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Cronaca

Riforma europea del Copyright: Wikipedia Italia oscurata per protesta

Nei giorni scorsi lo stesso anche in altri paesi europei. Cosa cambia con la riforma

Wikipedia Italia oscurata in segno di protesta contro la riforma europea del copyright. Nei giorni scorsi anche altri paesi europei, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Danimarca, avevano lo stesso.

Ecco la scritta in campo nero: “Il 26 marzo il Parlamento europeo voterà su una nuova direttiva sul diritto d’autore. La direttiva imporrà ulteriori oneri di licenza ai siti web che raccolgono e organizzano le notizie (articolo 11), e forzerà le piattaforme a scansionare tutti i materiali caricati dagli utenti e bloccare automaticamente quelli contenenti elementi potenzialmente sottoposti a diritti d’autore (articolo 13). Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione e la partecipazione online. Nonostante Wikipedia non sia direttamente toccata da queste norme, il nostro progetto è parte integrante dell’ecosistema di internet. Gli articoli 11 e 13 indebolirebbero il web, e indebolirebbero Wikipedia”.

Riforma del Copyright Ue, ecco in cosa consiste la direttiva

L'articolo 11 stabilisce che le piattaforme come Facebook, Twitter o Google News, dovranno pagare una tassa quando condividono dei link o degli snippet, le anteprime con foto, titolo e sommario che vediamo solitamente nel wall dei social media. Il testo fissa un limite agli elementi di un articolo che gli aggregatori di notizie possono condividere senza dover pagare il diritto al titolare della licenza e richiede di garantire che un link contenente materiale protetto da copyright sia bloccato se la piattaforma non pagherà alcun costo ad esempio attraverso un abbonamento annuale a una determinata testata. L'idea alla base dell'intervento è quella di aiutare la aziende editoriali a guadagnare soldi che poi dovrebbero essere usati per pagare giornalisti e produttori di contenuti in generale. Secondo Di Maio alcune aziende potrebbero però decidere di non pagare la tariffa per non far diffondere alcuni contenuti e in questo modo la riforma darebbe “un diritto agli editori, i grandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni”.

Meme a rischio?

Più controverso l'articolo 13 che è stato criticato da più parti e non solo dal leader dei 5 Stelle. Questo articolo richiede che tutte le piattaforme come Google installino filtri che blocchino automaticamente la condivisione di ogni contenuto coperto da Copyright, un po' come accade già su YouTube. Il testo, che ha ricevuto il primo via libera in Aula, specifica però che il caricamento su enciclopedie online, se fatto con finalità non commerciali, come ad esempio su Wikipedia, o su piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dall'obbligo di rispettare le regole sul copyright. I critici di questo articolo temono comunque che possa bloccare la libertà di espressione in rete riducendo la capacità degli utenti di condividere contenuti. Addirittura i meme secondo alcuni potrebbero essere a rischio, in quanto si tratta di fotografie (che sono solitamente soggette a copyright) che vengono modificate con frasi divertenti. Un sistema di auto esclusione di contenuti soggetti a diritto d'autore potrebbe impedirne automaticamente la condivisione su un social network.

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