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Cronaca

Rincari Trenitalia, una pendolare: "Risparmi azzerati per poter lavorare"

Gli aumenti presentati pochi giorni fa da Ferrovie raccontati da una giovane pendolare della Bologna-Milano

83 euro in più. Ogni mese, a partire da Febbraio. A tanto si traduce il rincaro, annunciato il 17 gennaio, per i molti pendolari della tratta Bologna-Milano che quotidianamente si servono delle Frecce Trenitalia. A raccontare la sua esperienza, esempio comune riscontrabile tra il pubblico che affolla i binari sotterranei di via Carracci, è Daniela, 33 anni, molisana di origine ma residente a Bologna da diversi anni. Dal gennaio dell’anno scorso Daniela ha iniziato a lavorare per un tour operator di Milano, e ogni giorno, da lunedì a venerdì, fino a settembre 2016, si è spostata dalle due torri al Duomo e viceversa, per vivere a Bologna e lavorare a Milano.

Da qualche giorno sono effettivi gli aumenti disposti da Trenitalia per quanto riguarda gli abbonati alle frecce. Nel complesso, un abbonamento mensile per chi si sposta tra grandi città, come per Daniela nella tratta Bologna-Milano, nei giorni feriali, ora costa 500 euro, dai 417 che furono prima del 17 gennaio. Cifra Tonda. 

Daniela non ha ancora proceduto all’acquisto, ma manca poco: ad aprile ricomincerà a lavorare, e una sua amica pendolare ha già comprato, in anticipo, a prezzo rincarato e a condizioni anche differenti: mentre prima l’abbonamento valeva sette giorni su sette, ora invece, per quella fascia di prezzo, il servizio è garantito solo da lunedì a venerdì. Per prefestivi e festivi, se Daniela è chiamata per straordinari, cosa che capita, dovrà pagarsi un altro biglietto. 

Le alternative scarseggiano: troppo lenti gli Intercity, e il concorrente unico Ntv, è ritenuto da Daniela poco affidabile: troppi i disservizi e i ritardi per chi lavora da pendolare. Quanto alle tariffe scontate proposte da Trenitalia, Daniela è perplessa: "Certo, ci sono abbonamenti a poco più di 350 euro, ma valgono solo nella fascia 9-17, inutilizzabile per chi lavora full-time. Tenga conto che io prima delle 18:30 non riesco a essere in stazione a Milano" scandisce. 

Una soluzione ci sarebbe: trasferirsi a Milano, ma è una cosa che la ragazza non prende nemmeno in considerazione. "Già è dura -conclude Daniela- e poi, figuriamoci, qui in città ho costruito una vita, non la sacrificherei mai per un lavoro". Lavoro che però è necessario, e per questo si sa, ci si industria. 


 

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