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Cronaca

Un altro rinvio per Patrick Zaki, udienza posticipata al 28 febbraio

Lo studente egiziano dell'università di Bologna arrestato nel febbraio 2020 e scarcerato nel dicembre scorso in attesa di giudizio

"La seduta è stata posticipata al 28 febbraio per completare tutte le pratiche relative all'appello". Così ha scritto in arabo sul proprio profilo Facebook Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna arrestato nel febbraio 2020 e scarcerato nel dicembre scorso in attesa di giudizio. Da allora Zaki, attivista per i diritti umani, ha visto le udienze subire diversi rinvii da parte del Tribunale di Mansoura, sua città natale.

Da quasi tre anni quindi attende di conoscere l'esito delle accuse per diffusione di false notizie in patria e all'estero per via di un articolo pubblicato nel 2018 in cui denunciava le violenze contro la minoranza copta nel Paese. Si tratta di capi d'accusa che rientrano nei reati contro la Sicurezza dello Stato e, se confermati, potrebbero costargli una condanna fino a 5 anni di reclusione.

Stamattina, poco prima dell'udienza, il ricercatore aveva postato una foto delle Due torri ed un messaggio di speranza. "Spero che questo incubo finisca presto e di poter tornare a studiare in Italia".

Le parole dell'Unibo

"Abbiamo accolto con un’amarezza ancor più forte del solito", dichiara il Rettore Giovanni Molari, "la notizia di questo ulteriore rinvio, perché è uno dei più lunghi finora inferti a Patrick. Confidiamo che il Governo italiano mantenga il caso del nostro studente al centro delle relazioni e interlocuzioni con l’Egitto. E speriamo che sia presto raccolto l’invito del Parlamento Europeo a revocare almeno il divieto di viaggio. Patrick deve poter tornare a studiare e a laurearsi, circondato dall’affetto della sua Università, che lo attende con impazienza".

"Per la nona volta", aggiunge Federico Condello, Delegato dell’Ateneo per studentesse e studenti, "viviamo insieme a Patrick l’angoscia di un rinvio che snerva e tortura. Facciamo nostre le parole della Prof.ssa Rita Monticelli: è un’ingiustizia che si perpetua. Ed è un’ingiustizia che ogni volta si fa più grave e intollerabile. Non smetteremo di far sentire a Patrick la vicinanza e il calore di tutta l’Alma Mater, che continuerà a chiedere con forza il riconoscimento della sua innocenza".

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