parti coinvolte”, e quindi limitarsi a quelli  “che possono arrivare a un’affermazione di responsabilità”.

Perché il pubblico ministero, sottolinea il procuratore capo, “non è la pubblica accusa” ma “una parte pubblica che deve muoversi anche negli interessi dell’indagato, oppure nei confronti dell’indagato se ci sono elementi a suo carico”. Amato ne ha parlato lungamente questa mattina alla Sala Farnese di Palazzo d’Accursio, intervenendo al convegno su ‘Il ruolo della Polizia giudiziaria dopo la Riforma Cartabia', promosso dalla segreteria provinciale del Sap- Sindacato autonomo di Polizia, in collaborazione con la sezione bolognese di Aiga (Associazione italiana giovani avvocati).

Amato: "Separazione delle carriere? Non sveltirà i processi"

Se ci sono dei miglioramenti da fare, continua Amato, questi dovranno riguardare soprattutto la digitalizzazione e l’informatizzazione del processo penale, perché le procure dovranno avere tutti gli strumenti necessari per realizzare questa parte, per nulla secondaria, della riforma, che non può avvenire “solo con il sacrificio individuale ma che necessita di strutture e mezzi informatici sufficienti”.

Mentre, per quanto riguarda il discusso capitolo della separazione delle carriere, che vede da sempre i magistrati contrari, il giudizio di Amato è netto: “La separazione delle carriere non sveltirà i processi, c’è solo il rischio forte di appiattimento dei pm sulle posizioni del potere esecutivo del momento”.

Sulle intercettazioni, dalla Procura di Bologna linee guida per pm e pg

Il procuratore capo è poi intervenuto anche sul tema intercettazioni e sulle recenti polemiche tra politica e magistratura. Amato non teme tanto, a differenza di altri suoi colleghi, una possibile stretta da parte del governo, anche perché “l’importanza delle intercettazioni non può essere messa in discussione per tutti quei reati per i quali oggi sono previste”. Quello su cui bisogna insistere, “e io l’ho fatto a Bologna, sperando di avere realizzato questa finalità, è garantire la riservatezza rispetto a intercettazioni che non sono realmente utilizzabili nel processo” perché “irrilevanti” e la cui diffusione, non avendo nulla a che vedere con le indagini, “sarebbe lesivo” nei confronti dei soggetti interessati. 

L'obiettivo è evitare "la diffusione di quello che è semplicemente il pettegolezzo o la rappresentazione di un contatto di natura squisitamente privata che non c'entra nulla con le indagini, perché sarebbe lesivo". Per queste ragioni, conclude Amato, la Procura di Bologna ha dato delle indicazioni agli operatori della polizia giudiziaria e ai pm, affinché queste intercettazioni restino fuori dal processo. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Amato promuove la riforma Cartabia. Sulle intercettazioni: "No a quelle inutilizzabili"

BolognaToday è in caricamento