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Cronaca

Rifugiati Ucraina, in Emilia-Romagna oltre 2mila, Priolo: "Gestione complessa, afflusso inedito"

Presa in carico anche dal punto di vista sanitario: sono oltre 800 quelli testati contro il Covid e si lavora all'inserimento scolastico dei 919 minori

In poche ore sono saliti a oltre 2.000 gli arrivi dei rifugiati ucraini in Emilia-Romagna, un numero anticipato nel corso del punto stampa di ieri sera in prefettura a Bologna. L'assessora regionale alla Protezione civile, Irene Priolo, rispondendo questa mattina all'interrogazione del consigliere Pd Andrea Costa, in Assemblea legislativa, parla di "afflusso inedito" di profughi rispetto al passato, quindi una "gestione complessa" dell'emergenza.

919 sono i minori arrivati nella nostra regione e, per quanto riguarda Bologna, sono tutti accompagnati, come ha confermato l'assesore al welfare, Luca Rizzo Nervo.

"I numeri sono in costante evoluzione - sottolinea l'assessore - il nostro sistema di Protezione civile è pronto anche in caso di un maxi-afflusso di persone e", a conferma di quanto ribadito dal prefetto Visconti, sottolinea che i canali che vengono privilegiati al momento sono quelli dei Cas e del sistema Sai, coperti dal punto di vista finanziario dal ministero dell'Interno. A questo si affianca la rete di accoglienza messa in campo dagli enti locali, oltre agli aiuti spontanei da parte dei cittadini. L'assessore conferma la presa in carico dei rifugiati ucraini anche dal punto di vista sanitario (finora sono oltre 800 quelli testati contro il Covid) e, insieme a Usr e Anci Emilia-Romagna, si sta lavorando per l'inserimento scolastico dei bambini.

Dal ministero dell'Istruzione è arrivato anche un primo finanziamento da un milione di euro, per sostenere interventi di mediazione culturale, sostegno psicologico e attività extra-scolastiche per una migliore integrazione dei ragazzi. "I fondi non sono sufficienti - sottolinea Priolo - ma è comunque un segnale di impegno". Per domani è stato inoltre convocato un tavolo regionale per definire misure e procedimenti omogenei a livello regionale per l'inserimento dei minori ucraini a scuola.

Cos'è il Cas

Centri Accoglienza Straordinaria (CAS): strutture reperite dai Prefetti a seguito di appositi bandi di gara (ex art. 11 D. Lgs. n. 142/15).

Cos'è il Sai 

ll Sistema di accoglienza e integrazione SAI è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che, oltre ad assicurare servizi di vitto e alloggio, prevedono in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Le caratteristiche principali del SAI sono:

il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell’accoglienza, Ministero dell’Interno ed enti locali, secondo una logica di governance multilivello
la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza
il decentramento degli interventi di accoglienza integrata
le sinergie avviate sul territorio con i cosiddetti enti gestori, soggetti del terzo settore che contribuiscono in maniera essenziale alla realizzazione degli interventi;
la promozione e lo sviluppo di reti locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli interlocutori privilegiati per la riuscita delle misure di accoglienza, protezione, integrazione.
I progetti territoriali del SAI sono caratterizzati da un protagonismo attivo degli Enti Locali, siano essi grandi città o piccoli centri, aree metropolitane o cittadine di provincia. La realizzazione di progetti SAI diffusi sul tutto il territorio nazionale, ideati e attuati con la diretta partecipazione degli attori locali – contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari. (fonte: Retesai)

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